Capitolo 6

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Così dissi a Marco di scendere dall'auto. Quando io e Lucrezia uscimmo dalla porta del negozio iniziò ad urlare.

"Oh mio Dio! Mi avete portato Marco! Ma è quello vero!?"

Lucrezia era davvero esaltata. Era un mix di emozioni. Come è successo a me poche ore prima. Cioè io e Chiara che lo incontravamo per puro caso in un bar, Lucrezia invece stava aspettando da tempo per vederlo per puro caso. 

"No sono quello vero. Sono vivo e vegeto e stamattina queste due ragazze mi hanno visto in un bar. Essendo due fan, come te da quello che ho capito, sono state molto calme. A volte i miei fan, appena mi vedono, mi 'saltano' addosso e non mi lasciano andare avanti. Loro sono diverse come fan. E immagino che anche tu sia così "

Lucrezia iniziò a piangere e a non capire più niente. Era comprensibile. 

"Bea questa me la paghi eh!"

"Mi farò perdonare promesso!"

Così gli feci la foto, lui le autografò alcuni dischi che teneva sempre in borsa e gli diede pure il numero di telefono. Ma perché non lo aveva dato pure a me? Ma perché sto diventando gelosa? Non la sono mai stata e non voglio cominciare proprio adesso. Non credevo che, con la sola presenza di Marco accanto a me di solamente poche ore, mi abbia reso un'altra persona. Non mi riconosco pure io. Sta di fatto che durante queste ore ho notato che non lo vedevo solo come idolo. Tra di noi poteva nascere una bellissima amicizia, se non di più. Non volevo innamorarmi ancora. O perlomeno, non adesso. Ero appena uscita da una relazione che ritenevo seria. Anzi, credevo che fosse seria. Ma mi sbagliavo. Adesso mi dovevo concentrare sul mio presente e sul mio futuro. Non dovevo ancora ripensare a quello che era successo con Federico ed Elena. Adesso ci sono loro. Marco, Chiara e Lucrezia. Non potevo chiedere di meglio. Per di più con Marco. 

Tutti insieme eravamo andati a fare un giro al supermercato. Fui risvegliata dai miei pensieri da Marco. Sapevo che se ne accorgeva. Ero troppo silenziosa. Come quella mattina: troppo silenzio. Ma cercavo di non parlare per 'nascondermi' dal giudizio di altri.

"Bea c'è qualcosa che non va?"

"No tranquillo Marco. Va tutto bene."

"Sicura?"

"Sì certo"

"Ne vuoi parlare stasera a cena a casa mia?"

"Ma solo se non disturbo..."

Ero imbarazzata. Non sapevo che dire. Forse non volevo farglielo capire. Non volevo ammettere neanche a me stessa che mi piaceva non solo artisticamente. Non volevo farglielo capire così. 

"No tranquilla non disturbi. E poi volevo stare un po' in tua compagnia. Mi sembri tanto una persona sola"

Mi aveva capita. Ero quasi sola. Non volevo dare quel l'impressione ma era vero. Oltre a loro tre io non avevo nessun altro. Davo la mia gioia ai miei alunni. 

Era successo tutto così in fretta. Ma nel frattempo era tutto vero. Marco voleva stare un po' di tempo insieme a me. Non avevo tante intenzioni di fare amicizie in passato. Mi rendevo sempre antipatica. Tranne che con Chiara e Lucrezia e poi con Marco. Erano gli unici diversi. Gli unici a starmi accanto in tutto. Erano tutto quello che avevo. Non potevo permettere a nessuno dei tre di allontanarsi da me. Come avevo fatto anche con Tommaso. Era un mio compagno di squadra quando facevo nuoto. Lui era innamorato di me. Ma non ricambiavo il suo amore. Era semplicemente un amico. Amico che frequentavo solo agli allenamenti. Così un giorno gli risposi così male che lui cambiò società e io mi pentii per come mi ero comportata con lui. Ma non avevo altre possibilità per farglielo capire. Con le buone non ero riuscito, così, contro la mia volontà, dovetti usare le cattive. Usavo le cattive maniere solo quando era necessario. Come quando dovevo allontanare le persone che odiavo o che non c'erano quando ne avevo bisogno. Erano quasi tutti ipocriti. 



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