One-shot

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"Non vedo l'ora di veder Nakamori sciare un'altra volta!" disse lui con un ghigno dipinto in volto. Dopo qualche secondo, il ghigno scomparì e fu rimpiazzato da un'espressione di dolore.
"Ahi! Perché l'hai fatto!?"
"Secondo te? Potrei dire lo stesso di te! La prossima volta proporrò un luogo con pista di pattinaggio, e non da scii, come meta di gita scolastica!" disse altezzosa lei, con, però, un lieve rossore sulle gote.
"Ehi, ehi, siamo appena saliti sul pullman e avete già iniziato a litigare?" Hakuba, dietro di loro, domandò retoricamente. Ormai, erano tutti abituati a quei litigi, e quasi quasi non vi facevano più caso.
"Noi? Litigare? Pff, non lo/la conosco nemmeno!". Dissero all'unisono. Aoko, adirata, si girò dalla parte del finestrino.
"Mi domando di che colore siano oggi..." sussurrò Kaito con fare pensieroso.
"Eh?"
"Bianche, eh? Come sei pura e casta!" sogghignò il mago, per poi far sbucare il suo viso dalle gambe di Aoko. Aoko si girò, confusa, verso il compagno che credeva fosse Kaito. Era davvero un bravo mago, nessuno avrebbe potuto negarlo.
"K-KAITO!". Il viso divenne rosso. Forse per imbarazzo, forse per rabbia. O forse per entrambi.
"Ehi, quante volte ti ho detto di non chiamarmi Kaito? Non vorrai che qualcuno pensi che siamo sposati!" esclamò soddisfatto lui, mentre saltellava da uno schienale del sedile all'altro. Il viso di Aoko arrossì, se possibile, ancora di più. A quel punto, prese il suo zaino, molto pesante, e cominciò ad agitarlo alla rinfusa, cercando, invano, di colpire quel birbone del suo amico d'infanzia. Tuttavia, quando Kaito raggiunse il sedile di Akako, lei fermò la sua caviglia, impedendogli di saltare nuovamente.
"Perdonami, ma non posso permettere al mio futuro schiavo di essere attratto da altre ragazze" gli sussurrò.
In quel momento, lo zaino di Aoko lo colpì.
'Fin troppo pesante', pensò.
La professoressa non poteva far altro che sospirare. 'Come sempre', si ricordò.

Durante il viaggio, durato ben sei ore, verso la località sciistica, Aoko si rifiutò di parlare con Kaito.

"Ragazzi, abbiamo ancora quattro ore prima della cena, sfruttatele al meglio! Il corso per sciatori avanzati e per preagonisti è qui a valle, mentre chi vuole partecipare a quello per principianti dovrà usare la funivia! Successivamente, ci sarà la cena, e dopo avrete tutta la serata libera. Buon divertimento!" e con questo, l'insegnante si ritirò nel cottage a rimorchiare, a dir suo, qualche bellimbusto.
Aoko, ancora arrabbiata con Kaito, non poteva far altro che salire sulla funivia da sola. D'altronde, la sua classe era già andata in una località simile e, quindi, tutti sapevano sciare. Salì, sconsolata, su ciò che per lei era una passaggio dal mondo terreno per l'inferno. Tuttavia, non poteva che essere sorpresa. In senso buono, però. Ammirò il panorama che si estendeva intorno a lei. Le montagne, i boschi, tutto sembrava piccolo dal luogo in cui lei si trovava. E poi il tramonto. Era già arrivata l'ora del tramonto, e la neve sembrava quasi brillare sotto i colori caldi che esso donava al cielo. Sembrava quasi magico...
"MAGIA!". Aoko si girò di scatto, per trovarsi a fronteggiare Kaito, proprio di fianco a lei, con un sorriso dipinto sul volto e una bellissima rosa bianca tra le mani. Restò sorpresa, ancora una volta. E anche stavolta in senso buono.
"Non sei comunque autorizzato a vedere il mio intimo!" disse Aoko, mettendo un broncio ironico.
"Pff, certo che sono autorizzato, sono il tuo ragazzo!". A queste parole, entrambi arrossirono lievemente. Aoko rabbrividì.
"Ehi! Tu stai gelando!", esclamò Kaito, guardando cosa aveva Aoko sotto il giubbotto imbottito. "Sei pazza, per caso? Hai solo una maglietta!". Kaito la tirò a sé gelosamente, ma in modo gentile, come se fosse un gioiello. Come uno di quelli che rubava. L'unica differenza, in quel caso, era che difficilmente l'avrebbe restituito.
Aoko non si era nemmeno accorta di star rabbrividendo, ma, in un certo senso, ringraziò il freddo; nessuno, grazie ad esso, poteva dire se il rossore sulle guance di Aoko fosse imbarazzo o colpa, appunto, del gelo. Nonostante ciò, abbracciò forte il suo ladro gentiluomo. Dopo qualche minuto di silenzio, di cui, però, godevano ogni secondo, dovettero scendere: erano arrivati a destinazione. Kaito lanciò un'occhiata ammiccante ad Aoko e, dopo aver capito, annuì sospirando.
"Un ladro non può far altro che infrangere le regole, madame". Le baciò la candida mano, ormai irrigidita dal freddo, sorridendo.
Appena scesi dalla funivia, Kaito la prese in braccio e, con un lieve rossore da parte dei due, si diresse sotto un grande albero. Là, nessuno avrebbe dovuto vederli. Si appartarono, ammirando il panorama. Il tramonto stava giungendo al termine, lasciando spazio ad un panorama altrettanto bello: la pista da scii illuminata da luci fioche, un cielo stellato e una catena di montagne che fronteggiava i due ragazzi.
Con uno schiocco di dita, Kaito fece comparire un lungo lenzuolo bianco, abbastanza spesso per far sì che, col calore dei loro corpi, la neve sciolta non li bagnasse, che subito dopo distese sulla candida neve.
"Che ve ne pare, Principessa?" domandò Kaito con un sorrisetto compiaciuto, facendo un leggero inchino.
"Penso che tutto ciò possa soddisfare ampiamente le mie richieste", rispose Aoko ridacchiando.
Kaito si distese sul lenzuolo, invitando la "sua Principessa" accanto a lui. Lei mise una mano sul suo petto, che si alzava e abbassava insieme al suo, come se i loro cuori fossero sincronizzati, e appoggiò la testa sulla sua spalla, chiudendo per un attimo gli occhi e godendosi il bacio amorevole che Kaito le aveva appena poggiato sulla fronte.
"Chissà cosa staranno pensando i nostri compagni, vedendoci entrambi spariti" sussurrò Aoko.
"Non ci sono problemi, non sospettano minimamente di noi. Del resto, io continuo a prenderti in giro" sogghignò il ragazzo.
"Dovremmo smetterla, sai. Sono seria, non mi piace prendere in giro le persone" disse lei, mentre gli lanciava un'occhiata a dir poco agghiacciante. Gli vennero i brividi. Non solo perché sapeva che quella ragazza poteva dimostrarsi piuttosto violenta, quanto più perché, al chiarore di luna, seppur volesse gelarlo con quella occhiataccia, sapeva essere davvero carina.
'Carina?', pensò. 'Al diavolo, è meravigliosa!'.
Nel frattempo, non si era accorto di star arrossendo e, contemporaneamente, praticamente sbavando. Aveva un'espressione davvero divertente dipinta sul volto: occhi fissi su un punto, un acceso rossore sulle gote e la bocca che gli faceva su e giù, proprio come quella di un pesce. Tuttavia, Aoko era seria. Non l'aveva presa per niente bene quando Kaito le rivelò di essere, in realtà, il fantomatico ladro a cui suo padre dava da sempre la caccia. All'inizio non gli voleva nemmeno credere. Le sembrava troppo assurdo che Kaito, il suo amico d'infanzia, una persona che poteva sembrare un furfante, ma che in realtà aveva un cuore d'oro, si divertisse a rubare e a prendere in giro le persone. Quando Kaito, però, glielo confermò, lei non esitò a sbatterlo fuori casa. Non sapeva cosa fare. Gli voleva troppo bene per denunciarlo alla polizia, ma non aveva nemmeno intenzione di parlargli. Infatti, non gli parlò per più di una settimana, seppur il ragazzo continuasse a seguirla, dicendole che le avrebbe spiegato tutto. Tuttavia, un giorno, quando Aoko andò nella sua stanza dopo cena, lo ritrovò davanti a sé, lontano da lei non più di un paio di centimetri. E, tra l'altro, col vestito di Kid. Le sembrò una vera e propria sfrontatezza. Avrebbe gridato a squarcia gola se Kaito non l'avesse fatta tacere nel modo che voleva provare ormai da tempo. Nonostante fosse ancora arrabbiata con lui, il suo corpo andava contro la sua mente. Dopo circa un minuto, però, Kaito fu costretto a scansarsi, perché i pensieri che avevano cominciato a balenargli in testa non erano esattamente puri. Aoko era troppo sconvolta per dire o fare qualcosa, così il ragazzo cominciò a spiegarle tutto. Alla fine del 'discorso', decise di perdonarlo. 'L'ha fatto per suo padre', pensò. 'Non potevo biasimarlo'. Tuttavia, la ragazza non perdeva un momento per rinfacciarglielo, anche se, ormai, ci scherzavano su.
Dopo qualche secondo, però, Kaito si risvegliò dalla 'trance'.
"Sai benissimo che non avevo intenzione di prendere in giro nessuno, tanto meno tuo padre. In ogni caso, non puoi negare che sia ancora più figo con quel vestito!" sogghignò il ragazzo, gonfiandosi il petto, dove restava ancora la mano di Aoko.
"Certo, Mr. Universo!". Davanti a suoi atteggiamenti, Aoko non poté far altro che scoppiare a ridere.
'Caspita, è davvero bella'. Appena richiuse le labbra, la ragazza ne sentì un altro paio, oramai ben conosciute, premere sulle sue. Nonostante tutti i baci che si erano dati in precedenza, Aoko non smetteva mai di rimanere piacevolmente sorpresa. Dopo qualche secondo, lui si trovava sopra di lei, i suoi gomiti ai lati del viso della ragazza contornato da lunghi capelli castani, le braccia di lei avvinghiate attorno al suo collo.
"LI ABBIAMO TROVATI!"
I due, al suono delle voci dei loro compagni, si allontanarono, seppur contro la propria volontà, e guardarono in differenti posizioni, le loro guance rese rosse dal freddo e dall'imbarazzo.
"State di nuovo litigando?" chiese Hakuba, ignaro di tutto.
"Noi? Litigare? Pff, non lo/la conosco nemmeno!" dissero all'unisono, ma scambiandosi occhiate complici.

The End

Us? Arguing?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora