Un nuovo inizio

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Eccomi qui, vicino a un finestrino di un aereo, pronta ad affrontare una nuova vita, una nuova città, senza nessuno, sola. E, mentre mi immergo nei miei pensieri, una lacrima mi riga la guancia, ma nel frattempo qualcosa o meglio dire qualcuno richiama la mia attenzione.

-Ehy, ci sei? sento la voce del ragazzo accanto a me

Mi asciugo velocemente il viso, per poi voltarmi verso di lui.

-Oh,ehm,si, si ci sono...

-Menomale,eri così persa nel vedere il panorama che sembrava non ci fossi. Sai cos'è? Trascorrere un viaggio di dodici ore accanto ad una ragazza che sembra non ci sia, non è tanto...

-Oh scusi, ero persa tra i miei pensieri. Posso sapere il vostro nome?

-Certo,però dammi del tu, ormai siamo amici, comunque mi chiamo Leon. Il tuo invece?

-Che bel nome, io mi chiamo Clara.

-Come mai sei diretta per Buenos Aires?

-Il mio ragazzo si trova a Los Angeles per incidere un nuovo disco e dato che sono successe varie cose, ho deciso di partire ed andare a trovare i miei zii. Tu invece?

-Io sono di Buenos Aires, ritorno a casa dopo aver fatto un viaggio in montagna in Italia.

-Anche se sono italiana e amo tanto la mia nazione, non posso dire che l'Argentina è come una seconda casa per me.
In effetti, sono italiana nata e cresciuta lì poi da quando ho incontrato Zayn, il mio ragazzo, ho iniziato a viaggiare per l'America vivendo a Seattle.

Il ragazzo dinanzi a me è così carino con i suoi capelli castani e occhi verdi tendenti all'azzurro.
La voce proveniente dalle casse acustiche dell'aereo, mi riporta alla realtà.

Poco prima della "toccata" a terra l'aereo assume un aspetto cabrato e la spinta dei motori viene portata al minimo, toccata la pista prima coi carrelli principali poi con quelli anteriori la velocità dell'aereo viene ridotta al massimo dall'azione frenante dei carrelli: atterrata.

-Corri, andiamo a prendere le valigie!

-Sì, un attimo.
Arrivati davanti al "ritiro valigie", aspettammo per mezz'ora, poi ci dirigemmo per prendere un taxi.

-Ti voglio accompagnare io, non posso lasciare una ragazza così carina, libera a Buenos Aires. Dimmi la via e ci sarai lì in un attimo.

-Grazie, però non voglio darti fastidio. Prenderò semplicemente un taxi...

-Insisto, se non accetti ti prendo in braccio.

-Oddio, fino a questo punto no. Va bene verrò con te ma, solo questa volta... gli risposi, ridendo.
Una volta usciti dall'aeroporto, vidi una limousine aspettarci fuori, non avevo la più pallida idea che fosse un ragazzo così ricco. E, inaspettatamente, lui prende la mano.
-Ehy, sei rimasta paralizzata? Dai su.

-Sì, no, non lo so.

-Sì, va bene ho capito. Disse con il suo fare sarcastico.

Una volta seduti su quei morbidi sedili, mi chiese la via e con una partenza veloce, caddi all'indietro. Mi sembra strano trovarmi qui accanto ad uno sconosciuto. Mi sono voluta allontare da Zayn per ciò che quando fui in Italia vidi su quelle maledette riviste. Zayn con un'altra a Los Angeles... ricevetti più di trenta messaggi da parte sua e neanche uno credetti. Non volevo più vederlo, volevo dimenticarlo, volevo farmi una nuova vita senza di lui, poi una frenata mi riportò alla realtà.

-Clara, Clara?! Disse Leon.

-Sì?

-Siamo arrivati.

-Si,certo. Grazie, grazie mille di tutto. Ciao.
Mentre stavo suonando il campanello, mi prese per il braccio.

-Clara, allora... si toccò velocemente i capelli come per non sapere cosa volesse dire.

-Sì?

