IX

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Era passato un mese da quando Louis aveva lasciato l'Inghilterra ed era ritornato in Francia.
Il principe inglese non aveva fatto altro che contare il tempo, che suo malgrado sembrava non passare mai.
Aveva avuto modo di riflettere nonostante i numerosi convegni e impegni diplomatici, ed era arrivato alla conclusione che non poteva continuare così.

Non aveva ricevuto nemmeno una lettera, un avviso, niente di niente.
Cosa molto strana visto che Louis, poco prima della partenza aveva assicurato che gli avrebbe scritto regolarmente.
Harry non riusciva a capacitarsene.
Forse una volta arrivato si era reso conto che la situazione era più grave del previsto e dunque non era riuscito neanche a scrivere due righe..
Ma com'era possibile?
Era tutto questo l'interesse che provava nei suoi confronti?

Il riccio dal suo canto era troppo orgoglioso per fare il primo passo e perciò non gli avrebbe mai scritto nulla.

Durante quell'arco di tempo il suo nervosismo era aumentato e la sua concentrazione si affievoliva sempre di più.
Il suo pensiero fisso erano quei due occhi azzurri e non riusciva a togliersi dalla mente gli ultimi momenti passati insieme prima di quel triste addio.
Già, perché dentro di sé nonostante le promesse fatte era consapevole che non potesse continuare a vivere in quel modo.
I sentimenti che provava per Louis lo avevano indebolito e sopratutto erano riusciti ad incatenare il suo animo.
Louis era il suo mondo ma era un mondo sempre più distante che pian piano si stava sgretolando sotto i suoi stessi occhi.
Quella relazione era destinata ad esaurirsi prima del tempo e Harry lo sapeva bene, ma la voglia di sognare e continuare a desiderare una possibilità era più forte della stessa consapevolezza.
Louis gli apparteneva da sempre e dunque non riusciva ad accettare una cosa del genere.
Il suo posto era al suo fianco e niente doveva interferire con la loro relazione, nemmeno una stupida carica monarchica.

Qualcuno bussò alla porta interrompendo così i rumorosi pensieri che lo tormentavano giorno e notte.
"Vostra altezza è arrivato un documento ufficiale da parte dell'ammiraglio Juan Ramirez"

"Grazie Josh vai pure"

Prese la carta tra le mani e lesse velocemente con poco interesse.
Si passò le mani sulle tempie provando un fastidioso mal di testa.

A quanto pareva un veliero pirata aveva attaccato un porto spagnolo e aveva saccheggiato l'intero villaggio.
Era la quinta volta in un solo mese.

Nonostante l' impegno della marina inglese, la pirateria rimaneva ancora un grande problema.
Coloro che solcavano i mari nelle notti tempestose e nelle giornate più impetuose non erano altro che
uomini senza ritegno capaci di fare di tutto pur di soddisfare i propri vizi e le proprie ambizioni.
Harry guardava con disgusto a questa mentalità tanto rozza e irrazionale.
La povertà aveva portato a questo, all'illegalità e alla cattiveria umana.
Il pirata era il tipico esempio di persona abbandonata ad uno stato di menefreghismo ed egoismo, certamente, in mezzo alla massa vi erano semplici marinai che si erano imbarcati senza uno scopo ben preciso e si erano ritrovati ad essere parte integrante di una ciurma maledetta, ma prima o poi la corruzione dell'anima era un processo automatico e irrefrenabile.

Si passò le mani tra i capelli e li tirò leggermente.
Si era accordato con gli spagnoli e ormai non poteva più tornare indietro, aveva approvato nuove leggi contro i filibustieri ma le cose non erano cambiate, anzi sembravano peggiorate.

Colpì il legno della scrivania facendo un rumore sordo e respirò profondamente.
Doveva mettere da parte i suoi problemi personali e rispettare la parola data.
Chiuse gli occhi per qualche minuto cercando un po' di calma dentro di sé e alla fine fece chiamare Zayn.

Il moro entrò infastidito mezzo sbronzo reggendosi a fatica in piedi.
"Che hai fatto?"
Lo rimproverò fulminandolo con lo sguardo.
"Ehehehe, ho bevuto un pochino" rispose facendo segno con le dita.

"Zayn ho bisogno che tu la smetta con questa roba"
Disse in tono serio alzandosi dalla scrivania per poi camminare intorno alla stanza.

Il moro stava per rispondere acidamente visto il cipiglio corrucciato che aveva in volto, ma Harry lo anticipò.

"In ogni caso ti ho convocato perché ho bisogno del tuo aiuto"

Zayn sorrise maliziosamente e si appoggiò al muro con fare arrogante.

"Ditemi mio caro principe"

"La Spagna sta passando un brutto periodo visti i numerosi assalti nei porti da parte di navi pirata. Ciò sta causando parecchi problemi ed essendo suoi alleati dobbiamo intervenire al più presto, prima che la minaccia si propaghi"

Il moro si irrigidì all'istante e socchiuse le palpebre con fare minaccioso.

"Hai idea di ciò che mi stai chiedendo?"

"Lo so perfettamente, ma tu sei uno di loro ecco perché ho bisogno della tua collaborazione"

"E perché dovrei aiutarti a combattere la mia stessa gente?"

"Perché si tratta del veliero di Santa Cruz"

Zayn distolse lo sguardo e continuò
" Come credi che questo possa interessarmi?"

"Malik non mi sottovalutare tanto, ti sto dando l'opportunità di rimetterti in gioco e affrontare il terrore dei sette mari"

"Sono io il terrore dei sette mari!"
Rispose offeso nell'orgoglio e con un'occhiata infuocata.

"Allora dimostramelo"
Il principe gli sorrise, lanciando così una vera e propria sfida.

Gli occhi verdi del riccio percepirono un attimo di incertezza nello sguardo di Zayn, ma poi quest'ultimo strinse le mani in due pugni e mostrò il suo tipico sorriso menefreghista.

"Dammi il comando della nave e sopratutto restituiscimi El veliero Maldito e non perderai questa battaglia"

Harry si avvicinò e aggiunse "Ti nominerò vice capitano, per il resto siamo d'accordo"

Zayn storse la bocca ma accettò.

"Abbiamo un patto"
Concluse il principe porgendogli la mano.

"Ci puoi giurare"
Rispose il moro.

Una volta rimasto solo, Harry abbandonò la sua espressione soddisfatta e si poggiò contro il muro.
Sospirò annoiato e capì che ormai non sarebbe più tornato indietro.
Aveva preso una decisione e stavolta neanche Louis avrebbe potuto fargli cambiare idea, anzi forse era più appropriato dire che la causa della sua scelta di imbarcarsi insieme ai suoi ufficiali per affrontare flotte di temibili pirati, era dovuta proprio al castano.

Uscì dalla sua stanza e convocò le sue guardie e i suoi consiglieri più fidati, annunciando così le sue intenzioni.

Durante la sua assenza il comando del regno sarebbe rimasto in mano al padre, attuale sovrano, (anche se ormai screditato) e una volta rientrato se le spedizioni fossero andate come previsto si sarebbe fatto incoronare re.

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Hey..
Scusate se ho pubblicato questo capitolo dopo millenni, ma devo essere sincera e in questo periodo mi è mancata molta ispirazione, tanto da non riuscire a scrivere.
Spero comunque che continuerete a seguire la storia, anche se sono sicura con meno entusiasmo..
In ogni caso vi ringrazio per il sostegno, per i vostri messaggi e per ogni voto e commento <3

Masquerade || Larry Stylinson AuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora