Capitolo 3

38 4 0
                                    

-Bene ragazzi, mi dispiace per avervi fatto svegliare così presto, ma devo avere il tempo di spiegarvi tutto per bene.
Gli sguardi assonnati e preoccupati dei ragazzi erano tutti puntati su Kleira, ansiosi di saperne di più.
La ragazza si era svegliata molto prima dell'orario stabilito per l'incontro, e da lì non si era più addormentata,così aveva deciso di prepararsi e rimanere sul letto a riflettere, fin quando non sarebbero arrivate le 4:00 del mattino.
Renee stava barcollando leggermente sul posto, cercando di rimanere attenta e con gli occhi aperti, ma ad un certo punto dovette tenersi dalla spalla di Riley, che si trovava lì accanto, per non finire con le ginocchia a terra.
Davanti a quello spettacolo, Kleira si sentì più impotente del solito.
- Beh, stiamo aspettando – disse Ethan mettendo le mani in tasca. Aveva un paio di pantaloni verde militare e una T-shirt nera abbastanza stropicciata. Sulla spalla, c'era la solita giacca nera piegata, lo zaino in mano.
Kleira gli scoccò un'occhiata della serie " non è il momento di fare lo sbruffone " e iniziò.
- Come tutti sapete, ho ricevuto un'impresa, e ho deciso di portare voi insieme a me. Tra un'ora saremo in viaggio, e – qui guardò Aria – sarete felici di sapere che sono riuscita a trovare un passaggio – sorrise soddisfatta.
- Quello che aspettate tutti di sapere è la profezia, lo so, ma prima devo darvi un annuncio. – continuò sfregandosi le mani sui pantaloni, come era solito fare quando si sentiva nervosa – E' necessario rimanere sempre uniti e, se ci divideremo, perché sì, ci divideremo, saremo a metà. Mi spiego meglio, l'unica volta in cui ci dovremo dividere, dovremo essere cinque e cinque, questo è fuori discussione. Per qualsiasi motivo ci dovremo separare, lo faremo senza lamentele. Cinque da una parte e cinque dall'altra.
I ragazzi si scambiarono degli sguardi confusi e poi tornarono su Kleira
- Perché mai dovremmo separarci? – chiese Emily. Quella mattina, teneva i capelli in una coda alta, resa ben stretta dall'elastico verde che Kleira le aveva prestato e, subito dopo, regalato. Portava dei semplici jeans, accompagnati da una maglietta blu e, di sopra, una giacchetta di jeans. Teneva lo zainetto in mano, i laccetti riuscivano a toccare la morbida erba che li accoglieva quella mattina, al campo di fragole.
- Prima ascoltate la profezia – concluse Kleira. Poi, iniziò a recitare.
Quando finì, la reazione dei ragazzi era uguale a come l'aveva immaginata.
- Quindi, mi stai dicendo che arriveremo ad una valle in cui dopo moriremo? – chiese per primo Riley
- E sarai tu a fare tutto il lavoro. Non vedo a cosa dovremmo servirti noi. – sbottò Jonathan
Kleira era tentata di rispondergli che non era stata una sua idea chiamarlo, ma si trattenne e cercò di rispondere. Ma, quando aprì bocca, altre domande squillarono inquiete dalla bocca degli altri.
- Ecco perché ci hai detto che dovremo dividerci! – squittì Aria
- E se non troverai la cura che ne sarà dell'altra metà? – disse preoccupata Renee
Kleira rimase scombussolata per un po', poi i suoi occhi caddero su Emily. La ragazza aveva uno sguardo perso e confuso, coperti da un velo di consapevolezza, le labbra increspate in una smorfia.
- Emily – la chiamò Kleira. Doveva aver capito che la profezia, citando il mare, si riferiva a lei.
La ragazza alzò la guardò e scosse la testa. Non avrebbe parlato in quel momento.
- La vendetta sulla strada la sua preda troverà. Chi dovrebbe essere la mia preda? O forse parla di mia madre. – ipotizzò Sophia, che fino a quel momento non aveva aperto bocca, insieme a Sam e Mel.
- Oh, calmatevi. Lasciate parlare l'esperta e non lagnatevi. – sbottò scocciato Ethan.
Kleira sospirò
- Allora. La valle di cui parla la profezia è la Valle della Morte, ed è lì che andremo. Non troveremo la morte, era solo un gioco di parole. Poi, io devo solo trovare la cura, è stato mio padre ad affidarmi l'incarico di comandare l'impresa, quindi mi sembra ovvio che devo essere io a trovare quella benedetta cosa per cui stiamo rischiando la pelle. Nonostante ciò, la profezia parla chiaro. Devo portare con me nove semidei, e così farò. – prese fiato e continuò.