-Non possiamo non vederci più. Ti va di andare ad una discoteca stasera? Per passare un pò di tempo insieme?

-Leon sono davvero stanca, voglio solo sistemarmi, fare una doccia e buttarmi sul letto.

-Lo so che stai ancora pensando al tuo ragazzo, ma è solo una serata tra amici. Ti prego.

Mi dispiaceva non dire di sì ad una faccia così cucciolosa, e dopo tutto ciò che ha fatto per me, beh.
-Va bene,accetto. Ma ad sola una condizione, non voglio tornare a casa troppo tardi.

-Certo, allora a stasera per le 20, in modo che possiamo prenderci anche una pizza, se ti va.

-Sì, per me va benissimo. Adoro la pizza. A stasera.
Dopodiché mi girai e suono il campanello.

-Clara! Mi vennero in contro i miei zii.

-Zio Luke, zia Lisa da quanto tempo! Dopo un caloroso abbraccio, mi cadde una lacrima che mi rigò il viso. Mi mancava Buenos Aires, quanti ricordi, emozioni. Dopo un lungo sospiro, mi allontano lentamente.

-La tua stanza è già pronta come sempre. Per qualsiasi cosa, noi siamo qui. Disse mia zia Lisa.

-Certo, grazie ancora per ospitarmi.
Mi avvio lentamente verso la mia stanza, aprendo la finestra per prendere una boccata d'aria. Amo l'aria fresca e allo stesso tempo calda di Buenos Aires, passare l'estate qui è un qualcosa di fantastico. Decido alla fine di aprire la valigia per sistemare tutti i panni all'interno dei loro armadi. Una volta finito, mi dirigo verso il bagno a fare la doccia e dopo, come promesso, a me stessa mi buttai sul letto con il telefono. Appena lo accendo, vedo le chiamate e i messaggi di Zayn aumentare sempre di più, ma la cosa che volevo fare al momento era quella di non ascoltarli,vederli. Vedere quella copertina mi ha fatto davvero male, pensavo che il nostro amore fosse unico e invece mi sbagliavo.
***
Sento suonare il campanello, in un primo momento sembrava ancora che stessi sognando.

-Ehy, Clara c'è un bel giovanotto che ti aspetta qui giù
Mi rendoconto che era tutto reale,che ero in palese ritardo e che giù ad aspettarmi ci fosse Leon. Mi alzo di fretta, chiudendomi in bagno, mi lavo i denti, per poi correre ad aprire l'armadio per vedere cosa mettermi. Dopo aver cacciato la maggior parte dei vestiti, scelgo un vestito semplice azzurro,con dei sandali abbinati e mi feci una coda medio-alta.

-Sono pronta- dico con voce affannata-
Zia, zio esco con un amico ci vediamo più tardi.

-Stai benissimo.
Disse facendosi rosso come un peperone.

-Grazie, è un semplice vestito.

-Di niente,andiamo, sarà una serata fantastica.
Mi aprì lo sportello di una Porsche color nera e con i sedili interni beige, porgendomi una mano come fare il galantuomo.
Una volta dentro non potetti far a meno di chiedergli che lavoro facesse e lui con una risata di là e di qua mi dice che fa l'amministratore delegato della Vargas. A primo acchito rimasi scioccata ma lui mi fa ritornare alla realtà chiedendomi che lavoro facessi.

-Io sono un medico ma al momento mi sono presa una pausa.

-Amo la medicina e ammiro le persone che lo fanno. Sai io non volevo fare ciò che faccio però mio padre,essendo figlio unico, mi ha ereditato l'azienda in cui ora ne faccio parte. Il mio sogno era di diventare un archeologo, scoprire il passato.

-Che bello.
Appena rtermina di parlare, mi fa subito pensare a Zayn, è il suo stesso sogno,quello di fare archeologo.

Dopo circa mezz'ora arriviamo davanti ad una pizzeria, lui scende velocemente per poi aprirmi lo sportello e quando lo apre, scivolo sull'asfalto bagnato,dato la pioggia che aveva accompagnato Buenos Aires nelle prime dieci ore, e cado tra le sue braccia...

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