Capitolo 3

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Finalmente addestramento con i coltelli. Certo non era la sua arma preferita, ma almeno non era quel saputello di Christopher ad "allenarli" quel giorno. Cheryl era al settimo cielo, non vedeva l'ora di sbagliare posizione per farsi correggere da Jace, nonostante nessuno avesse una mira come la sua... Ah no, quella sono io si ritrovò a pensare Helena, ascoltando i discorsi della sorella. Le frecce del suo arco non mancavano un bersaglio. Lei lo amava perché era un'arma elegante e letale, estremamente precisa e che richiedeva tecnica e pazienza, cose che lei amava e che le appartenevano. E poi si trova in tutti i libri, dieci punti all'arco e alla sua casata!

Si mise velocemente la divisa e si guardò allo specchio. L'occhio nero, e il livido sempre nero che lo circondava – che tra l'altro non era nero ma violaceo – si abbinavano alla perfezione.

Si diresse verso la porta. Aprendola, quasi non le venne un infarto: si ritrovò il faccione di Christopher davanti, con una mano a mezz'aria come se avesse voluto bussare. Ogni ragazza del mondo sarebbe stata felice di ritrovarsi un figo del genere davanti alla porta della propria camera, ma lei no. Cioè, in fondo non era così brutto, ma era un so-tutto-io, e lì lei era l'unica che poteva permettersi di esserlo!

«Buongiorno.»

«Giorno...» Lo scansò e si avviò verso la cucina; aveva fame e non voleva che quell'elemento le rovinasse la colazione.

«Come va?»

«Abbastanza bene.» Tralasciando te che rompi le scatole di prima mattina...

La seguì fino alla cucina. Entrando, Lena vide l'occhiataccia che Charlie lanciò loro non appena varcarono la soglia.

Mangiò un panino quattro strati alla Nutella e lo accompagnò con un buon succo alla pera. Dopo un po' entrò Jace nel suo splendore – giurò di aver scorto la bava scendere dalla bocca di Cheryl– seguito dalla moglie e dalla figlia, Valentina, sorellina molto diversa di Christopher, che discutevano tranquillamente.

Secondo Helena, Valentina era la ragazza perfetta. Alta, magra, bionda, occhi verdi, lentiggini, intelligente, simpatica e... perfetta.

Infatti ora la bava scendeva dalla bocca di Charlie.

Improvvisamente le venne un nodo allo stomaco. Non capì perché...

Quando tutti finirono, Jace si alzò e prese la parola: «Bene, dopo questa splendida colazione possiamo andare a tirarci i coltelli!» Risero tutti, e Lena notò che Christopher non le toglieva gli occhi di dosso. Questo ha problemi seri.

In palestra i ragazzi posizionarono i bersagli, a distanze e di grandezze diverse.

«Secondo te Jace tradirebbe Clary per una più giovane e molto più bella?» le chiese quella matta di sua sorella. Lei rise, ma contemporaneamente le sferrò una gomitata; non voleva che si creasse false illusioni.

A turno iniziarono a lanciare. Il primo fu Christopher, che non sbagliava un colpo e muoveva ogni singolo muscolo perfettamente.

Valentina. Sì, Lena era ripetitiva, ma lei era sempre perfetta: ruotava con grazia il braccio, e in un battito di ciglia il coltello era al centro del bersaglio. Charlie la fissava incantato, e quel nodo allo stomaco si fece risentire.

Ma che diamine le prendeva? Scosse la testa aspettando pazientemente il suo turno.

Jace chiamò Charlie, e lui si scosse distratto, andando al bersaglio e sbagliando. Era risaputo, la sua arma era la spada, però dovevano allenarsi in tutto. Ne sbagliò sette su dieci e tornò al posto demoralizzato.

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