- E si, è per questo che vi ho detto che dovremo dividerci a metà. E se non troveremo la cura ... beh, la troveremo. Non so cosa voglia dire, Sophia, e non so nulla nemmeno sul verso in cui nomina il mare.
- Beh, ma non è ovvio? – ridacchiò amaramente Ethan – parla della figlia di Poseidone, naturalmente. -
Kleira avrebbe voluto strozzarlo
- Non sappiamo di chi parli, e darci delle colpe fin dal principio non ci porterà a niente. – guardò tutti, uno ad uno, e poi aggiunse – allora, avete portato dei vestiti più leggeri?
Brusii e borbottii di assenso arrivarono dal piccolo gruppo
- Perfetto, allora direi che siamo pronti. – annunciò insicura.
Mel le si avvicinò
- Sei sicura di stare bene? – quella mattina indossava una T – shirt bianca e un paio di jeans chiari, un gilet di piumino con della pelliccia bianca ai bordi del colletto e un paio di scarpe bianche da ginnastica.
- Beh, diciamo che non credo di essere molto responsabile.
- Sarai un'ottima capogruppo – la rassicurò facendole l'occhiolino.
Kleira le sorrise, poi si rivolse agli altri
- Vado a chiamare il nostro uhm, autista personale – e corse verso il bosco, gli occhi di tutti su di lei.
Arrivò davanti ai primi alberi e si fermò, cercando di riprendere fiato.
- Stewart! Stewart! – chiamò la figlia di Apollo
Da dietro un albero spuntò un giovane satiro, con la maglietta del campo e un cappello con la visiera verso dietro.
- Eccomi, sono pronto – le sorrise.
- Perfetto, vieni – e tornarono al campo di fragole, dove tutti li aspettavano.
- Un satiro? Ehi amico, sai stare al volante? – chiese Jonathan
Ethan ridacchiò
Kleira fece cenno agli altri di seguirla nella Casa Grande, dove avrebbe annunciato a Chirone la loro partenza.
Si aggiustò lo zaino che le stava scivolando via dalla spalla e oltrepassò l'entrata, muovendosi velocemente verso la stanza di Chirone.
Bussò
- Avanti – la voce di Chirone risuonò roca dall'altro capo della porta. Kleira aprì ed entrò, richiudendosi la porta alle spalle.
- Siamo pronti a partire – annunciò non molto allegramente
Chirone si avvicinò a lei, muovendosi lentamente con gli zoccoli che risuonavano sul pavimento.
- Beh, buona fortuna allora. Non preoccuparti, hai un equipaggio a dir poco eccezionale
- Si beh , non lo metto in dubbio, ma sono preoccupata.
- Saresti una sciocca a non esserlo – disse il centauro congiungendo le mani.
Kleira si portò i capelli dietro l'orecchio e sospirò
- Allora vado – sorrise incerta al maestro – ci vediamo
Chirone ricambiò il sorriso
- Ci vediamo, Kleira.
I ragazzi l'aspettavano sulla collinetta, poco prima della barriera di protezione.
- Oh eccoti – disse Aria
Kleira oltrepassò i ragazzi e si mosse oltre il confine di protezione, poi, con i compagni e il satiro dietro, si incamminò verso il fondo della collina, laddove li aspettava un mini autobus con attaccato dietro un piccolo camper.
- Bene, operazione "gita in montagna" – ironizzò Riley
Stewart infilò le chiavi e aprì lo sportello, sedendosi poi sul posto di guida. Kleira non se la sentiva di mettersi avanti con lui, era vero che era colei che avrebbe dovuto guidare l'impresa, ma non voleva essere vista come leader e capo in tutto e per tutto, così insistette per far mettere qualcun altro insieme al satiro, nei posti avanti.
- Ci vado io – sbottò Jonathan
Quando partirono, erano le 4:30 e i ragazzi avevano ancora molto sonno. Avevano occupato tutti i posti del bus, tre file da tre posti. Kleira si trovava nella prima fila, insieme ad Aria ed Emily, dietro di loro c'erano Renee, Riley e Mel, mentre nell'ultima fila Ethan, Sam e Sophia.
- Okay, partiamo – disse Kleira.



;9

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 02, 2016 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

camp halfblood Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora