Easiest job ever.

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-Quindi sei sicuro?
-Sicurissimo!- Disse Tony a Pepper prendendo Anthony dal box e mostrandole quanto fosse un bravo padre. Pepper alla sua risposta sospirò e diede un bacio al suo ometto.
-Adesso devo andare, ma per qualsiasi problema, chiama. Capito? E sta attento, non è una bambola.
-Si, mammina. Staremo bene, stai tranquilla.- Rispose lui tutto contento di passare un pomeriggio con suo figlio, insomma era un buon padre lui. Certo, aveva commesso molti errori nella sua vita e Pep gli diceva sempre che attirava guai, ma non poteva succedere nulla di male se stava da solo con suo figlio per qualche ora, giusto? La sua adorata moglie non ne era tanto sicura e continuava a ripetergli i numeri che doveva chiamare nel caso succedesse qualcosa.
Mentre lei parlava, lui non la ascoltava nemmeno perché era intento a osservare le facce buffe che il suo piccolo campione faceva tutte le volte che sua madre diceva qualcosa, era così buffo. Sorrise inconsciamente mentre lo guardava.
Nel frattempo Happy era arrivato ed aveva chiamato la sig.ra Stark avvisandola che la macchina era pronta.
-Arrivo subito, grazie. Okai, Tony, io vado. Torno fra poco. Ti amo.
Si avvicinò e gli diede un bacio sussurrandogli all'orecchio di fare attenzione, per l'ennesima volta.
-Ho capito, miss Potts. Tranquilla, me la caverò. Saluta la mamma, Anthony.
Il poveretto si stava succhiando la mano e fissava la sua mamma con gli occhi blu bene aperti, non parlava ancora e neanche camminava ma capiva molte cose, quindi quando Pep uscì dalla porta e salì in macchina guardò suo padre e si mise a piangere disperato perché non vedeva più la sua mamma.
Tony lo consolò e il bimbo smise di piangere dopo pochi minuti e lui pensò che era facile fare il genitore, quanto si sbagliava.
Lo portò in laboratorio e gli mostrò l'armatura di Iron man dicendogli –Questa è l'armatura di papà. Guardala bene, campione, perché un giorno sarà tua.
Il bimbo nel vederla rimase incantato ma quando tornarono in soggiorno si mise di nuovo a piangere e Tony non sapendo cosa fare, pensò avesse fame e quindi lo portò in cucina e provò a dargli la sua merenda, che consisteva in un omogenizzato ai frutti, ma non smetteva di piangere lo stesso e a quel punto pensò avesse sonno, ma era impossibile visto che si era svegliato pochi minuti prima.
-Jarvis?
-Si signore?
-Controlla lo stato fisico di Anthony per favore
-Il bambino sta bene signore, deve solo essere cambiato.
-Oh! Ecco perché piangeva, grazie Jarvis.
-Si figuri signore.
Lo prese in braccio, salì le scale e arrivato nella sua cameretta mise Anthony nel lettino mentre cercava i pannolini.
"Maledizione, dove li ha nascosti Pep?!" pensò.
-Arrivo subito Anthony, papà arriva subito.
Trovati i pannolini riprese il bambino dal lettino, lo appoggiò sul fasciatoio e guardandolo disse –A noi due, figlio. Tua madre ti cambia tutti i giorni, perché non dovrei riuscirci?-
Detto questo tentò di togliere i pantaloni per cambiarlo, ma quello si dimenava e strillava talmente tanto che Jarvis gli chiese se aveva bisogno di una mano, lui, testardo come sempre rispose che no, non aveva bisogno di nessun aiuto perché era Iron man e doveva riuscirci da solo.
Passata mezz'ora riuscì a cambiarlo e a calmarlo, si girò verso la porta ed uscì dalla stanza, ovviamente senza notare il casino che aveva combinato.
Dopo qualche ora di tranquillità però Anthony ricominciò a piangere e Tony che lo aveva messo sul divano pensando si addormentasse lo riprese in braccio, lo portò in cucina, gli diede da magiare il resto dell'omogenizzato e poi lo portò su nella sua stanza per metterlo nel lettino.
Quando entrò vide il casino combinato e impallidì mentre tra le sue braccia il bambino si stava piano piano addormentando.
-Jarvis, dici che miss Potts se ne accorgerà del casino appena tornerà a casa?
-Ne sono assolutamente sicuro, signore.
-Devo fare qualcosa adesso.
-Se vuole posso chiamare qualcuno per darle una mano, signore.
-No grazie, ce la faccio da solo.
E detto questo mise Anthony nel lettino e corse giù per le scale a controllare la cucina. Era messa anche peggio. E la cosa peggiore era che Pepper sarebbe tornata in dieci minuti, era fregato. Morto.
Su tutti i giornali del giorno dopo ci sarebbe stato scritto "TONY STARK UCCISO DA SUA MOGLIE. APERTO IL CASO" , ne era sicuro.
"okai, calma Tony. Ce la farai. In dieci minuti sistemerai tutto. Sei un supereroe no?"
Corse su per le scale e iniziò a resettare la cameretta di Anthony. Finito di sistemare la camera, si avviò verso la cucina ma sentì la voce di Pepper nell'atrio.
Se entrava in cucina era morto.
Scese le scale di corsa, la trovò e l'abbracciò.
-Com'è andata? Disse sorridendo tranquillo.
-Bene, grazie. E tu? Non è successo niente di strano?
-No no, tranquilla.
-Dov'è il mio bambino? Mi è mancato così tanto.
-È su in camera sua, sta dormendo.
-Oh, dopo vado a controllarlo. Adesso devo proprio mangiare.
Pepper si avviò verso la cucina, ma Tony le bloccò la strada iniziando a dire –Ehm, lascia che ti accompagni io.
-Cosa hai fatto alla cucina Tony?
Chiese con aria minacciosa.
-Niente, è che dando da mangiare a Anthony diciamo che ho sporcato un po'. Ma poco, davvero.
Lei si incamminò con passo veloce verso la stanza incriminata e appena entrata urlò –ANTHONY EDWARD STARK, TU SEI UN UOMO MORTO. INIZIA A CORRERE.
-Amore, sta calma. Posso sistemare tutto, anzi inizio subito!
Rispose lui prendendo lo scopettone dallo sgabuzzino e iniziando a pulire.
-Se entro dieci minuti non è pulito giuro che ti sbatto fuori di casa.
Disse Pepper uscendo dalla porta e lasciandolo solo a rimediare al guaio combinato.
Anthony Edward Stark da quel imparò che fare il genitore non era una cosa così semplice.

Being a father? Its not that easyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora