Keira sembrava una bestia selvatica in gabbia, lì, seduta in quella sedia. Squadrava con disprezzo tutti quelli in sala, saltando ogni volta di proposito lo sguardo di Joseph. Il ragazzo aveva preferito rimanere in disparte appoggiato alla porta. Non era bravo in queste cose: interrogatori, trattative... soprattutto dopo aver saputo che il suo migliore amico era morto e lui non aveva fatto un cazzo. Guardare lei, così simile a Chris in quanto sua parabatai, era come infilzarsi volontariamente un pugnale nel petto.
- C'è un demone superiore a piede libero, dobbiamo avvertire l'Enclave - sentenziò Ryan con sguardo annoiato.
- Ryan ha ragione, è la prassi ed è la soluzione più sicura - concordò Trav con il suo parabatai.
Keira scoppiò in una risata che di allegro aveva ben poco, congelando la situazione e portando lo sguardo su Damien.
- Sono una Shadowhunter eppure mi trattate peggio di un mondano. La mia opinione conta quanto la vostra e puoi starne certo, non mi farò sbattere davanti all'Enclave - ringhiò.
- E invece posso, in quanto capo dell'Istituto. In più, sappiamo benissimo che non sei una Cacciatrice normale e questo è l'unico motivo che mi frena dal costringerti all'interrogatorio con la spada mortale - tuonò Damien sbattendo le mani contro il tavolo.
Fu in quel momento che Joe scattò in avanti afferrando saldamente il braccio dell'uomo chiudendolo in una morsa ferrea - Non te lo permetterò, lo sai benissimo. La porto via con me piuttosto che lasciarla davanti all'Inquisitrice. Non faccio lo stesso errore due volte -
Per quanto ammirasse e stimasse Damien, Keira rimaneva la sua priorità. Lo era sempre stata.
- Che significa che non è una Shadowhunter normale? - chiese Trav.
- Niente che ti riguardi Trav, non ora. Keira devi dirci tutto quello che sai - lo liquidò Dam.
Keira inspirò bruscamente e guardò per la prima volta Joe. Incrociare il suo sguardo fu come tornare ai bei vecchi tempi, quando demoni superiori non erano un problema e Chris era lì a dividerli quando si picchiavano. Quando Chris era vivo.
- Decidi: o noi o l'Inquisitrice -
- E sia - spuntò Keira irritata - Ero di ronda assieme alla mia squadra, Christian Fairchild e Juden Penhallow. Stava andando tutto bene, tutto tranquillo quando... quando... - le parole le morirono in gola. Non ce la faceva a continuare. I ricordi di quella sera continuavano a perseguitarla come un incubo da cui non poteva scappare. Era come rivivere ogni istante la stessa orribile scena.
- Hey ascoltami - le mormorò Joe avvicinandosi - Respira Dee -
Keira perse un battito. Quel soprannome... non lo sentiva uscire dalla sua bocca da tre lunghi anni. Forse fu quello a scioglierla o forse gli occhi dorati che tanto le erano mancati anche se era difficile ammetterlo, ma le parole iniziarono a rimbombare nella stanza.
- E' spuntato dal nulla. Prima era tutto nero, poi è arrivato lui. Ci ha bloccato la strada e poi ci ha attaccato, senza motivo. Abbiamo reagito, ci abbiamo provato, lo giuro, ma era troppo forte cazzo. Troppo - strinse i denti per evitare di piangere e, inaspettatamente sentì la mano di Joe sulla sua spalla, come ai vecchi tempi - Jud è stato colpito violentemente alla testa ed è caduto mezzo morto a terra, mentre io sono stata scaraventata contro una parete. Poi... il mostro ha caricato verso di me e non potevo muovermi... ma il colpo non è mai arrivato. Ha trapassato Chris che si era messo in mezzo, sono riuscita a vedere solo la punta dell'artiglio dall'altra parte del suo corpo -
Sentiva la rabbia di Joe come se fosse la propria. La mano che teneva sulla sua spalla era come un ponte, un contatto tra le due menti che giuravano vendetta.
