Accadono cose strane, qui.

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Saltello felice per la casa, da una stanza all'altra, ben consapevole che questo comportamento non si addice a una signorina del mio rango, ma al tempo stesso, ansiosa di partire per Londra. Resterò lì soltanto poche ore, lo so, ma dato che posso usufruire di questo privilegio solo quattro volte l'anno, non riesco proprio a contenermi. Vestiti! Gioielli! Negozi e vie affollate, cariche della vitalità che sempre ha il potere di invadere il fatto di vivere un giorno qualunque della vita normale! Niente impegni, niente lezioni di violino! Niente principi passeggeri vogliosi del titolo di mio padre! Sono talmente felice che a stento mi accorgo che le cameriere hanno finito di preparare il vestito che indosserò in questa giornata speciale. È di raso azzurro, con piccole ricamature grigie che richiamano il colore dei miei occhi. È splendido.

- Brave, ragazze, avete fatto un ottimo lavoro - dico guardando con orgoglio le quattro cameriere mie protette. - Aiutatemi a indossarlo.

Si chiamano Jade, Twill, Jamie e Maty. Le ho tirate via dalle cucine sorteggiando, dato che non volevo fare preferenze. E devo dire che la mia mano è stata proprio brava, quattro abilissime cameriere e confidenti, nonché mie carissime amiche.

Mentre indosso il magnifico vestito celeste, Twill sceglie per me dei gioielli da una scatolina d'argento. Ne tira fuori un paio di orecchini semplici di perle, una collana che richiama il motivo degli orecchini, e l'anello di famiglia, argento puro, con piccole incisioni di fiori neri lungo tutto il perimetro. Lo infilo all'anulare destro e mi faccio mettere e sistemare gli orecchini e la collana. Ora non resta che scendere le scale e attraversare il cortile, entrare nella carrozza e dire al cocchiere di partire. Non sto più nella pelle, non vedo l'ora di arrivare a Londra! Sicuramente comprerò qualcosa, poi visiterò l'Abbazia di Westminster e poi andrò a passeggiare sulle sponde del Tamigi. Scendo di corsa le scale, mentre il programma dettagliato della giornata mi si forma velocemente in testa.

Il nostro cocchiere, Tim, ha già preparato la carrozza con i nostri due cavalli, Admiral e Quixotic. Salto a bordo senza nemmeno aspettare che Tim mi apra la portiera. Con un sospiro, si mette a carrozza, e con un fischio induce i cavalli a partire.Dal finestrino osservo il pelo lucente dei nostri due animali: Admiral è di un bel color castagna, più scuro sugli zoccoli e i crini, mentre Quixotic è di un colore più tendente al rosso, mi hanno detto che si dice "baio ciliegia". Poi i cavalli si muovono e spariscono dalla mia visuale. Usciamo dal cortile e imbocchiamo la stradina che porta in città. Il viaggio è tranquillo, non accade nulla di speciale, solo un gatto nero solitario che ci attraversa la strada, ma nemmeno quello scandisce il mio buonumore. Non mi porterai sfortuna, gatto! Sono troppo felice, per farmi rovinare tutto da uno stupido gatto. Oltre a quello, il panorama è bellissimo, i campi di granoturco estesi fino all'inizio delle piantagioni di pioppi, un piccolo fiume, probabilmente un affluente del Tamigi, scorre in mezzo ai campi, le rondini e le gazzeladre cercano di rubare un po' di granoturco, ma sono intimorire dagli spaventapasseri creati dai contadini con qualche vecchia camicia e un po' di paglia. In poco meno di un'ora, siamo già alle porte della città, dove Tim parcheggia e io sono libera di scorrazzare dove voglio. Il mio programma comprende:

1- Una visita al British Museum

2- una passeggiata ad Hyde Park

3- visitare l' Angolo dei Poeti dell'Abbazia di Westminster

4- un giro sulla ruota panoramica

5- Shopping, shopping e ancora shopping!

Naturalmente decido di iniziare dallo shopping. Mi dirigo verso la via principale, dove sono certa che posso comprare tutto quello che mi occorre per il prossimo Halloween. Io e la Lady Lestrale abbiamo in programma un ballo in maschera nella villa dei miei nonni materni, che sono assurdamente ricchi e generosi. Io so già che mi trasformerò in una versione della morte femminile e sensuale. Del resto sono in età da marito.

Per arrivare alla via principale, sono costretta ad attraversare alcuni vicoli bui che non mi piacciono per niente. Li dentro gira gente poco raccomandabile. Aspetto che un gruppo di turisti americani debbano attraversare il vicolo con me e mi unisco a loro per non dover affrontare da sola quei piccoli spazi claustrofobici. Sto in coda al gruppo, non mi va che pensino che abbia paura. Mentre attraverso il vicolo, a un certo punto, sento uno sguardo su di me. Non so bene come riesco a per capirlo, però ci riesco. Volto di scatto la testa, e chi non vedo? Il gatto nero che prima ci ha attraversato la strada. Mi guarda con quei suoi penetranti occhi gialli, poi all'improvviso, si gira e se ne va per i fatti suoi. Non ci faccio molto caso, ma non sono an ora arrivata alla strada maestra, che il gatto compare di nuovo. "Questo gatto mi sta seguendo", penso mentre il gatto si accomoda su un cassonetto vicino a me. Lo osservo meglio: all'inizio non l'avevo notato, ma la sua bella coda folta, non è completamente nera. A ntervalli di più o meno un pollice, ci sono delle strisce bianche. Sono così regolari da far pensare a qualche buontempone che abbia deciso di torturare quel povero gatto dipingendogli la coda. Il gatto continua a fissarmi: a un certo punto, penso che faccia un gesto così umano da sembrare impossibile; alza un sopracciglio, gira la testa e sbuffa. È impossibile, i gatti non fanno queste cose! Di sicuro l'ho immaginato, e cerco di non pensarci. Mi giro e continuo a godermi la camminata. Arrivo al parco e passeggio lungo i vialetti conteggiati da ciliegia, godendomi il sole del primo pomeriggio. Dopo il parco, vado a vedere l'Abbazia, ed è bellissima, poi passeggio lungo il Tamigi e riincontro una mia vecchia amica ch e non vedevo da tempo, Louise. Appena ci vediamo ci abbracciano felici, non ci frequentamo da tanto di quel tempo!

«Louise! Ti trovo bene, come stai?» «Bene, grazie, e tu?» «Mai stata meglio, sai quanto adoro passeggiare per Londra.» Ci incamminiamo verso la via principale, è tempo di fare spese. Iniziamo a chiacchierare su quanto sia ingrassato il conte Lucas De Sonjos, come sia bella la nuova linea di abiti invernali dell'emergente nuova stilista italiana, e se sei a conveniente o no acquistare un nuovo puledro, data l'età di Admiral. Finalmente raggiungiamo i negozi più alla moda,e ci buttiamo nelle compere, acquistando dal più inutile dei fermagli ai più indispensabili guanti invernali. Per il resto della giornata, vedo il gatto solo altre due volte, e in entrambi i casi sembra che mi stia fissando con lo sguardo e l'intelligenza di una persona, non di un animale. Nonostante tutto, rispetto i miei buoni propositi di i ignorarlo. È quasi il tramonto quando usciamo finalmente da un negozio di fiocchi e fiocchetti per tornare alle rispetrive carrozze.

-È stato bello vederti.

-Anche per me. Ricordati di venire al tè di sabato prossimo, mi raccomando! Ciao Louise!- La saluto allegramente e mi giro verso il parcheggio delle carrozze, in fondo alla via. Deco percorrere tutta la strada fino alla chiesa di Withechapel, e il tragitto la sera, non è dei migliori per una signorina benestante. Dovrò fare attenzione. Imbocco il vicolo è Non faccio che pochi passi, quando un'esplosione mi frantuma i timpani. Vengo sbalzata parecchi metri indietro, e sbatto malamente un braccio contro il muro. Il dolore che mi trafigge il gomito è lancinante, ma non è nulla in confronto alla paura e al terrore cieco che mi attanaglia le viscere: il muro davanti alla quale stavo passando è esploso in una pioggia di detriti, si vede solo fumo e si sentono grida provenire dagli altri pochi passanti. Sono accasciata a terra, e non ho idea di chi potrebbe aiutarmi, se non Tim, che però è troppo lontano per sentirmi gridare. Arrendersi non è nella mia natura, perciò provo lo stesso. Faccio per aprire la bocca e prendere fiato quando, all'improvviso, qualcosa di grosso, agile e nero mi piomba sul petto. Il gatto nero che mi ha seguita tutto il giorno apre la bocca e dice con l'accento inglese più marcato che io abbia mai sentito: -Non gridare, dolcezza, risparmia il fiato. Sarebbe scomodo se svenissi. Come starai avendo modo di vedere, io sono un gatto, e un gatto da solo non può sollevare da solo una signorina, per quanto questa mantenga la linea.

Il gatto sta parlando. Devo aver sbattuto la testa mentre cadevo, oltre che il braccio. -Beh... Questo è insolito.- È rutto quello che riesco a dire. Il gatto avvicina il suo muso peloso al mio viso e dice sussurrano:- Fate bene a considerarlo insolito, miss Blacklily. Del resto, succedono cose strane, qui.

E persi conoscenza

I segreti di Lady BlacklilyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora