CHAPTER ONE

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-Papà cosa mangiamo?- sento la voce di mio figlio che corre per le scale, la sua chioma riccia castana spunta prima del suo sorriso e dei suoi occhi verdi come i miei.
-Pasta al formaggio.- dico colando la pasta.
-SII.- saltella e prende l'acqua nel frigo per metterla sul tavolo visto che è l'unica cosa che ho dimenticato di mettere.
-Siediti su, è quasi pronto.- sorrido e metto il formaggio in quantità enormi.
-Più formaggio che puoi papà.- dice il mio ometto, aspettando con l'acqualina in bocca è il suo piatto preferito.
-Arriva subito Justin, con calma.- dico sorridendo e portando la pentola sulla tavola mettendola al centro e iniziando a riepiere il suo piatto e poi il mio.
-Come è andata a scuola oggi?- Justin va in quarta elementare ed oggi è rimasto da Chloe per fare i compiti con Harriett.
-Tutto bene papà...- dice calando il viso nel piatto e iniziando a mangiare.
-Cosa è successo Justin?- conosco mio figlio come la mie tasche e quando cala il viso significa che è successo qualcosa.
-Niente papà, davvero.- continua a tenere il viso abbassato e a non guardarmi negli occi.
-Justin ti conosco, cosa è successo?- dico posando le posate, incrocio le braccia poggiando la schiena allo schianale della sedia aspettando che lui parli, perchè parlerà, lo conosco.
-Ho preso un'insufficienza al compito di scienze.- posa le posate anche lui, non guardandomi in viso.
-Non è successo niente Justin, puoi recuperare, se non ci riesci puoi chiedere aiuto ad Harriet lei è un piccolo genietto.- sorrido scompigliandogli i capelli. -Pensavo che avessi importunato qualche ragazzina già fidanzata ed hai malmenato il fidanzato.-
-Non sei arrabbiato con me?- alza il viso di scatto.
-Perchè dovrei, non è successo niente.- sorrido e avvicino la mia sedia alla sua.-Salta su.- dico battendo sulle mie gambe. Mi guarda di traverso.-So che sei grande ormai ma vieni su.- sorrido e dopo due minuti mi sale sulle gambe e lo strigo fra le mie braccia.
-Sei la cosa più importante della mia vita e un brutto voto non cambia quello che provo per te, quanti ne ho presi io di brutti voti a scuola ho perso il conto.-
-Ti voglio bene papà.- mi stringe forte e trattengo le lacrime, è un immenso orgoglio che il mio piccolo ometto mi voglia bene.
-Anche io ometto.- gli do un bacio fra i capelli.
-Papà posso dirti una cosa?- dice staccandosi da me e stando ancora sulle mie gambe, mi guarda fisso negli occhi.
-Dimmi.- gli scosto i capelli dal viso.
-Vuoi dirmi perchè non ho mai conosciuto la mia mamma?- abbassa di nuovo il viso e si passa una mano fra i capelli. -Sono grande ormai.-
-Sei sicuro che vuoi saperlo piccolo?- non gli ho mai detto perchè come tutti i bambini non ha una mamma che lo abbracci, che gli dia il bacio della buonanotte oppure gli rimbocchi le coperte.
-Si papà, sei il papà più forte del mondo ma voglio saperlo.-
-Okay ma prima mangiamo, sparecchiamo la tavola e andiamo a farci una doccia.- sorrido e lo faccio scendere dalle mie gambe.
-Va bene.- continua a mangiare  chiedendo anche il bis,poi dopo aver finito mi aiuta a mettere tutto apposto e caricare la lavostoviglie.

