Scendemmo dalla macchina.
Un freddo allucinante.
Nessuno dei due parlava, non ci guardavamo nemmeno.
Correndo, arrivammo al portone di casa sua.
Infilò le chiavi.
Tac.
Aperto.
Una volta al chiuso, tirammo entrambi un sospiro di sollievo.
Finalmente al caldo.
Fu allora che ci guardammo.
La passione prese il sopravvento.
Mi tirò a sè e cominciò a baciarmi intensamente ed io non mi tiravo indietro.
Lui era il famelico lupo ed io il suo dolce e succoso agnellino.
Se avevo paura?
Assolutamente no.
Avevo sbalzi di temperatura che andavano dal gelo lasciatoci fuori, al caldo del suo corpo contro il mio e poi di nuovo arrivavano i brividi che con i suoi deliziosi baci sul collo era capace di provocarmi, lasciando la mia carne in balia degli spasmi.
Io volevo essere sua.
Il momento venne interrotto bruscamente da lui che mi spinge all'indietro.
-Prendiamo l'ascensore.
Oh, quell'ascensore. Perchè non ora? Perchè non qui?
-Entra, su.
Quanto ho pregato che si bloccasse in quell'istante; la mia libido avrebbe dovuto attendere ben trenta secondi prima di esplodere.
Una volta chiuse le porte, mi guardò le labbra e si morse le sue. Mi prese il mento tra le mani e poi le nostre lingue si ricongiunsero festeggiando come se si fossero mancate per anni. Le mie mani tra i suoi capelli, le sue mi tenevano a sè come se avessi potuto scappare da un momento all'altro.
Eravamo entrambi pieni di desiderio, pronti a possederci anche in quell'istante.
Le porte si aprirono. Finalmente.
Avvinghiati come due cozze ci togliemmo a fatica i giubbotti, le sciarpe, le scarpe i vestiti.
Sentivo le pulsazioni del cuore nella mia tempia, sentivo che la testa mi sarebbe esplosa se non avessi appagato quello che il mio corpo ormai infuocato di passione stava cercando disperatamente.
Cademmo poco elegantemente sul letto e lui cominciò a mordicchiarmi l'orecchio, il collo, le spalle, i capezzoli, sempre più giù, verso l'ombelico, sempre più giù.
La sua lingua, le sue mani, erano ovunque.
Giocava con il mio corpo: lo esplorava, accarezzava, baciava, annusava.
Sembrava divertito.
Rideva di me? Del mio essere completamente impotente di fronte a tanta forza?
Può darsi, ma era la verità.
Non potevo scappare, non volevo farlo.
Fiatone, graffi, spinte.
Sembrava gli piacesse quello che stava guardando.
Succube e inerme, ormai ero in balia di ogni suo movimento, di ogni sua decisione.
-Tu sei mia.
Ormai il piacere era arrivato alla sua massima espressione.
Ero sua. Si. Sua.
....
Povero agnellino, la mamma ti aveva avvertito di non allontanarti dal gregge; il lupo cattivo sarebbe stato pronto a colpire e a divorarti senza alcuna pietà.
Ma.
Ma tu mangiami oh lupo, mangiami ancora e ancora; mangiami lentamente e poi con veemenza, fammi vedere quanta fame di me hai, fammi vedere quanto ti piaccio.
Mostrami cosa sei in grado di fare e mostrami quanto tutto ciò possa piacermi.
I lupi non mi fanno più paura.
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Addicted
RomanceUn lupo, la sua preda e la sua luna. Due anime opposte si attraggono.