The Butterfly

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Ciao farfallina, – ricordi come ti piaceva quando ti chiamavo così? -

oggi è un anno che non ci sei più e io non faccio altro che continuare a pensare a quella maledetta sera. Due sconosciuti, incappucciati, in casa nostra. Due sconosciuti che mi hanno portato via la cosa più preziosa che avessi. Nessuno dovrebbe morire in quel modo. Nessuno dovrebbe morire a quell'età. Sei anni e mezzo. Sei fottutissimi anni e mezzo – lo so, ho detto una parolaccia e devo lasciare un dollaro nella cassettina delle cattive azioni in camera tua.

Qui è tutto così nauseante da quando sei andata via. Le giornate sono sempre grigie e il sole non ha più lo stesso calore di prima. Ricordi quei papaveri rossi che crescevano nel nostro giardino e che solitamente, di sabato pomeriggio, raccoglievamo per regalare alla mamma? Non crescono più. Non so per quale motivo, semplicemente hanno smesso. Ah, sai? Io e la mamma non abitiamo più insieme. Sono cambiate tante cose da quella sera. Adesso lei vive a Chicago e ha anche ottenuto un lavoro piuttosto importante. Almeno è quello che mi ha raccontato Sarah, la sua amica. Te la ricordi? Sì, Sarah, quella che aveva quella risata buffa che faceva ridere anche te. Ho ancora impresso quel pomeriggio al mare quando facesti tutti quei capricci perché volevi giocare ancora con lei e invece era ora di tornare a casa. Neanche immagini quanto mi fece male vederti piangere a dirotto. Dicesti che eravamo i genitori peggiori del mondo. Beh, sai? Forse non avevi tutti i torti. Non siamo stati in grado di proteggerti. Non sono stato in grado di proteggerti.

Oramai cerco di consolarmi pensando che sei in chissà quale bellissimo posto, pieno di luce, di fiori, con un prato infinito e con la nonna che bada a te. Lei è lassù da prima che tu nascessi, ma sono certo che vi siate incontrate e che abbiate avuto modo di conoscervi. Non farla arrabbiare troppo, mi raccomando. È bello avere qualcuno che si prende cura di te, è la cosa migliore del mondo. Io l'ho capito adesso che sono rimasto solo in questa casa che diventa ogni giorno sempre più grande. E vuota.

Ho un nuovo amico, si chiama Jack. Jack Daniel's. È l'unico che ogni sera è lì per me e che mi aiuta a superare i momenti di sconforto. È l'unico a tenermi compagnia e a combattere le mie paure e la mia tristezza. Non credo, però, che dovrei parlartene. Sei ancora troppo piccola per capire.

Non voglio dilungarmi troppo, so che hai imparato da poco a leggere e non voglio farti perdere un'intera giornata dietro a queste mie righe. Volevo solamente dirti che mi manchi. Mi manchi tremendamente. E sto venendo a trovarti.

A presto, farfallina.


Scrissi quell'ultima parola con un macigno nella gola. Poggiai la penna sul block-notes e mi sfilai gli occhiali da riposo. Mi alzai dalla sedia e, con passo lento, mi avvicinai al mobiletto del salone. Afferrai il bicchiere di Jack mezzo vuoto e ne mandai giù un sorso. Sentii rabbrividire ogni singola cellula del mio corpo. Non so se dipese dal grado alcolico di quel whiskey o da ciò che sapevo di stare per fare. Aprii il cassetto che era proprio sotto il mio sguardo e la estrassi. La fottutissima calibro 9 che avevo acquistato un paio di mesi fa da quell'uomo baffuto. Non avevo ancora avuto le palle di utilizzarla. D'altronde cosa puoi aspettarti da un uomo che ha lasciato che sua figlia venisse ammazzata davanti ai suoi occhi? Presi saldamente l'arma e mi avviai, deciso, verso il giardino. Non appena varcai la porta di casa, quella bianca distesa di neve che circondava la mia abitazione, e quelle di tutto il vicinato, mi abbagliò. Decisi di non lasciarmi distrarre e feci un passo verso l'esterno. BUM BUM. Il mio cuore si fece roboante. La neve scricchiolava sotto i miei stivali, mentre avanzavo verso il punto preciso che avevo scelto. BUM BUM. Stava per uscirmi dal petto. Raggiunsi la zona dei papaveri e notai, con grande stupore, che ve n'era uno, di un rosso acceso, che fuoriusciva dalla neve. Strano. BUM BUM. Di nuovo. Mi distesi accanto al fiore. La neve era gelida e il fatto che indossassi solamente un paio di jeans e una t-shirt di certo non aiutava. Portai la canna della pistola alla tempia. Il contatto con essa scatenò in me un altro brivido. Volsi lo sguardo verso il sole, nel tentativo di vederlo per un'ultima volta, ma qualcosa catturò la mi attenzione. Una stupenda farfalla colorata, dopo essermi passata davanti, si posò sul mio naso. Era gioiosa. Un mare di emozioni mi attraversò. Una calda lacrima solcò il mio viso, mentre quella splendida creatura mi teneva compagnia. Fu l'ultima cosa che vidi prima di premere quel dannato grilletto. BOOOM.


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Questa one shot rappresenta un esperimento per me: cercare di raccontare tanto in meno di mille parole (802 per la precisione). Spero di essere riuscito nell'impresa.

Se vi va, lasciate qualche commentino, fa sempre piacere!

Grazie di aver letto.

Luca.

The Butterfly [One Shot]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora