Ladri in casa

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La casa era piccola, una villetta alla fine di una strada secondaria di una grande città, il giardino la circondava completamente e sul retro c'era un piccolo orto con giusto qualche verdura. Scavalcò senza problemi il muretto e si diresse verso la porta sul retro, nonostante era abbastanza sicuro che la casa fosse vuota fece il più piano possibile per scassinarla e dovette trattenere un'esclamazione di gioia quando sentì la serratura scattare, ma decise di concedersi un ghigno di approvazione, in fondo non l'avrebbe fatta nemmeno se avesse potuto.
Entrò e scoprì di essere nella cucina, un piccolo tavolo era posto nel centro della stanza con solo due sedie accanto, le pentole e altri strumenti a lui sconosciuti erano appesi sopra ai fornelli oppure appoggiati a delle mensole attaccate al muro; ma ciò che lo sorprese di più fu trovare un'infinità di libri, ogni centimetro quadrato della parete era occupato da libri di ogni tipo e colore.
Scosse la testa per riprendersi e tese le orecchie per controllare che non ci fosse effettivamente nessuno in casa, e una volta sicuro si mise a cercare negli armadi e nei cassetti se trovava qualcosa, ma trovò solo altri libri, le stoviglie e del cibo per gatti.
Si girò verso la porta per dirigersi nella stanza seguente, ma si trovò davanti due occhietti gialli che lo guardavano curioso dalla sua posizione sopra il tavolo, lo fissò col cuore che batteva a mille per lo spavento.
Era un gatto nero, con una cicatrice a forma di mezzaluna sopra l'occhio sinistro. Una volta assicuratosi che non gli volesse saltare addosso o mettersi a miagolare uscì in corridoio e entrò nella prima stanza alla sua destra finendo nella camera da letto del proprietario di casa, un piccolo letto da una piazza e mezza era posto in un angolo della stanza, con una scrivania leggermente reclinata posta ai suoi piedi, sopra c'era un astuccio con disegnati dei girasoli, un calamaio con tanto di penna d'oca accanto e un plico di fogli scritti fitti con una calligrafia leggera e elegante.
Altri mobili pieni di libri occupavano lo spazio restante impedendogli di vedere il colore delle pareti, solo un armadio di legno chiaro era chiuso e non mostrava i tomi che sembravano sommergere la casa. Lo aprì e si trovò davanti dei vestiti femminili, magliette, pantaloni, completi eleganti o comodi; rimanevano solo due cassetti e nonostante sapesse già cosa contenessero decise di controllare per sicurezza, il primo conteneva calzini e calze non troppo lunghe, che probabilmente arrivavano al ginocchio, frugò fino in fondo al cassetto ma non trovò nulla. Prese un profondo respiro e aprì il secondo, si trovò davanti biancheria intima di ogni tipo, mutandine di ogni colore e fantasia, bianche, rosa, nere, a pois, a righe e anche alcune con le faccine di animali, reggiseni nulla. Divenne rosso in un istante e girando la testa dall'altra parte continuò a frugare, quando arrivò sul fondo del cassetto trovò una scatolina, soddisfatto la tirò fuori e l'aprì pronto a scoprire quali gioielli nascondesse, ma tirò fuori un completo intimo sexy in pizzo rosso, con tanto di calze e vestaglia, rimise tutto a posto il più in fretta possibile e si girò di scatto per togliersi dalla mente quell'immagine, ma prese un colpo, e stava per sbattere la testa contro un mobile, quando vide gli stessi occhi di prima fissarlo.
«Stupido gatto... Sciò!»
Agitò le mani per scacciarlo ma lui rimase lì e l'unico cambiamento che fece fu quello di piegare leggermente la testa di lato, lo fissava intensamente e sembrava lo stesse studiando, sbuffò e dopo avergli dato una carezza, che assomigliava più a una pacca, sulla testa uscì e si diresse verso la stanza seguente.
Girò per tutta la casa ma non trovò nulla, solo mobili ovunque colmi e stracolmi di libri, ogni volta che finiva di perlustrare una stanza si trovava davanti sempre il micio che lo fissava e un paio di volte gli fece anche le fusa sorprendendolo.
Gli rimaneva solo una stanza che era dalla parte opposta da dove era arrivato, suppose essere la sala dato che era l'unica stanza che non aveva ancora visto, attraversò il corridoio con passo felpato e arrivò davanti alla porta, la trovò leggermente aperta e una leggera luce usciva dallo spiraglio. Prima che potesse fare qualsiasi cosa il micio, che l'aveva perseguitato per tutta casa, spinse la porta con la testa aprendola per metà, entrò miagolando e rivelando la stanza più grande di tutta la casa.
Tre su quattro pareti erano occupate da mobili alti fino al soffitto e pieni, naturalmente, di libri. La quarta parete aveva un camino acceso che scoppiettava mostrando fiamme rosse, gialle e arancioni; davanti c'erano due poltrone, una che gli dava le spalle e l'altra leggermente girata su cui si appoggiò il micio miagolando.
«Cosa c'è Lily?»
Una voce femminile gli arrivò alle orecchie, inizialmente si spaventò credendo che adesso si sarebbe accorta di lui e avrebbe chiamato la polizia, ma quando la vide sbucare da dietro quella poltrona enorme rimase incantato. Era piccola, i capelli corti sul collo e lunghi invece intorno al viso erano di un azzurro turchese, una fascia arancione cercava di tenerli legati e composti, ma più ciocche le cadevano sul volto scomposte. Quella figura femminile si alzò per andare a coccolare il gatto, che si mise comodo per godersele al meglio, indossava una maglia lunga nera come pigiama, le arrivava circa a metà coscia lasciando scoperte le gambe snelle e sode.
«Ahhh... Furbacchione... Volevi le coccole eh? Ahah dai tra poco vengo a letto ma mi lasci finire questo capitolo prima?»
Il gatto la guardò con gli occhioni gialli spalancati mentre la coda andava a destra e a sinistra, come se fosse indeciso se crederle o meno.
«Mia!»
«Ahah non mi credi eh?... Facciamo così, leggo un ultimo capitolo ad alta voce, così sei sicuro che quando finisce mi fermo... In più leggere ad alta voce mi fa addormentare ricordi?»
Lily si accoccolò sulla sedia facendo le fusa, dandole il suo consenso, il corvino ricominciò a respirare normalmente quando lei tornò a nascondersi nella poltrona, e fece per andarsene come era arrivato quando però lei iniziò a leggere.
La voce era quasi un sussurro ma cristallino, leggeva le parole sulla pagina dando l'intonazione giusta ad ognuna e mettendo le pause nel punto giusto. Non poteva credere che stesse solo leggendo un libro, lui che li aveva sempre odiati e li trovava solo carta piena di scritte inutili, ora era rimasto affascinato e non riusciva a muoversi e fuggire via. Ma troppo presto il capitolo finì e la voce di lei smise di dare vita a quelle parole d'inchiostro.
«Finito! Andiamo a nanna?»
«Me!»
Solo all'ora si ricordò che era un ladro dentro una casa che stava derubando, riuscì ad andarsene velocemente e senza far rumore, ma una strana sensazione gli stringeva lo stomaco, voleva sapere come sarebbe finita la storia e voleva sentire ancora la voce di lei, di quella ragazza coi capelli azzurri.

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