"Perchè avere paura del buio? Il buio è innoquo, è il nulla, è uno spazio di tempo rappresentato dal nero, dal silenzio, dalla calma. Quello che si nasconde dentro di esso fa paura." Queste erano le parole di mia madre, quando 8 anni fa, prima di addormentarmi, le dicevo che avevo paura del buio.
Ero così piccola, che davvero credevo a quelle parole e mi perdevo nei miei sogni, mentre lei mi accarezzava i capelli neri e mi copriva le spalle con le lenzuola.
Succedeva questo tutte le sere.
Finchè una sera non venne ad augurarmi la buonanotte. Guardavo la mia stanza. Le bambole dai capelli boccolosi e i vestiti ottocenteschi sembravano aver preso vita. Mi guardavano con i loro occhi finti e gelidi. Ma la più inquetante era quella che mio fratello maggiore Alex rovinò con i trucchi della mamma e tagliandole i capelli. Non sapevo perchè non la buttai. Fatto sta che mi fissava e dentro di me procurava un senso di timore, paura e la protezione che avrei voluto non c'era. Tolsi lo sguardo dalle bambole e guardai il mio vestito appeso all'armadio con una cruccia. Lo indossai due o tre volte, era nuovo. Lo adoravo. Ma in quel momento aveva qualcosa di sinistro. Mi ricordava il vestito di una bambina che si trovava su una copertina di un libro horror di mio padre. Non osai mai ad aprirlo, ma sapevo che faceva paura quel libro.
C'era un silenzio straziante. Di quelli che fermano il tempo. Avrei voluto chiudere gli occhi e lasciarmi coccolare dalla coperte, ma il sonno stesso mi obbligava a restare sveglia. Volevo osservare ogni minima cosa all'interno della mia camera, per scovare ciò che c'era di più lugubre.
I minuti passavano lenti in quel tacere che mi insordiva. Finchè mi si congelò il sangue a sentire delle grida. Erano grida femminili che imploravano aiuto. Erano le grida di mia madre. Le sue urla aumentarono e intanto la mia camera assumeva un odore strano e fastidioso e l'aria diventava grigia. Conoscevo quell'odore. Era fumo. Ma non capivo perchè ce ne fosse così tanto.
Scesi dal letto e lentamentamente camminai verso la porta. Restai ferma lì a fissarla, come se riuscissi a vederci attraverso. Appoggiai la mano sulla maniglia e l'abbassai. La porta si aprì e vidi mia madre ricoperta di fiamme rosse mentre il suo pigiama andava in frantumi come i suoi capelli e urlava disperata. Il calore intenso del fuoco le stava sciogliendo gli occhi e le cuoceva la carne. Io ero come ghiacciata, non riuscivo a muovermi. Solo quando mia madre urlò: "Chiara!" e sentii altre urla, sta volta di mio fratello, mi ripresi da quello stato e rientrai in camera mia chiudendola a chiave. Da piccola pensavo che le chiavi potessero chiudere tutto. Ma dopo essere andata sul mio letto rinchiusa tra la coperte, compresi che non era vero. La porta venne buttata giù. Cadde a terra evitando per un pelo il letto.
"Chiara! - urlò mio padre - Sono io! Dobbiamo and..." mentre parlava si sentì uno strano rumore, mio padre cadde a terra e poi il silenzio.
Non uscì da sotto le coperte. Piansi. Come non avevo mai fatto. Pur essendo una bambina, avevo capito che ero rimasta sola. Però pensai: "meglio sola... Che con chi ha causato questo..." uscì da sotto le coperte e vidi un ombra attraversare il corridoio e se ne andò e tornai sotto nel mio nascondiglio e chiusi gli occhi.Adesso ho 16 anni e vivo con i miei genitori adottivi e la loro bimba di 3 anni.
Inutile dire che sono cambiata. Ma la notte, al buio... Resto la stessa bambina spaventa.
Ciaooo, spero vi sia piaciuto il primo capitolo. Ci tengo a precisare che non l'ho copiata questa storia, è una mia idea. Magari lasciate una stellina e se avete dei consigli da darmi fate pure nei commenti. Aggiornerò appena questo capitolo raggiunge 50 visualizzazioni.
~Linda