"Alè ma come fai tu a non aver paura del buio?"
Ed era nata così quella conversazione, con una domanda innocente come quella di un bambino impaurito.
Il moro inizialmente era rimasto un po spiazzato aggrottando le sopracciglia confuso ma poi si era ripreso decidendo fi affrontare la conversazione di petto.
"Perché ti interessa?"
Il biondo scrollò le spalle rispondendo semplicemente:
"Così, voglio solo sapere cos'ho che non va"
Alex sorrise teneramente quasi sopraffatto dalla dolcezza disarmante che quel ragazzo dagli occhi enormi e le labbra carnose sapeva dimostrare senza rendersene conto.
Sospirò lasciandogli un bacio tra i capelli chiari prima di schiarirsi la voce e ricominciare a parlare.
"A te perché fa paura?"
Genn si morse il labbro e abbassò lo sguardo imbarazzato iniziando a torturarsi le mani.
Anche se lo aveva iniziato lui, quel discorso proprio non gli piaceva, perché lo psicologo della scuola aveva provato a ficcargliele seimila volte in testa quelle brutte idee secondo cui lui era uno che sopprimeva le cose e le intrappolava nel buio e proprio per questo ne era terrorizzato.
Aveva spesso provato a discuterne con i suoi amici ma con scarsi risultati. Puntualmente le gente in risposta non faceva altro che sorprendersi difronte alla sua fobia -perché "sembri un animale notturno Gennà" e caso mai tua madre sembrerà un animale, zoccola- così decideva sempre di lasciar perdere.
Non aveva mai affrontato l'argomento con Alessio ma era sicuro che con lui il discorso sarebbe andato diversamente perché Alè...beh Alè era speciale.
"Forza parla"
Lo incitò vedendo la sua esitazione.
"Ma che ti devo dire Alè? Non lo so, la notte...il buio...mi fanno paura e basta, tutto qui"
Mugolò il biondo lagnandosi come un bambino capriccioso.
"Ah si? Tutto qui?"
Chiese il moro ridacchiando per poi iniziare a solleticare i fianchi del biondo facendolo scoppiare a ridere.
"Alè, dai smettila! Okok basta parlo ti giuro parlo!"
Il moro soddisfatto si fermò, riaccogliendo il ragazzo nel suo abbraccio protettivo.
"Ecco io...beh di notte, al buio non vedo niente, non so quello che mi circonda e...non mi piace"
Alex lo guardò negli occhi, gli sorrise ancora una volta per poi schiarirsi la voce e iniziare a recitare il pezzo di una delle sue letture preferite
"Il giorno mi stanca e m'annoia. È brutale e rumoroso. Mi alzo a fatica, mi vesto svogliatamente, esco di cattivo umore, e ogni passo, ogni movimento, ogni gesto, ogni parola, ogni pensiero mi stancano come se sollevassi un pesante fardello. Ma quando il sole tramonta m'invade una gioia confusa, una gioia di tutto il corpo. Mi sveglio, mi animo. A mano a mano che lí ombra s'infittisce mi sento un altro, più giovane, più forte, più sveglio, più felice. La guardo infoscarsi, questa grande ombra dolce caduta dal cielo: sommerge la città come un'onda inafferrabile e impenetrabile, nasconde, cancella, distrugge i colori, le forme, abbraccia le case, gli esseri, gli edifici col suo impercettibile tocco.
Allora sono tentato a gridare di piacere come le civette, a correre sui tetti come i gatti; e un impetuoso, un invincibile desiderio d'amare s'accende nelle mie vene.
Vado, cammino, ora nei sobborghi oscuri, ora nei boschi vicini a Parigi, dove odo aggirarsi le bestie mie sorelle e i bracconieri miei fratelli.
Quello che amiamo con violenza finisce sempre con l'ucciderci. Ma come spiegare ciò che mi accade?"
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The fear of the dark
FanfictionEra una una domanda che gli era uscita così, di getto, con tutta l'ingenuità e la dolcezza del mondo "Alè ma come fai tu a non avere paura del buio?"