Capitolo 1

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Un mese dopo: 31 ottobre 2015, New York



"We are the heroes of our time! Heroes! But we're dancing with the demons in our minds, heroes! We are the heroes! We keep dancing with the demons, you could be a her..."

Diedi un forte schiaffo alla sveglia, fermando la canzone che era partita. Mesi fa mi era sembrata una buona idea programmare la sveglia con una canzone diversa per ogni mattina, avevo pensato che sarebbe stato un dolce risveglio. Beh, non era così. Alzarsi alle sei mezza del mattino faceva schifo con o senza musica. Sbuffai e immersi la faccia nel cuscino, decisa a continuare a dormire. Al diavolo la scuola!

Fui sul punto di ripiombare nel mondo dei sogni quando qualcuno spalancò la porta della mia camera e si buttò su di me. Scattai a sedere, come se mi avessero dato la scossa, e iniziai a prendere a cuscinate Max. Sì, lui era l'unico che faceva cose del genere al mattino! L'unico idiota!

- Buongiorno Holly! Buon Halloween! - esclamò contento.

Smisi di colpirlo e lo guardai come se fosse impazzito. Ridussi gli occhi a due fessure e avvicinai il mio viso al suo.

- Mi stai dicendo che tu hai fatto una cosa del genere solo per augurarmi buon Halloween?! - sbottai, agitando le braccia come un'ossessa.

Sembrò riflettere sulla risposta ma poi un "sì" divertito uscì dalle sue labbra. Rimasi a bocca aperta e poi feci l'unica cosa legale (sì, legale, perché c'erano moltissime altre cose che avrei voluto fare ma, purtroppo, per la legge degli Stati Uniti d'America erano considerate illegali): mi alzai e andai in bagno, non prima di avergli detto un "vaffanculo" con la voce impastata dal sonno.

Giurai di averlo sentito ridere a crepapelle mentre chiudevo la porta e mi appuntai il fatto di vendicarmi il prima possibile.

Mi buttai velocemente sotto la doccia e mi rilassai sotto l'acqua calda. Usai il bagnoschiuma al cioccolato e sentii che la giornata stava iniziando bene (a parte il brusco risveglio). Adoravo quel profumo, mi ricordava la mia casa e i miei genitori, in particolare la torta al cioccolato che mia madre era solita fare ogni domenica per pranzo.

Purtroppo i miei genitori erano morti quando io avevo cinque anni ed ero stata presa in custodia da quelli di Max, mio amico e "fratello maggiore". In realtà avevamo la stessa età, ma lui insisteva sul fatto che fosse più vecchio perché nato a febbraio e io ad agosto. Oltre a questo, Max era anche il mio compagno di squadra. Io e lui eravamo i Custodi del Tempo da quando avevamo 15 anni, età della Cerimonia, ovvero da circa due anni. Eravamo stati istruiti fin da bambini insieme sui nostri doveri di Custodi e frequentavamo la stessa scuola lì a New York. Ormai era diventato un fratello a tutti gli effetti.

Venti minuti dopo uscii dalla doccia e mi avvolsi il corpo con un asciugamano. Andai davanti allo specchio e iniziai a spazzolare i capelli castani bagnati. Non ero una di quelle ragazze mozzafiato, alte, magre, bionde con gli occhi verdi, anzi, ero il contrario. Avevo i capelli castani con le punte più chiare (grazie al fatto che li avevo schiariti settimane prima), gli occhi tra l'azzurro e il grigio, bassa (un metro e cinquantasette circa) e avevo un fisico nella norma, né anoressica né grassa, normale. In ogni caso mi piacevo così com'ero, non me ne fregava nulla del giudizio degli altri, l'importante era che fossi in pace con me stessa, il resto non contava.

Mi asciugai i capelli e il corpo velocemente e poi andai in camera, notando che Max se n'era andato per darmi il tempo di cambiarmi. Aprii l'armadio ed estrassi un paio di jeans neri con un maglioncino blu. Li indossai e li abbinai ad un paio di stivaletti neri con il tacco.

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