Prologo

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••Caleb••

Aprii gli occhi al suono di Underpressure e senza nemmeno muovermi spensi il telefono, non volevo sapere chi si era permesso a svegliarmi. Purtroppo non riuscivo a prendere sonno così mi alzai e, aperta la finestra, mi misi ad osservare la distesa di grattacieli e la massa di uomini d'affari che riempiva i marciapiedi. "Lavorano anche d'estate" pensai, "Il denaro non va mai in vacanza eh".
Accesi il telefono, cinque chiamate perse da James, decisi di chiamarlo altrimenti avrebbe potuto continuare per tutto il giorno...

"Pronto?" .

"Sono io, non hai nient'altro da fare piuttosto che rompere di prima mattina?".

"Finalmente sei sveglia Bella Addormentata, non avevo proprio voglia di venire a darti un bacio; apparte le smancerie, stasera un tizio della nostra scuola dà una festa nella sua villa, il solito figlio di papà, ci conviene andarci se vogliamo conoscere qualcuno prima dell'inizio dell'anno, o qualcuna magari".

"Ma tu pensi sempre ad una cosa?".

"Sempre" rispose drammaticamente.

"Non so nemmeno se voglio venirci a questa festa, sarà piena di gente snob e irritante come al solito".

"Eddai amico fallo per me! Pensa a tutte le ragazze ricche e bisognose di un fidanzato dolce, premuroso e che non pensa solo al sesso come me".

"Chissà come impiegheresti le tue energie se non pensassi solo a quello... comunque mi hai convinto, vengo solo per assicurarmi che tu non faccia stronzate".

James aveva ragione, dovevo fare amicizia se volevo apparire come un comune diciassettenne.

Quando arrivai alla festa trovai James appartato con un paio di ragazze che attorcigliavano le loro dita nei suoi lunghi capelli; mi vide e dallo sguardo capii che era troppo occupato per venirmi a salutare.
Con la voglia di socializzare sotto zero andai a sedermi su un divano lontano dalla confusione, anche un'altra ragazza aveva preso la mia stessa decisione. Nonostante le luci soffuse riuscivo a vedere la sua pelle pallida e i suoi occhi, verdi con delle sfumature dorate, che avevano catturato la mia attenzione.

"Festa noiosa?" le dissi. Lei si girò e mi squadrò, da come mi guardava pensai che fosse una snob che non si degnava di parlare con i comuni mortali, ma poi mi sorrise e disse: "Non sono un'amante delle feste ecco. Oh, che maleducata, mi chiamo Laila Clark" e mi porse la mano; "Caleb Baker".

"Allora Caleb, sei nuovo da queste parti? Non ti ho mai visto in giro" e mentre lo diceva accavallò le gambe e si aggiustò i capelli corvini e, facendo uno sforzo immane per continuare a guardare il suo volto e non le sue cosce, risposi: "Sì, mi sono trasferito a New York all'inizio dell'estate e il mio migliore amico mi ha convinto a venire a questa festa per conoscere gente nuova; tu invece perché sei qui se non ti piacciono le feste?".

"Ero quasi costretta a venire, il figlio del proprietario della villa è il mio ragazzo Hunter".

Al suono de "Il mio ragazzo" non mi stupii, era una ragazza molto bella e mi sembrava normale che fosse fidanzata.

Si alzò in piedi e disse "Ora devo andare, le mie amiche mi staranno cercando. È stato un piacere conoscerti Caleb".

"Anche per me" le risposi. Mi sorrise e sparì in mezzo alla folla.
Allora decisi di prendere qualcosa da bere, chiesi al barman una birra e mi girai verso la pista dove molti ragazzi stavano ballando. Vidi Laila ballare in mezzo alla folla, era molto aggraziata e carina, finché non chiesi ad una ragazza mora di ballare, era un po' volgare con quel vestito corto e rosso, ma ero abituato a ragazze del genere, alla fine la piantai in asso e mi diressi verso James.
"Senti amico, lo so che ti disturbo ma io me ne torno a casa, qui è una vera palla" gli dissi, mentre lui era occupato a strusciarsi su una mora tutta gambe.
"Dai Caleb, divertiti un po', pensi solo al lavoro ultimamente, ti servono delle distrazioni" mi rispose mentre cercava di scollarsi la mora sanguisuga.
"No, me ne torno a casa, domani mattina devo andare a prendere Oliver all'aeroporto, io sono un buon amico mica come te" gli dissi sogghignando.
"Okay okay, sfotti pure se penso più alle ragazze piuttosto che andare a prendere gli amici in aeroporto, ciao Caleb".
Gli feci un gesto con la mano e me ne andai da quella villa immensa mentre i miei pensieri erano occupati da tutt'altro.

Bacio di LupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora