Mi Hai Salvata

Introduzione

Mi era familiare da fin troppo tempo la sensazione continua di precipitare nel vuoto senza la minima speranza di uscirne viva, quella sensazione di essere come un orribile soprammobile, rimasto invenduto in un negozio, uno di quelli che nessuno vuole comprare e che altri non notano nemmeno.

Ero stanca di vivere una vita priva di obiettivi, sogni, mete, stanca di restare a guardare mentre lottavo con le unghie e con i denti per avere un po' più di vita.

Tutti a quindici anni hanno in mente cosa si vorrebbe fare da adulti, quando si sarebbero dovuti abbandonare i giochi per cominciare a crescere davvero.
Tutti a quindici anni hanno passioni e desideri, progetti da realizzare, io non avevo avevo, rispetto agli altri ero anormale.
Non riuscivo a trovare la mia strada, non riuscivo ad obbligare me stessa a prefissarmi una meta da raggiungere perché nella mia vita nulla era più certo, tutto era un gran caos e io ne ero in mezzo, senza via d'uscita.
Il dolore per tutte le perdite, per le continue delusioni, non faceva altro che aumentare e corrodermi, consumarmi, nessuno era in grado di salvarmi, di dare un senso a tutto e di farmi credere in qualcosa, di farmi credere in qualcosa fino in fondo, fino ad incazzarmi, fino a pregare, fino a piangere. Nessuno era in grado di farmi sentire viva, o almeno così credevo, fino a quando non ho sentito una mano afferrare la mia, l'ho vista sforzarsi e faticare per aiutarmi a rialzarmi, senza mai mollare la presa, una mano forte, determinata, calda, decisa, decisa a sconvolgermi la vita, a rivonuzionarla, a mettere fine a tutti i dolori, a tutti quei sorrisi finti, le risate forzate, i pianti soffocati su un cuscino e gli incubi.

Una mano, che mi ha accompagnata ogni giorno, ogni istante, una mano che apparteneva e appartiene alla persona che mi ha fatto credere in qualcosa, fino ad incazzarmi, fino a pregare, fino a piangere, fino a ridere.