Reimei No Arcana

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[*akage= capelli rossi, **kurokami=capelli neri]

Oggi sono diventata proprietà del mio nemico...

Tutti mi fissano e mormorano.
"È una akage*", "Non fa parte della famiglia reale?" "No, ma non è lei la principessa del paese vicino?", "La famiglia reale dei kurokami** non...".
Le voci si fermano all'istante, silenzio totale. Mi volto. Il principe ha zittito tutti con un solo gesto della mano,poi mi prende la lunga treccia rossa.
《...Questa akage che sembra essere fuoco...ti prego, ama il mio paese》detto ciò avvicina la mia treccia alle sue labbra e la bacia, lasciandola, anzi, lanciandola quasi all'istante.
Urla di congratulazioni arrivano dal popolo sottostante alla balconata. Nessuno l'ha notato. Proprio ora, questo uomo ha stretto l'akage... nella sua mano.

È solo un'inutile compito. Penso che nessuno possa continuare senza un qualche tipo di pace. Non sono qui per un banchetto di benvenuto. Sono un agnello sacrificale. Mi domando quando sarà versato questo sangue.
La nostra è una grande isola divisa in due. A nord c'è il Senan, a sud c'è Belquat. In quest'isola ebbe inizio una calamità. In 200 anni questa guerra non è ancora terminata. E c'è una cosa particolare...in questi due paesi c'è una caratteristica anomala comune. La famiglia reale, gli attuali governanti, sono persone che si vantano dei loro capelli neri. Le persone con capelli rossi, biondi o castani sono cittadini comuni. E poi ci sono quelli che sono per metà bestia e per metà umano. Loro hanno orecchie e code da animali. Poiché sono sottoposti vengono disprezzati e forzati a lavorare come servi. I sottoposti che superano il genere umano con i loro cinque sensi combattono come soldati in prima linea.
Il sud di Belquat è benedetto con terra ricca e fertile. Questa terra ricca vantava il suo esrcito.
La forza militare del nord del Senan, invece, era debole a causa degli inverni ghiacciati.
Il fiume che scorreva dal nord al sud, il Tiraus River, ha dato a Belquat una scossa al suo stile di vita quando il veleno si riversò dove il fiume era stato arginato a nord.
Per porre fine alla difficile guerra, le famiglie reali dei due paesi, stipularono un contratto matrimoniale legato con un trattato di pace. Quel tentativo di pace però non durò più di cinque anni. E di nuovo, quel contratto matrimoniale si è legato con quel trattato di pace improduttivo.
Il principe secondogenito di Belquat, Caesar, e io,Nakaba, principessa primogenita di Senan ci sposeremo. Questa è la dimostrazione della pace. Per ottenere ciò sono stata inviata a Belquat. A causa dei miei capelli rossi la gente mormora su quanto passerà prima che io venga uccisa e spedita tra i paesi.

Improvvisamente il principe Caesar mi afferra la treccia tirandola.
《Akage. Ci hanno inviato una inimmaginabile impurità》 gli sento dire.
《...Tocchi i capelli di una donna senza permesso in questo modo?》
《Non fraintendermi. Tu sei mia moglie》mi risponde.
《La prego di spostare la sua mano principe Caesar.》.
Mi volto.
《Loki!》
《 Nakaba-sama, è stata una cerimonia sorprendente. 》
《...Sei un sottoposto? Il tuo unico compagno è un sottoposto? Così lei è giustamente la tua preziosa principessa, vero?
Le tue orecchie sono quelle di un cane? Haha sei adatto alla principessa akage...》lo aggredisce il principe.
Prima che me ne rendessi conto, Loki si sposta da vicino a me e lo vedo davanti al principe Caesar, mentre gli punta un pugnale alla gola e uno al petto.
Le guardie reali appaiono all'istante puntando le lance contro Loki.
《Sei pazzo vero? Se dovessi uccidere Caesar-sama all'interno di questo posto, questo significherebbe anche la tua condanna a morte...no. Potrei ucciderti ora per tradimento.》dice uno di loro, presumo il consigliere del principe.
《Mi scusi. Poiché siete il principe di Belquat, siete anche il marito di Nakaba-sama. Non posso perdonare qualcuno per aver insultato la mia padrona.》si rivolge al principe.
《Huh. Sei un cane che non è stato addomesticato, vero? Oppure è che hai fretta di morire?》gli risponde il principe Caesar.
È una posizione di stallo. Loki che punta i pugnali contro Caesar e le guardie reali che puntano le loro lance contro di lui. Avanzo con passo titubante finche non sono tra Loki e il principe Caesar.
Faccio un lungo respiro, poi colpisco Loki con uno schiaffo. Il principe Caesar sembra sorpreso. La cosa che mi fa più male è lo sguardo di Loki, quasi shockato.
《Questa persona, anche se imperfetta, è ancora mio marito. Visto che lui è il marito della tua padrona, devi dedicarti a lui, giusto? Scusati per la tua maleducazione.》lo rimprovero.
《Si.》si inchina《sono davvero dispiaciuto per quello che ho fatto.》
《Ha! Sorprendente! Sei veramente della famiglia reale, vero? Sembra che anche un'akage riconosca le cattive maniere quando le vede...》dice Caesar con un tono di estrema superiorità.
Non posso sopportare oltre, con uno scatto mi volto e colpisco il principe con un pugno che lo fa cadere a terra.
《Dovresti vergognarti di te stesso per esserti preso gioco di Loki.
Tu credi di unificare questo paese. Se la famiglia reale fa discriminazioni sulle persone, allora è solo una beffa》
Alle mie parole l'espressione del principe Caesar si fa folle e si avventa su di me spingendomi contro una colonna e stringendomi il collo con la sua mano.
《Tu...Insolente! Bada al modo in cui mi parli. Non pensare che non possa prendere la tua testa e spedirla indietro al tuo paese》
Le sue mani si fanno più strette intorno al mio collo e con un filo di voce, l'unica che riesco a trovare, gli rispondo:《Fa' quello che vuoi》
《E non andrai nemmeno in paradiso, a causa di quest'akage. So come il tuo paese reagisce a questo tipo di cose. Questo paese e anche l'altro. È lo stesso per me》mi dice continuando il suo discorso come se non avessi detto nulla.
《È solo il posto in cui morirò ad essere cambiato, ecco tutto》gli rispondo tenendo il mio sguardo fisso nel suo per mostrare una sicurezza che fatico a trovare.
Rimaniamo un attimo così, poi un capogiro assale e dopo essermi portata le mani alla testa sento solo più Loki che mi chiama e mi corre incontro, poi diventa tutto buio.
Loki mi afferra prima che cada per terra, questa è l'ultima cosa che percepisco.