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IL GIORNO BIANCO

Quel giorno Malo si sentiva il più felice degli adolescenti. Aveva appena ricevuto un bel voto a scuola? Era stato al cinema con gli amici? Aveva segnato un goal nel campionato di calcio interscolastico? No, niente di tutto questo. Appollaiato sullo snowboard, in compagnia dell'istruttore, scendeva a tutta velocità lungo le piste innevate delle Cime Bianche. Si trovava in una delle numerose stazioni sciistiche delle Alpi e, una volta tanto, il mondo reale gli sembrava magico. "Uauhhhhhh! Che spasso!" esclamò facendo degli zigzag nella neve fresca,lasciandosi inebriante dal piacere della discesa. Di fronte a lui si profilavano alte montagne ricoperte di zucchero a velo,una pista punteggiata di sciatori, una foresta di abeti e un cielo blu inondato dal sole. Insomma, uno scenario da cartolina per vacanze di sogno. " Forza, Malo, scendiamo giù e risaliamo per fare uno spuntino sulla neve!" Dopo aver effettuato la discesa, i due sciatori fecero provviste presso il chiosco ai piedi degli impianti di risalita, poi ripresero la seggiovia per tornare in vetta alle Cime Bianche. Deviando un poco dalla pista, lungo il margine di un sottobosco si sganciarono gli snowboard e si appoggiarono a un abete per rifocillarsi. "Uno dei più bei momenti della giornata!"
esclamò Malo, divorando il suo panino: prosciutto di montagna, pomodori, insalata,cetriolini, formaggio. Per dissetarsi bevve un bicchiere colmo fino all'orlo. L'acqua era talmente fredda che gli parve di ingoiare dei ghiaccioli. "Ben detto, ragazzo mio!" gli rispose l'istruttore. "Niente di meglio che riempirsi la pancia dopo uno sforzo... Te la stai cavando molto bene, sono fiero di te!" E inghiottì a sua volta un enorme doppio hot dog condito con senape. "Sì, è proprio il massimo!" ribadì Malo alzando le braccia al cielo, con un largo sorriso sulle labbra. Insomma,tutto stava andando per il meglio. Ma in montagna,si sa, possono determinarsi in fretta le circostanze più imprevedibili. Tipo un repentino mutamento delle condizioni climatiche. Nel giro di un'ora si può passare da un clima mite e soleggiato a una tempesta improvvisa, degna delle regioni polari. E quando le nuvole invadono il cielo è formano un velo opaco sopra la testa, non si può mai sapere quanto possa durare il fenomeno e nemmeno quale cataclisma potrebbe scatenare. A volte, la nebbia scende così rapidamente che la visibilità si riduce a poco più di un metro. Si tratta di un'incertezza climatica dal nome molto poetico,quasi per attenuarne gli effetti potenzialmente devastanti:"il giorno bianco". Il giorno bianco è uno strano fenomeno. Quando si verifica, tutto diventa uniforme e chi cade in quella trappola ha l'impressione di rimanere prigioniero dentro una coltre di nebbia inestricabile. Ed è esattamente quando accade quel giorno a Malo e all'istruttore. In pochi minuti, il cielo si coprì di un velo bianco che si posò a poco a poco sulle cime. L'istruttore scrutò l'orizzonte con occhio inquieto e annunciò: "Non c'è nulla da fare! Quelle nuvole non promettono niente di buono. Il tempo volge al peggio. Ridiscendiamo prima di trovarci bloccati!" Misero quindi fine alla pausa, raccolsero gli avanzi della colazione e si riagganciarono in tutta fretta gli snowboard. "Per non perderci costeggiamo il bordo della pista facendoci guidare dai paletti che la delimitano. Malo, seguimi e andrà tutto bene, ok? "Farò del mio meglio,anche se ci vedo sempre meno!" Cercarono di costeggiare la pista ormai invisibile, ma la nebbia era già calata su di loro come un'aquila sulla preda, mentre interi banchi di bruma avevano inghiottito la foresta. Malo scendeva dietro l'istruttore facendo scivolare la sua tavola sulla neve fresca. Per i primi duecento metri non ci furono difficoltà e procedettero di paletto in paletto. L'uomo, sempre più preoccupato, si voltava di continuo per assicurarsi che l'allievo lo seguisse. " Da questa parte, Malo!" gridò, vedendo che l'adolescente si stava portando un po' troppo a sinistra. Ma Malo,ormai, lo aveva perso di vista, e l'istruttore si stava spolmonando a vuoto. Malo non riusciva più a udirlo. Abbandonato a se stesso, il ragazzo non sapeva in che direzione andare. E bastarono cinquanta metri per isolarlo del tutto. Comprendendo il proprio errore, Malo esitò qualche secondo, poi si lanciò sulla destra. Non l'avesse mai fatto! In meno di un minuto la trappola del giorno bianco si richiuse su di lui. Malo si lasciò scivolare sulla neve alla cieca ancora per qualche minuto. Dove andare? Come raggiungere l'istruttore? Non ne aveva la minima idea... "Ehiiiiii!" gridò,fermandosi in mezzo al nulla. L'eco della sua voce gli risuonò nelle orecchie. E si sentì disperatamente solo. Un fantasma sperduto nel cuore della montagna, con il vento, il freddo e la neve come unici compagni. Tuttavia non provò paura, non subito. Continuando ad avanzare, fidandosi dell'istinto, aveva la possibilità di uscire da lì. Bastava, pensò,seguire la pendenza. In quel modo,prima o poi, avrebbe finito per ritrovarsi a valle. Ma i minuti passavano lenti, ogni punto di riferimento era scomparso,e ben presto,a far da sfondo, non rimase altro che la neve fresca. In più, colmo della sfortuna, si levò il vento, che iniziò a soffiare a raffiche. Malo si fermò e, per proteggersi dalla morsa stringente del freddo,sollevò il bavero del suo anorak e si coprì il viso. Non poteva far altro che procedere. Errore fatale! Finì senz'accorgersene su un ponte di neve e sentì lo snowboard prima cedergli sotto i piedi, poi affondare lentamente. Troppo tardi per reagire! Il suo corpo passò attraverso un sottile strato nevoso che ricopriva l'ingresso di un crepaccio e cominciò a scendere lungo un interminabile scivolo di ghiaccio.

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