Moglie-madre, quell'anno. 14 giugno

4 1 0
                                    

Ciao Patty. Mi viene quasi da sorridere. Penserai che sono pazza. Non sono contenta di parlarti da sola tutti i giorni, voglio anche scriverti. Sì, ho deciso di scriverti. Ti sto scrivendo sdraiata sul letto. Ho un vecchio block notes che ho trovato nel cassetto del tavolo in cucina. Avrei voluto comprare un diario, quelli carini che trovi ormai dappertutto, con le date, il lucchettino... sai che l'ho sempre desiderato ma non l'ho mai avuto? A scuola lo avevo, ma non aveva il lucchetto! Che poi, guarda, la voglia di scrivere tutti i giorni l'avrei avuta? No. Infatti non credo ti scriverò tutti i giorni!

Paolo stasera è rimasto ancora di là. Dimmi tu...

Che tristezza, Patty. Mi sento triste, sola.

Se qualcuno entrasse in casa nostra e ci vedesse... Siamo con i soldi contati e i sentimenti contati.

Queste cose te le ho già dette tante di quelle volte che magari ti annoi pure a risentirle. Scusami.

Però sai una cosa? Ho pensato che forse scrivendo... non so... forse sarei stata meglio.

Voglio gridare ma non posso. Ma forte, Patty. Voglio gridare forte, ma non posso. E come si può gridare senza farsi sentire? Scrivendo.

Ho deciso di scriverti perché oggi ho ripensato a una cosa che mi è successa quando lavoravo in casa editrice. Te l'ho mai raccontata la storia dello scrittore con gli occhi tristi? Sì che te l'ho raccontata. Ora non ricordo quando, ma te l'ho raccontata, figuriamoci. Ci raccontavamo di tutto. Comunque ho pensato a lui. Quando quel giorno entrò da noi la mia redattrice gli chiese: "Ma perché scrivi?" e lui le ha risposto, con i suoi occhi tristi: "Perché ho paura".

Non dimenticherò mai quella risposta.

Sono triste e ho paura, Patty. Per Paolo, per noi. Oggi è uno di quei giorni: mi sono tagliata un ciuffo dei capelli, sono troppo giù di morale.

Mi si chiudono gli occhi, Patty... ci sentiamo domani.

Notte.



18 giugno

Che brutto rileggermi, Patty. Però devo ammettere che scrivere, un po' ha funzionato. Mi è servito. Mi aiuta, anche se poco. Ovvio, non sono portata per farlo. Non sono scrittrice! E non sarò nemmeno in grado di scriverti tutti i giorni. Darò retta allo scrittore con gli occhi tristi: ti scriverò quando ho paura.

Anche stasera... anche stasera sono giù, Patty. Più del solito.

Paolo lo sto perdendo del tutto. Non so più cosa fare. Siamo uniti solo perché siamo sotto lo stesso tetto.

Sto piangendo. Ho macchiato il foglio.

Mi manchi, amore mio. Sono così sola. Mi manca parlarti, avere qualcuno che mi ascolta. E come mi ascoltavi tu, non mi ascolterebbe nessuno. Eravamo belle in questa foto. Ridevamo sempre. Ricordi? Qui eravamo da te, in montagna. Un weekend da sole, io e te. Mamma mia che bello. Avevamo bevuto un po' troppo... e dalla foto si vede! Poi ci siamo addormentate così, sul divano.

È incredibile quello che ti è successo. È incredibile quello che sta succedendo in questo Paese...

Si uccidono le menti, poi le anime e i cuori. È assurdo...

Sono passati quasi tre anni, ma ancora di notte, prima di addormentarmi, penso a come sia stato possibile, come sia potuto accaderti, a quanto il mondo sia ingiusto. A volte alzo la testa perché voglio credere che oltre il soffitto ci sia tu, come affacciata su un balcone, a guardare giù e sorridermi.

Piango. Piango tanto. Per te, per Paolo, per Ivan, per Teo... per me.

Mi sono tagliata un altro ciuffo, poco fa. Ce l'ho ancora tra le dita. Ho i capelli che grattano.

Meno male che ho il tuo fazzoletto! Me lo avevi regalato quando eravamo andate a Firenze, ricordi? Anche quella volta... io e te da sole, gli uomini a casa.

Me l'hai comprato arancione, perché è il mio colore preferito... e mi avevi detto: "Così la smetti di chiedermi fazzoletti quando guardiamo un film!".

Sto sorridendo, sai? Sorrido e piango. Non ho ancora capito se sorridere e piangere nello stesso momento mi piaccia oppure no. Forse è una di quelle cose che non si capiranno mai. Piangi perché sei triste, ma sorridi. Capita, no? È bello. È brutto. Boh!

Una cosa è certa: quando penso a noi sorrido sempre. Anche se non ci sei più.

Grazie.



22 giugno

Ora tutti parlano sempre più di questo Crysi. Tu cosa ne pensi? Io non lo so! Però ne parlano bene in tv. Sempre più persone ci stanno andando. Ho anche sentito parlare un loro medico in un programma poco fa. Sembrano veramente bravi! Il problema è che si paga, e costa anche caro... ma se è così caro ci sarà un motivo, no?

È quello che dicevo oggi a Paolo, a cena. Hai visto come ha reagito? Con lui parlare di queste cose è impossibile. Già è difficile parlare del più e del meno, ormai. Figurati di queste cose. È come parlare di politica. Con lui non è mai stato possibile. Li ha sempre odiati tutti. Per lui fanno tutti schifo. Un sacco di cose gli fanno schifo. Anche questo Crysi. Ma come fa a dirlo? Lui parla così perché non sta bene, Patty. Sta sempre peggio, per quello odia tutti. Ma io a vederlo così non ce la faccio più...

Perciò ho provato a documentarmi un po' su di loro, ma tremila e passa euro sono davvero tanti. Potrei comunque pensarci in futuro di mandarlo lì. Però hai visto come ha reagito? Non ci andrebbe mai...




Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 16, 2016 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Crysi - Primo capitoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora