Capitolo 2 - Di nuovo quegli occhi verdi

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"Ti senti bene?" Domandò Leon prima di prendere la mano della ragazza tra le sue "Si, va tutto bene, mi sento solo un po' stanca." Ammise schiarendosi la voce mentre osservava la sua mano accarezzata da quella di Leon che le sorrise non appena i loro sguardi si incontrarono di nuovo "Vuoi che ti riaccompagni a casa?" Violetta non rispose subito troppo presa dalle dolci carezze del ragazzo di fronte a lei così Leon fu costretto a ripetersi "Ehm, s-si se non ti dispiace." Rispose lasciando a malincuore la mano del moro per alzarsi e prendere la borsetta per pagare la sua parte "Non se ne parla." Chiarì Leon non appena capì le intenzioni della ragazza.
Il tragitto verso casa fu silenzioso e mentre Violetta pensava cosa sarebbe accaduto se fosse tornato a casa suo padre prima di lei, Leon continuava a pensare all'episodio appena accaduto chiedendosi che cosa pesava sulle spalle della ragazza che aveva accanto.

Point of view of Violetta

Lo sguardo era ancora perso nel vuoto finché alle mie orecchie non arrivarono due voci molto familiari: quelle di Federico e Ludmilla.
Approfittai della loro breve sosta a qualche metro di distanza da casa per accelerare il passo seguita da Leon che mi guardava sempre più stranito "Devo andare, grazie di tutto!" Gridai già in lontananza prima di chiudermi alle spalle il cancello di casa. Estrassi velocemente dalla borsa la mia copia di chiavi per aprire la serratura e salire in tutta velocità fino alla mia stanza dove chiusi la porta con la maniglia e mi accasciai sul letto. In quel momento mi accorsi di portare ancora sulle spalle la giacca di Léon, per curiosità andai allo specchio e sorrisi vedendo quanto sembravo buffa con quella giacca enorme "Vilu? Possiamo entrare?" Mormorò Ludmilla bussando lievemente alla porta facendomi entrare in panico. Mi tolsi velocemente la giacca e la gettai nel mio armadio per poi prendere a caso dalla libreria il libro dì geografia e facendo finta di studiare gli invitai ad entrare.

Quando ci sedemmo a tavola per il pranzo ognuno incominciò a raccontare la propria giornata mentre la mia mente ricordava Leon e la mattinata passata in sua compagnia. Pensai sul momento di chiamarlo per restituirgli la giacca, quando mi ricordai di non avere il suo numero capii che non l'avrei più rivisto e un sentii un senso di tristezza prevalere sulla felicità dovuto alla mia prima uscita fuori casa, anche se questo non lo  doveva sapere nessuno. "Vilu mi stai ascoltando?" Disse papà riportandomi con i piedi per terra "No, scusami." Ammisi continuando a guardare il piatto ancora mezzo pieno "Oggi verrà a cena un mio collega con la sua famiglia e ci terrei che foste tutti presenti." Annunciò rivolgendosi a tutto il resto della famiglia "Tranquillo, tanto io non vado da nessuna parte." Dissi ironica "Scusate, non ho fame." E ritornai in camera mia dove presi dal cassetto del comodino il mio fidato diario ed incominciai a scrivere:

Caro diario,
non sono cosa mi sia preso oggi, uno strano bisogno di libertà mi ha spinto ad uscire di casa, che incosciente starai pensando sicuramente! Beh, non hai tutti i torti, ma se posso essere sincera, almeno con te, non mi sono pentita di nulla. Oggi ho incontrato un ragazzo meraviglioso, sono sicura che ti piacerebbe anche a te, è alto, decisamente più alto di me io gli arrivo solo alle spalle, ha una voce dolce e allo stesso tempo profonda, mi piace tantissimo il modo in cui i capelli gli ricadono sulla fronte ed infine avresti dovuto i suoi occhi! Sono grandi e profondi, mi hanno dato più volte l'impressione di avere il potere di leggermi dentro ma la cosa che mi ha colpito di più è quella tonalità di verde che non ti stancheresti mai di guardare ma contemporaneamente non puoi sostenere un loro sguardo. Dirai che è bellissimo, ed in effetti è proprio così, ma in lui c'è qualcosa di più, è divertente, dolce e mi ha fatto sentire subito a mio agio cosa che non mi era mai accaduta con nessuno, insomma un vero e proprio principe azzurro. Peccato che so già che non lo vedrò mai più, ci siamo salutati velocemente e non ci siamo scambiati nemmeno il numero di telefono, però mi è rimasta la sua giacca come ricordo. Certo che però, se solo fossi una ragazza normale come tutte le altre avrei decisamente più chance per rivederlo, ma cambierebbe in fondo qualcosa? Sono sicura che a lui non piacciono le ragazzine insicure e timide  come me le ragazzi forti e sicure come potrebbe essere Ludmilla. Quindi, in sintesi, è meglio mettersi l'anima in pace e dimenticarselo, anche se la sua giacca dentro l'armadio non aiuta affatto, prima me la sono rimessa e si sente ancora il suo profumo. Credo che sia ora di smetterla, scrivere di lui non mi aiuterà di certo a non pensarlo più. A domani

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 19, 2016 ⏰

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