Sono nella sua camera seduto sul suo lettino, non so come iniziare, come dirgli che la sua mamma ci ha abbandonati senza un motivo ben preciso.
-Papà vai, non ho paura di sapere, perchè per me l'importante è che ci sei tu con me.- dice Justin seduto con il suo pigiamino di Capitan America, il suo eroe preferito.
-Sei la mia vita.- lo abbraccio forte e poi mi stacco predendo un forte respiro.-La tua mamma si chiama Kristeen, era la ragazza più bella del liceo. Molto intelligente, ho pravato di tutto per far si che fosse la mia ragazza e ci sono riuscito. Dopo il liceo come sai mi sono arruolato nei marines ma ero sempre innamorato di lei, poi dopo qualche anno che siamo stati insieme, abbiamo deciso di andare a convivere e boom tua madre mi ha detto che dovevi arrivare tu, ero l'uomo più felice al mondo così ho deciso di fare la mia ultima missione  per poi ritornare a casa e stare sempre con voi. Al mio ritorno sei arrivato tu, il mio piccolo ometto. Siamo stati con te per qualche giorno quando la tua mamma ha deciso di andare via, non so perchè, mi ha lasciato solo una foto con scritto "Mi dispiace Lincol, ma non posso restare.K"
forse è andata via per paura oppure davvero non so.- alzo il viso e vedo il mio piccolino con le lacrime agli occhi e il mio cuore si spezza, Kristeen non può fargli del male non ne ha nessun diritto, lo prendo al volo fra le mie braccia. -Non piangere, non merita che tu pianga.-
-Non mi voleva.- dice fra i singhiozzi.
-No Justin, non è colpa tua se è andata via, è solo colpa sua, non sa cosa si è persa in questi anni.- gli predo il viso e gli asciugo le lacrime.-Si è persa te e la mia immensa bellezza.- sorrido e lui ride con me fermando le sue lacrime.
-Posso dormire nel letto con te papà?- dice passandosi le mani sul viso, pulendosi le lacrime.
-Certo che puoi.- lo prendo in braccio e andiamo in camera mia.
Appena arrivo in camera con lui in braccio mi butto sul letto facendolo ridere come un matto.
-Inizia a metterti sotto le coperte, mi cambio per dormire.- gli faccio l'occhiolino e in due minuti mi metto i miei pataloncini che uso per dormire e mi butto sotto le coperte con lui.
Si avvicina a me e poggia la testolina riccia sul mio petto.
-Non m'importa che non ho una mamma, l'importante che ho il papà migliore del mondo, sei mio capitan america.- mi stringe forte e lo strigo a me.
Trattengo le lacrime per fargli capire che sono forte, anche se dentro di me c'è in guerra perché non voglio che mio figlio sua triste per la donna che l'ha messo al mondo.

Il giorno dopo, porto Justin a scuola e fuori al cancello c'è Chloe con i suoi tre piccoli ma Justin dopo aver salutato velocemente Louis e Jaidyn, va da Harriet e l'abbraccia forte prendendo la sua mano.
-Ciao a tutti.- dico salutando i bambini e poi Chloe.
-Ciao Lincol.- dicono tutti insieme.
-E' ora di andare su, buona giornata ci vediamo all'uscita, fate i bravi.- dice Chloe salutandoli con la mano.
-Ciao mamma.- dicono i suoi piccoli.
-Ciao papà.- mi saluta Justin senza staccare la mano di Harriet.
Vai piccolo, tutto suo padre, lo guardo con amore. Harriet è la sua migliore amica, come dice lui, da quando si conoscono sono stati sempre attaccati e ora ancora di più.
-Tuo figlio ci prova spudoratamente.- sorride Chloe dandomi una piccola spinta.
-Mamma Chloe, è tutto suo padre, ha buon gusto.- sorrido facendole l'occhiolino.
-Se la fa piangere giuro che meno te.- mi guarda in cagnesco.
-Ti ho detto che è come me, non farebbe mai piangere una donna.- mentre parlo con lei sento squillare il mio cellulare.-Scusami Chloe, devo rispondere.-
-Tranquillo vai, che io devo andare a lavorare e finire prima che le pesti tornino a casa.- dice, sta per andare via ma poi si volta di nuovo verso di me. -Ci vediamo qualche giorno a cena okay? Non aspetto un no come risposta.-
-Certo, non posso dire di no alle tue fantastiche cene.- sorrido e prendo al volo il cellulare dirigendomi verso la mia macchina.
E' Brandon, il mio migliore amico, nonché mio socio in officina.
-Quando arrivi?- dice senza nemmeno salutare.
-Buongiorno anche a te, sono appena salito in macchina il tempo di arrivare. Ho accompagnato Justin a scuola.- metto in moto la macchina e inserisco il vivavoce in modo che possa guidare.
-Ah scusami, pensavo che ci stessi provando con tutte le mamme. Arriva, abbiamo due consegne per oggi nel pomeriggio e tre auto appena arrivate.- dice velocemente.
-Arrivo.-

Sono in officina, una renault captur ha problemi con il motore e dopo un po' sono riuscito a capire dove fosse il problema e la sto riparando mentre Brandon controlla una Land Rover che ha problemi con i freni. Quando entrambi ci fermiamo perchè sentiamo dei scoppiettii fuori la nostra officina un'impala del 67 si ferma e esce del fumo sul davanti, dove si trova il motore.
-No ti prego, non abbandonarmi ora.- sentiamo una voce femminile e lo sbattere di uno sportello, mi allontano dalla macchina ed esco fuori.
-Ti serve aiuto?- esco pulendomi le mani con lo straccio che porto nella tasca posteriore dei jeans.
-Si ti prego, si è fermata e non capisco il perchè.- la donna si volta muovendo la sua chioma rosso fuoco mostrando un viso angelico, la guardo dalla testa ai piedi e wow che donna. 

Angolo autrice
Scusatemi l'immenso ritardo ho pubblicato dopo una settimana, ma sono in pieno periodo esami e il tempo di dedicarmi alla scrittura e poco ma c'è la metterò tutta per pubblicare almeno una volta a settimana ❤️
Cosa ne pensate di questa nuova storia so che siamo all'inizio ma un pensiero dei vostri mi farebbe piacere!

love.xx

~Holding on for life~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora