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"Cara equitazione,

dal momento in cui ho iniziato a infilarmi quel cap più grande di me in testa immaginandomi in un campo verde pieno di ostacoli, circondato da un numeroso pubblico in festa, ho capito che una cosa era vera: ero innamorata di te.

Un amore così profondo che ti ho dato tutta me stessa, dalla mia mente al mio corpo, dalla mia vita ai miei sentimenti.

Da quella bambina di sei anni profondamente innamorata di te, non ho mai visto la fine del tunnel, ma me stessa galoppare, ancora, ancora ed ancora, imperterrita, senza mai vedere il limite della passione.

E così ho galoppato. Ho galoppato su campi piccoli, su campi più grandi, tenuta alla corda e poi finalmente libera. Ho galoppato sulla spiaggia e in un bosco. Ho galoppato verso salti sempre più alti e sempre più spaventosi, ma che mi facevano volare sempre più in alto. Ho galoppato con felicità nei giri d'onore, e immersa nello sconforto totale nei momenti difficili. Hai richiesto la mia forza proprio in questi, e io ti ho dato il mio cuore affaticato, perché sapevo ci sarebbe stato altro, e altro ancora. Mi hai fatto del male, perché la speranza era sempre tanta, ma gli ostacoli sempre di più senza quei mezzi per oltrepassarli.

Ho galoppato nella gioia e nel dolore, non perché era la gara a richiedermelo, ma perché TU mi hai chiamato e mi hai cercato.

Ho dato tutto per te, perché questo è quello che fai quando qualcosa ti fa sentire vivo come mi hai fatta sentire tu.

Hai dato a quella bambina di sei anni il suo sogno stropicciato e ti amerò per sempre per questo, ma non posso amarti così ossessivamente e ad occhi chiusi ancora per molto: ho bisogno di un tuo segnale di rivincita. Sono cresciuta e la inconsapevolezza si è sostituita con la presa di coscienza e con la paura che crescendo mi abbandonerai, che dimentichi perché tutto ebbe inizio, che scordi il nostro tacito accordo.

Ogni momento "no" spero sempre sia l'ultimo, ma sei sempre solo tu a decidere, le preghiere non bastano. Non serve dire "Basta, ti prego, fammi vedere per cosa lotto". E ogni volta, quando credevo di aver dato tutto quello che potevo dare, mi chiedevi ancora di più, violenta e prepotente. Ti ho maledetto, ho desiderato di smettere di amarti perché quel che ho sempre dato non è mai bastato, non ti è mai bastato: mi mettevi sempre davanti un problema e una volta in piedi me ne regalavi un altro, e cadevo ancora. Mi hai fatto conoscere il più profondo turbamento, la più forte delusione, i più incisivi rimpianti. Ma nonostante questo, non mi hai mai fatto mollare, mai un secondo. Sei stata la maestra più severa e allo stesso tempo l'unica capace di farmi sognare.

Non importa quanto mi hai fatto passare, quante lacrime mi hanno rigato il viso, quanto ancora di me dovrò mettere in gioco e quanto ancora faticherò per fare capire le dimensioni di quel che provo in sella. Grazie a te ho un sorriso sincero, un amico fidato, un posto in cui rifugiarmi dalle paure. Sei qualcuno contro cui, ma anche per cui e con cui lottare, un dono unico e raro, che mi contraddistingue da chi non ha una passione a riempirgli il cuore, la vita, le vene. Per questo ogni delusione, ogni lacrima che precipita sul suo collo, ogni paura, ogni singola goccia di sudore ti fa odiare, ma ti fa anche profondamente amare. Per questo avrò sempre la forza di lottare per te: ogni volta che me lo chiedi, nel tuo modo sfrontato ed egoista, risponderò senza nessuna esitazione alla tua chiamata.

Entrambe sappiamo che non importa cosa accadrà dopo, cosa ci riserverà il futuro, o cosa mi riserverai tu stessa: sarò sempre quella bambina con le calze sopra ai pantaloni, con il cap stretto in testa mentre immagina quell'illimitato campo verde. E allora chiudo gli occhi: immagino ancora quelle bandiere sventolare al vento e ascolto il suono della campanella. 1,2,3,4, ripeto il percorso e accarezzo quel tondo collo. Respiro, redini in mano: si riprende a galoppare con, e per, il mio sogno stropicciato."

Cit. by Corhabeo.it - all right reserverd -2016

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