《Capitolo 12》

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Sveglia prestissimo, ci prepariamo e ci ritroviamo tutte in una sala comune per dividerci i compiti della giornata, Catrine assegna a tutte dei compiti poi però quando tocca a me mi guarda poi passa oltre, alzo un sopracciglio stranita, mentre tutti i presenti escono dalla stanza io ferma Catrine afferrandole un polso

«Catrine perché a me non mi hai assegnato nessun compito?» chiedo seria, la bionda mi guarda poi sospira
«per ora ti riposerai, nel pomeriggio incontrerai il tuo padrone con il quale stipulerai un contratto che solo lui può scogliere» afferma sbrigativa
«cerca di darti una sistemata, parla poco e sii gentile» continua tranquilla, le lascio la mano e lei esce fuori correndo, mi siedo su di una sedia

dentro di me sono contenta di non lavorare ma dall'altra non voglio certo essere il cagnolino di nessuno, al solo pensiero mi sale la rabbia a livelli critici; decido per prima cosa di farmi una doccia, dopo essermi rilassata con una doccia ghiacciata per rinfrescarmi un po' dal caldo soffocante, guardo il mio riflesso e per poco non urlo..

delle profonde occhiaie violacee contornano i miei occhi verde smeraldo, la mia carnagione olivastra ha un colorito smorto, i capelli sono appiccicati alla faccia ancora grondanti d'acqua, per prima cosa dato il mio nuovo incarico faccio sparire le occhiaie e riavviavo il colore della mia pelle, non asciugo i capelli li lascio in morbide onde metto la matita nera su gli occhi e poi mi vesto indossando dei pantaloncini neri, una canotta viola, e degli anfibi neri opachi, mi guardo allo specchio soddisfatta ed esco dalla stanza,

prendo le mie poche cose come i miei vestiti e la mia uniforme, guardo l'ora e sono le 8:20 è prestissimo così decido di andare in cucina per sgranocchiare qualcosa.

Detto fatto giunta in cucina Stephen il pasticcere sforna i cornetti, il loro odore invade le mie narici estasiandole, mi avvicino al bancone puntando il mio sguardo su di un cornetto alla crema
«tieni Haivy» me lo porge Stephen sorridente, è un ragazzo più grande di me di 2 anni ha i capelli rasati cortissimi carnagione chiara ed occhi grigi, ha un fisico magro non molto muscoloso è estremamente simpatico anche se ci prova con tutte le cameriere che fanno avanti ed indietro dalla cucina
«Grazie Stephen» lo ringrazio addentando un pezzo di cornetto, lui sorride
«oggi non lavori?» chiede con sguardo lascivo
«No da quanto mi ha detto Catrine nel pomeriggio devo incontrare il mio padrone» dico affranta, lui mi abbraccia
«povera piccola!!» piagnucola strangolandomi
«Ste-phen!!» balbetto picchiettando sul suo braccio, lui mi molla
«scusa..» ridacchia grattandosi la testa, lo guardo malissimo
«non ci vedremo più quindi» piagnucola con occhi da cerbiatto
«non fare il bambino!» dico io con tono maturo finendo il cornetto; in suo sguardo di diamante mi scruta scatenandomi una risata isterica
«se quel figlio di papà ti tratta male dimmelo e gli spacco la faccia!» dice alzando il pugno

«Stephen!!!» la voce stridula di Beth la capo cuoco risuona per tutta la cucina, il ragazzo si gela sul posto, la ragazza dai capelli legati con dei codini alti si avvicina con una chicchiarella
«razza di provolone fila a lavorare!!» gli urla contro fuori di se, Stephen con uno sguardo terrorizzato fila subito a lavorare
«giorno Beth!» la saluto ridendo come una matta
«Giorno a te Haivy!» esclama saltellando via
«tu sei mia..» afferma in modo malizioso Stephen, ricevendo un matterello volante dritto in testa da parte di Beth
«maniaco pervertito» ringhia, uscita dalla cucina mi piego in due dalle risate che sto piangendo, mi accascio a terra ridendo sonoramente.

Dopo essermi ripresa mi rialzo da terra decisa di andare a fare un giro per il castello giusto per passare un po' di tempo; nel mio vagabondare per il castello mi ritrovo in uno splendido roseto ben curato, respiro affondo chiudendo gli occhi lasciandomi cullare da quel dolce profumo un vento caldo mi scompiglia i capelli lasciati sciolti ormai asciutti, le foglie si muovono seguendo il vento uno sguardo mi trapassa la schiena è una sensazione veloce la quale però mi ha lasciato un brivido freddo su per la schiena

"cosa è stato?" mi domando tra me, scollo le spalle sbuffando, guardo l'orologio e sono le 12:20 sgrano gli occhi sconvolta, quando mi riprendo rientro nelle mura del castello iniziando a chiedermi dove devo incontrare il mio "padrone".

«Haivy!!» una voce a me familiare mi fa voltare è noto Catrine corrermi in contro
«si che succede?» domando spaventata
«ti ho trovato, vieni mi è stato detto di chi sarai la schiava» a quella parola sento il sangue ribollirmi nelle vene, lei mi afferra il polso trascinandomi via da lì. Passiamo in diversi corridoio svoltando in continuazione, fino a quando la donna si ferma facendomi schiantare sulla sua schiena; mi massaggio il naso brontolando
«siamo arrivati» dice con voce bassa, la guado il suo sguardo è triste...malinconico
«piccola dietro quella porta c'è il tuo futuro» la sua voce è un sussurro, lei mi guarda poi mi abbraccia..sorpresa ricambio l'abbraccio restiamo così per qualche secondo
«abbi cura di te piccola!» afferma al mio orecchio stringendomi ancora più forte, mi sento la spalla bagnata e mi accorgo che sta piangendo le asciugo le lacrime
«grazie di tutto Catrine!» sussurro trattenendo le lacrime, ci stacchiamo e lei mi stringe la mano per darmi coraggio, poi si allontana sparendo dietro la porta
«buona fortuna» sussurra, annuisco sicura mi avvicina alla porta...afferro la maniglia e...

Lo so che mi volte tanto bene! eccovi il 15º capitolo! so che ora chiederete la mia testa ma dovete aspettare domani!!
spero vi sia piaciuto il capitolo vi voglio bene ed adoro i commenti che mi scrivete!!

❦𝓵𝓪 𝓢𝓬𝓱𝓲𝓪𝓿𝓪 𝓭𝓮𝓵 𝓟𝓻𝓲𝓷𝓬𝓲𝓹𝓮❦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora