inattesa verità

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Per chi ama le belle letture.

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Prima dell'intervento mi fecero firmare una serie di moduli e schede con i quali autorizzavo tutto o quasi tutto. Prelievi, trasfusioni, donazione degli organi, e poi privacy ed autorizzazione al trattamento dei dati. Mi duoleva la mano destra dalle firme che avevo apposto. Ero invaso da fogli di carta di una burocrazia che ne sa uno più del diavolo. Purtroppo la mia salute  cagionevole non mi permetteva di esentarmi da questo onere. Ed era urgente che lo facessi al più presto in quanto,  il tempo a disposizione era davvero esiguo. L'a mia vita dipendeva completamente da questo intervento. Adesso ero pronto ad affrontarlo . L'unica nota negativa era che essendo figlio unico e celibe , a parte i miei genitori e qualche amico intimo nessun altro mi avrebbe atteso nella dovuta sala .
Nessuna moglie o compagna. Nessuno figlio.
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Quando mi risvegliai ero frastornato e confuso. Mi duoleva la testa. Era come se me l'avessero staccata e messa in un frullatore per ore ed ore. Quando aprii gli occhi , tentando di far connettere  pupille e cervello , vidi intorno a me una serie di ombre che si stagliavano immobili vicino al mio giaciglio. Alcuni , in prima fila con lunghi camici bianchi, subito dietro altre del tutto sconosciute al mio primo battito di ciglio. Tutti annuivano. Man mano che prendevo coscienza e conoscenza dello spazio intorno a me   ,capivo che i camici bianchi lo facevano per soddisfazione professionale, gli altri per soddisfazione parentale. Era andato tutto per il meglio. Primario, medici e tutta l'intera equipe mi osservavano e mi studiavano, come se fossi tornato sul pianeta terra dopo un lungo e devastante viaggio nelle terre buie e tetre che confinano con l' oltretomba. Mi sentivo solo , vuoto , in uno stato di completa dipendenza dai farmaci che mi iniettavano e dalle macchine che mi tenevano in vita. Era stata dura. Ma ce l'avevo fatta.
Una nuova vita si  proiettava davanti a me.
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Rimasi in ospedale per un lungo tempo. La riabilitazione del corpo e della mente ebbe bisogno di piccoli tasselli,  che andavano messi in ordine giorno dopo giorno , al fine della costruzione di un' nuovo uomo. Non avendo famiglia , dopo le prime visite istituzionali di amici e conoscenti,  rimasi per la maggior parte del tempo in compagnia del miei pensieri e degli altri inquilini, con i quali dividevo la stanza e rispettivi dolori. Ogni giorno carovane di mogli e figli transitavano nei corridoi angusti di quel lazzaretto, cercando mariti e padri , scampati anche loro alla falce della morte.
Essendo  scapolo non riuscivo a capire quel tipo di amore  che li legava così forte e appassionatamente.
I medici mi confidarono che l'operazione era stata quasi un miracolo. Durante l'intervento avevo perso molto sangue e se non fosse stato per le numerose trasfusioni a cui fui sottoposto, probabilmente avrei indossato adesso ,come capello, una bella lapide di marmo di Carrara.
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La curiosità è femmina ma nel mio caso è l'eccezione che conferma la regola. I medici mi avevano rivelato che solo grazie appunto a quelle sacche di sangue era ancora vivo e vegeto. Mi chi erano stati i donatori? Questo quesito lampeggiava costantemente nella mia mente come il classico semaforo arancione fuori servizio. Uno dei medici era un mio amico e attraverso lui fu abbastanza facile convincerlo a procurarmi una copia della lista dei miei salvatori. Quando il giorno  successivo me la consegnò fu come aprire uno scrigno d'oro ove all'interno era segretamente custodito il mio futuro. Scorrevo con il dito la lista  delle persone dall'alto in basso del foglio. Quella lista speciale che era stata la mia salvezza. Conoscevo perfettamente tutti i  nomi e cognomi che la componevano. Li avrei ringraziati singolarmente per questo  atto d'amore. La lista comprendeva,  i miei genitori, amici e conoscenti che si erano resi disponibili qualora fosse stato necessario.
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Mentre leggevo attentamente mi soffermai su un nome che non avevo mai sentito in vita mia.
Un certo Antonio Gonzales y Rodriguez.
