"Holland svegliati! Stiamo per atterrare!" grida la mamma al mio orecchio. È possibile che nella mia famiglia ci sia questo vizio di gridare? Non sono sorda, ma presto me lo faranno diventare se continuano così.
Mi strofino gli occhi per svegliarmi e realizzare dove mi trovo, ma quando capisco che mi trovo su un aereo diretto nella mia nuova città, mi viene voglia di tornare a dormire. Per sempre. Addirittura più degli altri giorni.
La voce della hostess al microfono, mi avvisa che è ora di scendere dalla "macchina volante" e di iniziare a vivere la mia nuova vita in una nuova città in cui non conosco nemmeno una persona o solamente il nome di un marciapiede.
Scendiamo e, dopo aver preso le valige, papà chiama un taxi per farci portare nella nuova casa.
Troppe cose nuove per una persona abituata a vivere nella monotonia quotidiana.
Quasi mi prende un colpo quando sono davanti alla casa, o meglio villa, con mega piscina e mega giardino. I miei avevano detto che sarebbe stata un po' più grande di quella vecchia a New York, ma questa è minimo il triplo. Conoscendo me e il mio senso dell'orientamento mi ci perderò.
Amy emette un gridolino stridulo per la felicità mentre percorre il giardino ed entra in casa, e ciò mi fa pensare che questa storia delle grida è da risolvere. Tale madre, tale figlia, no? Si, mia sorella è proprio uguale a mia madre.
Raggiungo Amy dentro casa seguita da mamma e papà, e nuovamente rimango scioccata da ciò che vedo. Okay, vivevo a New York, la grande mela, la città dei grattacieli e dei palazzi enormi, ma non sono abituata a trovarmi in tutto questo "lusso".
Abitavo in una normalissima casa con tre camere da letto e un bagno da dividere.
Percorro il piano terra dove ci sono il soggiorno, la cucina, che è la prima cosa che la mamma va a guardare, e lo studio di papà. Salgo le scale per arrivare al primo piano in cui si trovano quattro camere da letto: una per i miei, una per me, una per Amy e una per gli ospiti.
Entro nella prima che mi trovo davanti e decido che andrà più che bene per me: il letto è attaccato al muro con un comodino affianco e una lampada, una scrivania dall'altra parte della stanza, un armadio affianco ad essa e la TV attaccata al muro di fronte al letto. È semplice ed è appunto perfetta per me. Le pareti per ora sono bianche, ma credo che coprirò alcune parti con frasi di canzoni, libri e film e foto, proprio come nella vecchia stanza. Alla faccia dell'andare avanti.
Decido di continuare il giro turistico più tardi e di uscire un po'. Si, andrò in spiaggia. Non posso trascorrere l'ultima settimana d'estate a deprimermi e poi sono pur sempre in California, no? Le spiagge, il mare, i bagnini, i ragazzi che giocano a volleyball sulla sabbia. E io dovrei restare in casa? No, assolutamente no. Tiro fuori dalla valigia un costume e me lo infilo per poi scendere al piano terra.
"Mamma sto uscendo!" grido per farmi sentire. Forse Amy non è l'unica ad aver preso questo vizio da mia madre...
"Holland, non conosci la città e sappiamo entrambe che orientarti non è il tuo forte"dice venendo verso di me
"Starò attenta e in più ci saranno cartelloni per delle indicazioni e, in caso non riuscissi a capirci nulla, fermerei qualche passante"dico cercando di essere il più convincente possibile.
Dopo avermi avvertito di tenere sempre il telefono sotto mano e di non parlare con gli sconosciuti, mi lascia uscire di casa e mi dirigo in spiaggia. Per fortuna non è distante, anzi è praticamente di fronte a casa quindi non c'è pericolo che mi perda.
Tiro fuori dalla borsa l'asciugamano e lo appoggio sulla sabbia, mi svesto restando solamente in costume e mi corico. Il mio momento di relax viene interrotto da una mandria di ragazzi che corrono davanti a me facendomi arrivare così la sabbia in tutto il corpo. Ma che bel primo giorno in questa città! Maledico mentalmente quei ragazzi e vado verso l'acqua per pulirmi. Il primo impatto con l'acqua mi fa rabbrividire, ma mi ci abituo subito per fortuna. Stavo quasi per immergermi completamente in mare quando una palla mi colpisce direttamente in testa facendomi un male tremendo. Com'è possibile che una palla da mare sia così dura? Massaggio la parte colpita e guardo verso la direzione in cui la palla è arrivata per vedere di chi possa essere. La risposta alla mia domanda arriva quando un ragazzo si avvicina e mi sorride
"Scusa per la palla, ma il mio amico non è un buon lanciatore" okay, ha un sorriso davvero bello.
"Ah non importa" forzo un sorriso passandogli la palla
"Io sono Jack"
"Holland"
"Non ti ho mai vista qui. Sei in vacanza?"
"No, mi sono appena trasferita" cerco di essere il più diffidente possibile
"Davvero? Allora potrei mostrarti un po' la città. Si insomma se tu vuoi" dice tirandosi i capelli indietro con una mano trovandosi leggermente in imbarazzo
"Ehm certo, va bene" gli sorrido e lui ricambia immediatamente
"Perfetto. Avviso i miei amici che li raggiungo più tardi, torno subito" lo guardo raggiungere i suoi amici ed esco dall'acqua.
"Eccomi, dai andiamo" dice e iniziamo ad incamminarci per la spiaggia.
"Come mai ti sei trasferita in California?" mi chiede interrompendo il silenzio imbarazzante che si era creato
"Questioni di lavoro di mio padre, non so esattamente il motivo sono ignorante in questo campo. Prima vivevo a New York" rispondo
"Ah beh allora hai cambiato del tutto ambiente. Tranquilla, ti troverai bene qui se frequenterai le persone giuste. A proposito, dove vai a scuola?"
"California High School"
"Davvero? Anche io frequento quella scuola. Fidati, ti troverai bene. Solamente che ci sono delle persone che proprio non si sanno fare gli affari propri. È una scuola del gossip" ridacchia ed io lo seguo.
"Sta iniziando a farsi tardi, è meglio che torni a casa prima di perdermi"lo avverto per poi voltarmi verso di lui
"Certo. Ci vediamo a scuola allora" mi saluta sorridendo ed andando nella direzione opposta alla mia.
Mi complimento con me stessa mentalmente per essere riuscita a rientrare a casa prima che faccia buio e senza perdermi più di 6 volte.
Apro la porta d'ingresso e c'è un profumo che mi fa venire fame. La mamma deve essersi data parecchio da fare. Vado in cucina dove la trovo intenta a continuare a cucinare e ci sediamo tutti a tavola.
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Mi Hai Insegnato Ad Amare
Romance"Perché continuare? Sappiamo entrambi che siamo troppo diversi per stare insieme." "Perché ti amo, ti amo con tutto me stesso e non da morire. Io ti amo da vivere, sei l'unica persona che riesce a capirmi in qualsiasi circostanza, che riesce a farmi...