Prologo

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Camminava tutti i giorni verso casa. Non voleva prendere i mezzi pubblici per evitare contatti con le persone: anche il suo lavoro non gli permetteva la vicinanza con esseri umani, infatti lo aveva accettato solo per questo importante particolare.
Spesso dava di matto quando nella sua stessa stanza erano presenti più di quattro persone, talvolta anche la sua immagine nello specchio era capace di terrorizzarlo fino a farlo svenire.
Da giovane sua madre lo aveva fatto visitare da molti psicologi e medici, constatando però le sue paure: suo figlio non era affatto malato o almeno nessun medico, radiografia o risonanza magnetica avevano dimostrato il contrario.
Lei non capiva il perché di quei comportamenti: all'inizio aveva continuato a dare ragione alla sua amica Carol che parlava di sbalzi d'umore tipici di quel periodo dell'infanzia, per cui non doveva preoccuparsi . Fece male a darle ragione, e se ne rese conto da sola durante la festa del piccolo Timmy.

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