A new beginning

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- Abbeyyyy! -

Ecco mia madre.

La persona più rompipalle sulla faccia della terra.
Certo, le voglio un bene dell'anima, ma sembra un'esperta a rovinare i miei momenti migliori, come il lunedì mattina passato nel letto.
Quello sarebbe un sogno, e invece oggi il letto lo devo abbandonare, ma non per andare a scuola.

- Hai preso tutto? -
Sento i suoi tacchi dal piano di sotto.
Trascino i piedi giù dalle scale, scendendo a fare colazione.

- Siiii! - mi affretto a rispondere per evitare altre 10 domande dello stesso tipo.

- Dai che siamo in ritardo!!! -

Mi siedo sul tavolo a sgranocchiare una stecca di liquirizia, con fare spocchioso.

- Che palle! - bofonchio.

- Vedi di comportati da signorina educata! -

L'educazione non è la mia specialità, lo ammetto.

- Pronta? - chiede con la sua voce cristallina. - Tesoro, ti prego, è importante per me.-

Continua a fare avanti e indietro in un vestito elegantissimo.

- Da quanto lo conosci mamma? -

- Ho mai portato un uomo a casa? -

- Uffff... No.-
Alzo gli occhi al cielo.

- Non ti ho mai fatto questo, se lo faccio è perché ne vale la pena. -

Mi raccolgo i capelli chiari e sbuffo di nuovo.
- Perché dovrei farmi bella per il tuo ragazzo? -

- Abbey, ti prego, non lo chiamare così. Non è il mio ragazzo. Lui vuole... -

- Vuole cosa? -

La vedo abbassare lo sguardo prima di parlare.
- Vuole sposarmi. -

- Cooosa?! E quando cazzo avevi intenzione di dirmelo?? -

- Non parlarmi in questo modo ragazzina! - mi sgrida.

- Mamma lo conosci da due mesi, porca troia! -

Scuote la testa.

- Smettila di dire parolacce e vedi di non farmi fare brutte figure. -

- Sa almeno parlare l'Inglese? -

- Ma certo. -

- Il tuo fidanzato viene da solo? -

- No. -

- Come no?! -

- Ha un figlio. Alexander ha quasi diciotto anni. -
Wow questo sì che è eccitante.
Non posso crederci!
- E andremo a vivere con due sconosciuti?! -

- Non sono sconosciuti. Saranno la tua famiglia, Juliet.. -
Si aggiusta i capelli, raccolti in uno chignon impeccabile.

- Noi non abbiamo una famiglia. - sussurro a bassa voce.

Deglutisce ferita.

Mi sento una stronza, ma tutto questo casino non dipende da me.
Alzo gli occhi al cielo, mentre mi guardo allo specchio, per sistemarmi il vestito corto.

- Non hai freddo vestita così? Metti il cappotto Abbey. -

Sbuffo sonoramente, poi do' una veloce spazzolata ai miei lunghi capelli chiari e metto una passata di eyeliner.

Non ho bisogno d'altro.

- Non stiamo dimenticando qualcosa? -

Ignoro la domanda. Esco dalla porta di casa e mi fiondo sgraziatamente sul sedile posteriore dell'auto carica di valigie.
Il cielo argentato di Londra mi colpisce le pupille.

STOCKHOLM SYNDROME ~ Avicii Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora