Correva, mentre la pioggia cadeva violentemente, pungendo la sua pelle come se fosse migliaia di spilli. Il mantello, che doveva proteggerla dal maltempo, era ormai fradicio e poco utile al suo scopo. La rallentava, e lei non poteva permetterselo. Fece per slacciare il sottile cordoncino del mantello e toglierselo, ma si rese conto che con esso indosso si confondeva facilmente fra gli alberi del bosco. Arrancò a fatica per alcuni metri, poi si fermò a riprendere fiato. Si guardò intorno, e solo in quel momento si rese conto di quanto fosse disperata la sua situazione. Il sentiero che portava al Portale era stato quasi completamente cancellato dalla pioggia, se solo si fosse distratta un attimo si sarebbe trovata a vagare senza meta. Aveva percorso molte volte quel sentiero, ma mai con il buio e con la pioggia. Eppure era un rischio che doveva correre. Non poteva fermarsi a lungo, ne tantomeno tornare indietro, o l'avrebbero presa. E avrebbero preso il suo tesoro.
Non sapeva da chi stesse scappando, ma sapeva che chiunque la inseguisse voleva il regalo che le aveva fatto sua madre, l'unica cosa che le rimaneva di lei. Aprì lentamente il mantello, rivelando il cristallo che teneva fra le mani. Era una pietra di piccole dimensioni, rara secondo sua zia, che solitamente portava al collo, ma quella sera non aveva avuto il tempo di indossarla. Era di colore rosa, e brillava di luce propria, in particolar modo di notte. Infatti, appena la pietra uscì allo scoperto, tutta l'area circostante venne illuminata. L'unica fonte di luce in quella notte oscura, che le era nemica. Purtroppo non poteva servirsene, perchè così facendo l'avrebbero trovata.
"Guardate, laggiù c'è una luce!" esclamò una voce non lontano da lei. "L'abbiamo trovata, prendiamola!"
Sentì dei passi che si avvicinavano sempre di più, e intravide delle figure muoversi rapidamente fra gli alberi. Chiuse il mantello, nascondendo il cristallo e facendo piombare il bosco nell'oscurità totale. Il rumore della pioggia e il terreno scivoloso sotto i suoi piedi non la aiutavano a capire quanto fosse distante dai suoi inseguitori. Riprese a correre senza sapere dove stesse andando, consapevole del fatto che, con molte probabilità, si era lasciata il sentiero alle spalle. Man mano che correva le voci degli uomini si facevano più lontane, segno che li stava seminando. Sospirò di sollievo, ma non smise di correre. Per l'ennesima volta si chiese da chi stesse scappando, ma sopratutto perchè. Lei non aveva fatto niente, aveva passato tutta la sua vita in una casa di campagna, insieme agli zii, isolata dal resto del mondo. Non capiva perchè delle guardie reali la cercassero, ma sapeva che non potevano prendere il cristallo, e non solo perchè era di sua madre. Quando poco prima sua zia era piombata in camera sua, le aveva gettato adosso il mantello e le aveva ordinato di andare al Portale, lei pensava di sognare. Solo quando si era trovata sotto la pioggia, sola e indifesa, aveva capito che non era un sogno. Sua zia le aveva detto che si sarebbero ritrovate al Portale, e che sarebbero andate dall'altra parte, ma in quel momento lei dubitava di arrivarci sana e salva. E non erano solo le guardie reali a spaventarla, ma anche il salto nell'ignoto che avrebbe dovuto compiere. Non era mai stata sull'altra sponda, non aveva mai immaginato una vita al di fuori della sua, nella quale la magia, e con essa tutto ciò che la riguardava, era considerata una fantasia. Inoltre, non sapeva come si sarebbe dovuta comportare, ne quanto sarebbero rimaste fuori dalla Città dei Cristalli. L'autentica Città dei Cristalli.
Inciampò e il cristallo le scivolò dalle mani, rotolando qualche metro avanti a lei. Provò ad alzarsi, ma sentì un dolore lancinate alla caviglia, e cadde nuovamente. Era finita. L'avrebbero presto raggiunta. Guardò il cristallo, che splendeva come mai aveva fatto prima. Sembrava che le dicesse: alzati, ce la puoi fare. Si aggrappò ad un ramo e si rimise in piedi a fatica. Si lasciò sfuggire un gemito di dolore, ma non poteva fermarsi. Cercando di ignorare il dolore alla caviglia, si diresse lentamente verso il cristallo e lo raccolse. Quando chiuse le mani e la luce del cristallo scomparve, intravide un'altra luce, di colore viola, più debole e non molto distante. Era il Portale.
STAI LEGGENDO
Crystals||Ricordi Perduti
FantasyZoe Evans, all'apparenza una ragazza come tante altre, si trasferisce insieme alla zia nella città di Waterford, in Irlanda, dove cerca di vivere nel modo più normale possibile, anche se una come lei di certo non passa inosservata. Lunghi capelli ro...