Del loro trio era sempre Chris quello tranquillo e riflessivo mentre Keira e Joe erano due vulcani attivi: insieme si equilibravano.
- E' tutto? - chiese Dam. Keira annuì - Bene, tutti fuori -
Come dei soldatini, i due cugini Blackthorn annuirono e uscirono senza fiatare, seguiti da Ryan e Albert. Damien lanciò un'occhiata a Joe prima di chiudere la porta dietro di sé.
Rimasero soli, per la prima volta dopo tre anni. Avevano così tante cose da dirsi che l'orgoglio di entrambi le tenne dentro. E, nel silenzio, continuavano a fissarsi senza mai distogliere lo sguardo un istante.
- Mi chiami ancora Dee - disse improvvisamente Keira.
Tutto si poteva aspettare il ragazzo, ma non quello - Per me rimani la ragazzina che permetteva a me e a Chris di chiamarla Dee -
- Non sono più una ragazzina - come se Joe non l'avesse notato - Neanche Chris lo era -
- Lo so -
- Era forte, intelligente e scaltro. Sappiamo benissimo che... -
- Non è stata colpa tua Dee - l'anticipò Joe - Non potevi saperlo, succede molto più che raramente che un demone superiore attacchi per strada senza motivo -
- Andiamo Joe, non fare finta di non sapere cosa sono veramente! Ho attirato io quel Demone e tu avresti dovuto essere al nostro fianco! - scatto Keira sbattendo le mani contro il tavolo.
-Ho avuto le mie motivazioni per andarmene, per quanto sbagliate possano essere state. Voglio un bene dell'anima a te e a Chris, non avrei mai lasciato che una cosa del genere accadesse! Era il mio migliore amico, avrei dato la vita per lui! -
Si fermarono un secondo, uno davanti all'altra in silenzio. In men che non si dica si trovarono stretti in un abbraccio che sapeva di dolore e nostalgia. Keira si rannicchiò contro il suo petto e non poté fare a meno di pensare a qual'era stato il prezzo per rivedere il viso di Joe. Sentì le lacrime salire lente e amare finché non scoppiò in un pianto silenzioso contro la camicia del ragazzo. Pianse per la morte del suo parabatai, per i tre anni che avevano perso assieme a Joe, per il suo sangue che le aveva portato solo che sofferenze.
- Ci sono io qui, non sei sola - non le disse che sarebbe andato tutto bene, sapeva che sarebbe stata una bugia.
- Joe... - sussurrò calmandosi - i sigilli... -
L'Herondale si staccò un attimo per guardare negli occhi la ragazza.
Gli ci volle un attimo per capire quello che intendeva dirgli - Merda - imprecò.
I sigilli che Christian Fairchild aveva costruito per arginare il potere di Keira erano andati distrutti con la morte del creatore. Il Demone era libero.
Ma ciò che lo terrorizzava era un'altra conseguenza - Mi sbatteranno davanti all'Inquisitrice Whitelaw appena lo scoprirà qualcuno in alto.Se poi anche Juden non ce l'ha fatta io... -
- Dobbiamo parlare con gli altri, dire loro tutto. Stai tranquilla, ci si può fidare. A meno che tu non voglia partecipare a una riunione di famiglia - provò a buttarla sul ridere, ma riuscì a rubarle solo un sorriso debole.
Keira sghignazzò - La mia cara nonnina può anche aspettare -
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Shadowhunters - City Of Demons
Fanfiction" Io non sono come voi, Joseph. Pensi che non senta quello che dicono? La sporca figlia di una cacciatrice e un demone, il mostro. Il mio cognome è quello di una delle più prestigiose famiglie di Shadowhunters, eppure per loro non sono altro che uno...