Ciao madre.Lo sai che mi piace scrivere, e quindi ti sto scrivendo; è tutto più facile quando sono le mie dita a guidarmi, piuttosto che i bicchieri di vino mandati giù la sera tardi. Eppure tu non puoi dire nulla, giusto?
Sei stata un'alcolista, una dipendente dalla cocaina, una persona succube della fama- come me.
Sei stata depressa, arrabbiata, hai lottato per conquistare il ruolo che hai ora- come me.
Sei stata tante cose madre, eppure non sei stata capace di essere una buona mamma.
Madre lo sei stata, mamma un po' meno.
Ma io ti perdono. Eh già; io mi ritrovo sempre a perdonare tutti quelli che mi feriscono, ma non fa niente perché sai meglio di me che mi interesso più degli altri che di me stesso per quanto io possa sembrare narcisista.
Però ci hai provato. Me lo dicevi sempre anche tu che l'importante è provare e che se le cose vanno male è perché Dio ha voluto così, allora io ridevo e provavo a spiegarti che Dio non esiste e tu ti arrabbiavi ancora di più e io stavo zitto e non dicevo più niente.
Era difficile. È stato difficile averti come madre, e so che sarà stato altrettanto complicato avermi avuto come figlio.
Sono sempre stato difficile da amare.
Me lo dicesti tu, no?
Te lo ricordi?
Stavamo litigando.
Eri a casa mia. Nonostante ti avessi detto di non venire, tu venisti comunque. Sei entrata dalla porta richiudendola violentemente dietro di te, hai iniziato a urlare quando mi hai visto seduto sulla sedia mentre mi sniffavo una striscia di cocaina, e io fatto come ero ti ho risposto gridando ancora più forte, anche se non lo faccio mai.
Eri spaventata, mi hai detto di smettere, che sarei potuto morire.
Io ho sputato freddamente «da quanto ti importa che io muoia?»
E tu non mi rispondesti.
Rimanesti in silenzio, furono pochi secondi, ma mi fecero male.
Poi mi dicesti «Lo sai che quando avevi circa un anno e mezzo io venivo nella tua stanza, mentre dormivi, ti guardavo e mi sedevo per terra? Provavo ad amarti, ci provavo così tanto, però non ci riuscivo»
Poi mi chiedesti scusa. E andasti via.
Ero fatto, eppure mi ricordo ancora le esatte parole che usasti.
Mi sembra giusto dirti che ti ho scritto una canzone nel nuovo album.
Si, mamma, è per te.
Si chiama "she lays down".
Quello che mi hai detto mi è rimasto incastrato nel cervello, le tue parole rimbombavano nella mia testa, e nemmeno la cocaina riusciva a cancellarle. Così le ho scritte.
Era davvero così difficile voler bene a tuo figlio, mamma?
La colpa non è tua, non è mai stata tua.
Quando qualcuno malato di cancro muore, incolpiamo la malattia. Non posso incolpare te per aver perso la battaglia, era la depressione.
Ma la battaglia non l'hai persa del tutto contrariamente a quanto credi.
Mi hai cresciuto- come meglio potevi: sono sempre stato problematico.
Non mi hai abbandonato. Avresti potuto, ma non l'hai fatto.
Mi dispiace. Mi dispiace averti ridotto così.

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she doesn't love me at all.
FanfictionIpotetica lettera scritta da Matty alla madre Denise, riguardo alla canzone "she lays down" dedicata a lei, e alla sua depressione post-partum