Capitolo 1

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"Alzati Holly o perderemo l'aereo per colpa tua!"
C'è modo peggiore di essere svegliata con le urla e un cuscino in faccia dalla propria sorellina minore e con un nomignolo così orrendo? Io non credo. Mi chiamo Holland, ma lei proprio non lo vuole capire, dice che è troppo lungo. Mi alzo contro voglia dal letto asciugando il residuo delle lacrime e del trucco sbavato e mi dirigo a modo di zombie davanti all'armadio per decidere cosa mettermi.
Peccato che la mia testa viaggia al trove. A tutti i momenti passati nella mia amata città New York, con i miei migliori amici, Harry e Miley, e con il mio fidanzato Travis. Quando hanno saputo del trasferimento per il lavoro di papà, Miley mi ha offerto di stare a casa sua, io ho rifiutato perché non volevo essere un peso per nessuno e perché avrei sentito troppo la mancanza della mia famiglia. Fa troppo male, però, lasciarli qui, mi mancherà tutto di questa città. Ogni persona, ogni via, per sino la scuola. Non sarà di certo la distanza a mandare in frantumi la nostra amicizia, vero? Conosco Harry e Miley da quando eravamo all'asilo, siamo sempre stati insieme, non possiamo separarci solamente perché viviamo in città differenti. Inoltre, quando potrò, tornerò a New York o loro verranno a trovarmi in California.
Una cosa è certa: non troverò mai persone come loro. Harry è il fratello che non ho mai avuto e Miley è come una seconda sorella.
Pensando ai momenti trascorsi insieme a loro una lacrima riga il mio viso, ma mi risveglia dai miei pensieri qualcuno che mi abbraccia da dietro. Mi volto e vedo mia mamma. Nell'ultimo periodo mi è stata molto vicino, appunto perché sapeva che sarei stata quella che avrebbe preso il trasferimento peggio di tutti. Anzi, sembro l'unica ad averla presa male. Ai miei genitori fa piacere tornare dove hanno frequentato il college e perché la paga di papà è più alta in California e mia sorella, Amy, ne è entusiasta.
Mi asciuga la lacrima e mi abbraccia forte accarezzandomi la schiena come per consolarmi. Forzo un sorriso e torno a concentrarmi sui vestiti. Prendo i primi shorts in jeans che mi capitano tra le mani e una canottiera che lascia scoperto l'ombelico. È ancora inizio settembre quindi non c'è caldissimo a New York, ma in California è ancora estate. Pettino i lunghi capelli rossi, che sembrano proprio non voler mettersi apposto, perciò li lego in una coda alta. Cerco di coprire le enormi occhiaie e gli occhi gonfi a causa del pianto con del copriocchiaie e un po' di mascara e sono pronta. Prendo la valigia preparata ieri sera e la trascino fino alle scale dove trovo mia sorella che cerca di portare al piano di sotto la sua senza fare rumore (cosa ovviamente impossibile), perciò ci guardiamo e, come se ci fossimo lette nel pensiero, sorridiamo per poi buttare le valige giù dalle scale. Niente urla della mamma, ciò significa che non si è accorta di nulla. Ci scambiamo un cinque vittorioso e arriviamo alla porta d'ingresso, per poi uscire di casa e salire in macchina.
In aeroporto mi aspettano già Miley, Harry e Travis per salutarmi. Avevo esplicitamente detto di non volere che venissero perché mi sembrava un addio, ma loro non mi hanno dato retta.
Dopo 20 minuti, arriviamo all'aeroporto e i miei amici hanno già gli occhi lucidi, ci uniamo in un abbraccio di gruppo e mi dirigo con la mia famiglia verso il gate per poi salire in aereo.
Infilo le cuffie per trascorrere le 9 ore di volo che mi aspettano, con la mia amata musica.

Mi Hai Insegnato Ad AmareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora