Prefazione

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Il primo titolo di questo saggio era "SENZA TITOLI" perché trovare un titolo che mi sembrasse adeguato per un argomento del genere non è stato facile. Inoltre considerando che nessuno può vantare i riconoscimenti necessari per sentirsi in diritto di svelare i segreti ultimi della nostra esistenza, avevo deciso di mettere subito in chiaro che io non ho alcun titolo accademico su cui basare la benché minima credibilità.

Allora perché ho deciso di scrivere ugualmente? Intanto perché ne sentivo l'esigenza, poi mi piace pensare che il fatto stesso di essere riuscito a concepire l'ipotesi qui esposta, costituisca di per sé un titolo sufficiente, come dire che non sono un pasticcere ma, se riesco a fare un buon tiramisù, mi fa piacere farlo assaggiare.

In ogni caso, sono convinto che le cose che ho imparato e le mie esperienze siano state fondamentali per arrivare a questa idea, e che alcune idee possono scaturire solo da un insieme complesso di eventi coordinati dal caso.

Prima di iniziare, avverto il lettore che nel testo troverà molte parole in corsivo. Purtroppo, i concetti che ho cercato di spiegare sono decisamente complessi e spesso sono stato costretto ad utilizzare termini che non esprimono pienamente ciò che vorrei, probabilmente a causa della mia incapacità di trovare termini migliori, ma anche di un'oggettiva carenza espressiva del linguaggio verbale (o scritto) rispetto alla capacità cognitiva della mente.

La mia professione si basa sullo sviluppo del software. Per me la sintesi è la miglior forma di comunicazione possibile: tutto ciò che non serve è dannoso.

In effetti, ho cercato di esporre la mia ipotesi nel modo più lineare possibile evitando di inserire troppe considerazioni con i loro inevitabili annessi e connessi.

Molte delle idee su cui si basa questo saggio, sono già contenute in altri testi più o meno antichi, ma spesso sono espresse in una forma arcaica o simbolica o criptica molto soggetta alle più svariate interpretazioni. Io ho tentato di spiegare tutto in modo diretto anche a costo di banalizzare concetti dalle implicazioni molto profonde.

La mia speranza è che oltre all'informazione contenuta in ciò che ho scritto, il lettore possa trovare altra "informazione" in ciò che manca, nei pensieri che dovrebbe essere stimolato a generare da sé, senza le limitazioni delle mie parole e dei miei percorsi mentali.

Sostengo di aver trovato la Risposta definitiva alle grandi domande esistenziali, ma spero di riuscire a suscitare molte altre domande nella mente del lettore, e di stimolarlo a cercare le proprie risposte.

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