Era l'unico sconosciuto di una lista conosciuta. Accanto al nome un indirizzo.
Carrera de Pavia 5.
Valencia.
Come ho già anticipato la curiosità è donna ma in questo specifico caso sarei stato disposto a cambiar sesso pur di sapere chi era questo uomo.
Non c'era altro modo di saperlo se non quello di recarsi in quel posto.
Ed è ciò che feci senza alcuna esitazione.
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Quando atterrai a Valencia era una giornata stupenda. In questa città regna l'eterna primavera. L'a temperatura non scende mai sotto i 15 gradi . Il sole spiccava forte in un cielo limpido ed azzurro . Gli occhiali da sole Reyban furono inevitabili. Ritirato il piccolo trolley mi avviai verso  l'uscita  in cerca di un taxi. Appena giunto fuori mi misi in fila , attendendo il mio turno. Rimasi poco ad aspettare. Poco minuti dopo già viaggiavo sul retro della mia temporanea Ibiza godendomi il paesaggio che scorreva veloce sul mio finestrino. Il viaggio fu breve ma intenso. Le domande su questo sconosciuto si susseguivano e si amplificavano Man mano che si accorciava la distanza tra me e quel indirizzo spagnolo di Valencia. Il taxi proseguiva piano nel traffico mattutino della città appena risvegliata. Visi assonnati da una notte di baldorie sbagliavano come le fauci aperte di un ippopotamo. Quando il taxi giunse davanti all'indirizzo il mio cuore di fermò.
Davanti a me c'era una villetta bianca a due piani .
Solo la porta d'ingresso di quella dimora mi separava da Antonio Gonzales y Rodriguez.
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Bussai sulla porta tre volte con le nocche della mano destra. Per tre volte sentii echeggiare quel suono secco all'interno dell'abitazione, come se fosse completamente vuota ed abbandonata. Attesi invano per diversi minuti immobile come una statua. Sembrava che non ci fosse nessuno. Forse sarei dovuto tornare in serata. Proprio mentre avevo  volto le spalle all'entrata, un leggero cigolio mi bloccò. Mi girai di scatto e vidi una donnina piccola e paffuta che mi osservava con aria di sfida. Mi presentai assicurandola che non ero un venditore ambulante e neanche un rappresentante di pentole a pressione. Gli dissi la motivazione per cui cercavo il signor Rodriguez e che avevo affrontato un lungo  e  faticoso viaggio da Roma per per parlare con lui. Mi fissò di sottecchi e grazie a non so quale Dio , si decise a farmi entrare. L'a casa aveva un forte profumo di fiori di campo. Mi fece accomodare in un ampio salone con una splendida parete a vetrate che dava su un giardino  rigogliosissimo di piante e di fiori di ogni colore. Mi sembrava un piccolo paradiso terrestre. Mi sedetti su una vecchia poltrona in pelle accanto ad un enorme camino in pietra. Nonostante era spento rendeva quell'ambiente caldo ed ospitale. Un ulteriore cigolio di una porta mi avvertí che qualcuno stava per entrare.
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Sapevo di essere giunto all'epilogo di questa incredibile storia. Il mistero stava per essere svelato. Avevo la gola secca e la lingua serrata tra i denti. La porta si aprì lentamente e due figure fecero qualche passo entrando entrambi nel salone. Si tenevano per mano . Quando alzai gli occhi e li incrociò con i loro , il tempo si fermò.
Di fronte a me c'erano una donna sulla cinquantina e  un uomo sulla trentina.
Quando misi a fuoco il volto della donna venni preso e trasportato dal tempo in quella calda notte d'estate,  sulla spiaggia di Fregene . Io studente  appena ventenne , lei turista spagnola in giro per l'Europa con il suo biglietto interaling.
Fu una notte piena di passione e di dolcezza. Una notte che non avrei mai più dimenticato per tutta la vita.
Il giorno dopo l'accompagnai alla stazione Termini. Ci salutammo con teneri baci ed abbracci promettendoci che non ci saremo persi di vista.
Non la vidi mai più.
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Quando il ragazzo ricciuto accanto a lei sorrise, fu come guardarmi allo specchio.
Era mia copia esatta.
Dissi solo ....Antonio?
Lui annuì.
Poi mi si avvicinò e mi strinse forte tra le sue braccia. Io lo guardai ancora e gli dissi.
Grazie Antonio per tutto ciò che hai fatto per me.
Lui mi strinse ancora più forte e mi sussurrò.

Grazie a te  papà per la vita che mi hai donato.

Non ero più solo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 21, 2016 ⏰

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