Capitolo 3

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Se volete potete ascoltare questa canzone mentre leggete il capitolo😊
......《Scusa.》
《Nessun problema. Deve essere strano per te avere tua mamma qui》
《Strano per me, strano per lei, probabilmente strano anche per te, visto che hai dovuto cedere il tuo covo da scapolo.》
《Mrs Casnoff mi ha permesso di portarmi la Jacuzzi a forma di cuore nella mia nuova stanza al dormitorio.》
《Cal.》,gli dissi con finto stupore,《Stai scherzando?》
《Forse》,replicò lui. Raggiungemmo l'estremità del molo. Guardai l'acqua sotto di me e cercai di non rabbrividire.
《 Non è che per caso hai qualche consiglio su come potrei fare a non affogare?》,gli chiesi.
《Non bere.》
- CERTO CHE STO RAGAZZO HA L'INTELLIGENZA DI UNA MOSCA EH!!! -
《Oh, grazie, questo si che è un consiglio prezioso.》
Cal spostò la presa su di me e io mi irrigidii. Un attimo prima di gettarmi nel lago, mi bisbigliò:《Buona fortuna.》
Dopodiché finii in acqua .
Il mio primo pensiero, quando sprofondai, era composto da parole irripetibili. Il lago era troppo freddo per essere maggio, in Georgia, e il gelo mi si insinuò fin dentro le ossa. In più il petto cominciò a bruciarmi quasi immediatamente e io finii subito sul viscido e fangoso fondale.
Ok, Sophie, pensai, niente panico.
Lanciai un'occhiata alla mia destra e, in quelle acque limacciose, vidi un teschio che mi fissava, sorridente.
Al che cedetti al terrore. Il mio primo impulso fu umano, per cui mi piegai su me stessa, cercando di liberarmi dalle corde che aveva alle caviglie con le mani legate. Mi resi presto conto che si trattava di una mossa stupida, per cui cercai di calmarmi e concentrarmi sui miei poteri.
Via le corde, pensai, immaginando quei legacci che svanivano. Li sentii allentarsi un po', ma non abbastanza.
Parte del problema era che la magia veniva dalla terra ( o da qualcosa al di sotto della terra, pensiero al quale cercavo di non indulgere troppo spesso) ed era difficile tenere i piedi sul terreno, mentre cercavo di non annegare.
"VIA LE CORDE", pensavi di nuovo, stavolta concentrandomi di più.
Quelle cedettero con violenza e i nodi si sciolsero, trasformandosi in un ammasso di legacci galleggianti. Se non avessi dovuto trattenere il respiro, avrei sospirato. Invece mi liberai da quel che restava delle corde e scalciai per risalire a galla.
Nuotai per pochi metri, poi qualcosa mi ritrascinó sul fondo.
Spostai lo sguardo sulle caviglie, quasi aspettandomi di vedere uno scheletro che mi aveva afferrato, invece niente. Il petto mi stava andando a fuoco e gli occhi mi bruciavano. Spinsi con le gambe e con le braccia, cercando di ritornare in superficie, ma era come se qualcuno mi trattenesse, anche se in realtà non c'era niente.
Quando vidi delle macchie nere che mi danzavano davanti agli occhi arrivó il panico vero. Dovevo respirare. Calciai di nuovo, ma rimasi sul posto. Le macchie scure si allargarono e la pressione che mi gravava sul petto diventava insostenibile. Mi chiesi quanto a lungo fossi rimasta là sotto, e se Cal avrebbe mantenuto la promessa di salvarmi.
All'improvviso riuscii a salire in superficie e, quando riemersi, ansimai. L'aria mi bruciava i polmoni, ma non avevo ancora finito. Continui a salire fin quando non fui del tutto fuori dall'acqua, a quel punto balzai con un salto sul pontile.
Sbattei il gomito sul legno e trasalii per il dolore. Sapevo che probabilmente la gonna mi era salita troppo in alto sulle cosce, ma non potevo preoccuparmene. Mi presi un secondo per godere della sensazione di poter nuovamente respirare. Alla fine smisi di ingurgitare aria e cominciai a respirare ad un ritmo normale.
Mi misi a sedere e mi scostai i capelli dagli occhi. Cal era in piedi a pochissimi passi da me. Lo fulminai con lo sguardo.
《Bel lavoro con il salvataggio.》,gli dissi con voce ferma e dura.
Poi mi resi conto che non stava guardando me, ma l'estremità del pontile.
Seguii il suo sguardo e vidi un uomo magro dai capelli scuri. Anche lui era in piedi, immobile, e mi fissava.
All'improvviso ricominciai ad avere difficoltà a respirare.
Mi alzai, anche se mi tremavano le gambe, e mi sistemai i vestiti, zuppi com'erano.
《Stai bene?》,mi chiede l'uomo, con un espressione preoccupata?
Aveva una voce più potente di quel che mi sarei aspettata da un tipo magro come lui è un debole accento British.
《Bene》,dissi, ma avevo le macchie scure ancora davanti agli occhi e le ginocchia sembravano troppo deboli per sostenermi. L'ultima cosa che vidi prima di svenire fu mio padre che mi veniva incontro mentre io crollavo a terra.
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VOLEVO FARMI PERDONARE PER LA MIA CONTINUA ASSENZA COSÌ ULTIMAMENTE HO SCRITTO UN CAPITOLO MOOLTO PIÙ LUNGO DEL SOLITO...
SCUSATE ANCORA😢.
C
IAOOOOO❤
-ILA💙

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 11, 2016 ⏰

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