Introduzione

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A volte mi chiedo se la vita voglia vederci soffrire per il semplice gusto di fare brutti scherzi, oppure perché lo ritiene strettamente necessario.

Mi pongo sempre troppe domande senza mai avere una risposta è un circolo vizioso, ti fai quella domanda e aspetti, aspetti il in silenzio fissando il vuoto per poi giungere alla conclusione che una risposta non è dovuta, non è necessaria o non è completa.

Ora su questo aereo mi ripeto sempre la stessa frase, all'infinito

"ci trasferiamo, non so dove, so solo che ci trasferiamo e so che questa agonia finalmente finirà" ed era vero, finalmente dopo 2 anni di sofferenza di minacce, di maltrattamenti, di lividi e di sangue.

Mi stavo lasciando alle spalle mia madre, stavo andando finalmente via con mio zio, il fratello di mio padre, avevo visto solo la casa in cui andavamo, mi aveva detto che era tutto una sorpresa.

Su quest'aereo mi sembra tutto un sogno, tipo uno di qui film o libri dei teenager americani, ad esempio "MY DILEMMA IS YOU" di Christina Chiperi, una delle mie tante scrittrici preferite, leggo molto qualsiasi cosa mi capiti e so che tutte le grandi storie incominciano o con un trasferimento o con il distacco dalla famiglia ed io essendo un FanGirl ci credo vivamente.

Mi sto lasciando indietro l'Inghilterra e tutti i suoi ricordi, mi sto rifacendo un'altra vita qualsiasi essa sia

"signori e signore, benvenuti a bordo" annuncia il comandante con il ripetitore che gli fa una voce metallica, la stessa voce metallica lo ripete in altre quattro o cinque lingue e finalmente l'aereo decolla.

Non sono mai stata una grande dormitrice, ma una grande sognatrice si, mi infilo le mie amate cuffiette e mi appoggio alla spalla di mio zio,

"quando arriveremo cambierà tutto, vero?" chiedo stringendogli il braccio, lui sembra più mio fratello che mio zio, ha 25 anni, è molto bello ma non mi capacito del fatto che lui sia signle

"ogni cosa, spero che questo posto di piaccia, anzi sono sicuro che questo posto ti piaccia" mi sorride passandomi un braccio sulle spalle

"solo un indizio, c'è il mare?" chiedo speranzosa e con gli occhi che brillano

"si, ma abbiamo anche un enorme parco di fianco a casa dove tu potrai andare a correre" mi risponde guardandomi

"ora rilassati, ci sono qui io a proteggerti" io sorrido e annuisco, mi accoccolo bene sulla sua spalla e non so per quale strano tipo di magia io mi addormento.

"non ne avete il diritto, che cosa vi ho fatto?" chiedo piangendo

"sei così insignificante, sei così piccola nel mondo, chi se ne frega se ti picchiamo o ti insultiamo, tanto non è quello che fa tua madre? Sei tu il motivo per cui tuo padre si è ucciso, nessuno ti vuole" mi tira un calcio la ragazza più grande

"non ti premettere sgualdrina, non ti devi permettere, ne tu ne il tuo gruppo, siete solo delle stronze" dico alzandomi e tirandogli un ceffone

"non finisce qui, guardati le spalle" mi rinfaccia andandosene, è da quel giorno che sono cambiata da quel giorno che sono diventata distaccata e fredda con qualsiasi persona che non siano i miei nonni o mio zio, mi hanno fatta diventare cattiva, ma non avevo scelta perché si dice che un cane abbandonato impara a crescere da lupo.

"svegliati Sharleen, siamo arrivati" mi scuote la spalla mio zio, guardo fuori dal finestrino, vedo un grandissimo sole, e palme, tante palme.

"mio Dio, grazie zio." Lo stringo in un abbraccio spacca ossa.


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