The beginning.

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1 Settembre 2016.

Può sembrare un giorno qualunque, ma per me non lo è affatto.
Finalmente mi trasferirò lontano da casa mia, lontano dalla mia adorata famigliola. Quanto lontano? Bhe, direi che due ore e mezzo in aereo siano più che sufficienti.

Andrò a stare da mia nonna, in un paese in provincia di Milano. Mia madre ha origini italiane, ma si è trasferita in Inghilterra quando aveva appena diciannove anni.
E io oggi, alla sua età, vado via dal posto in cui sono nata e cresciuta per visitare finalmente la sua vecchia casa.

Ho sempre adorato l'Italia.
Molte volte ho parlato al telefono con la nonna, e i suoi racconti continuano ad incantarmi tutt'ora. La descrive come un posto caldo e accogliente, in cui le persone si aiutano a vicenda e aiutano il prossimo. Il che è esattamente il contrario di ciò che accade a Londra, sebbene tutti la descrivano come un posto bellissimo.
Posso assicurarvi che non lo è affatto.
Sono stata in Italia, più precisamente a Milano, solo una volta; due anni fa, circa.

«Mamma, papà» richiamo la loro attenzione, abbracciandoli uno alla volta.

Stanno chiamando i passeggeri del mio stesso volo, devo sbrigarmi. «Date un abbraccio a Beth da parte mia, anche se so che non gliene importa niente.»

Scrollo le spalle e mi allontano, salutandoli con la mano. Trascino la valigia a quattro ruote sino all'aereo; indugio un po' per cercare il mio posto, ma alla fine riesco a trovarlo.

Appena mi siedo, decido di dedicare qualche secondo alla contemplazione della mia città. Nonostante tutto, mi mancherà prendere un buon frappè da Starbucks tutte le mattine con le mie amiche e fare lunghe passeggiate nei vari enormi parchi.

Dopo poco un ragazzo occupa il posto accanto a me. Poggia esausto il bagaglio a mano -che sembra molto pesante- e rilascia un enorme sospiro, gettandosi con il busto sul sediolino dietro di lui.
Solo che non gli do più tanta importanza nel momento in cui una voce registrata raccomanda a tutti di allacciare le cinture.

Finalmente, si parte.

***

Sono le dodici e mezza ed i miei piedi hanno appena toccato il suolo italiano! Sono entusiasta, in fermento, eccitata... non so più quali aggettivi usare per descrivermi!

La nonna mi ha detto gli autobus da prendere per arrivare a casa, poiché ha una certa età e non si sposta più come una volta quindi devo solo trovare il mio.
Sfrutto l'utilità dei corsi di italiano frequentati negli ultimi mesi e chiedo informazioni precise riguardo la linea da prendere, la fermata a cui scendere eccetera.
Appena noto l'autobus, mi incammino velocemente e con un sorriso enorme. Sebbene stanotte io non abbia chiuso occhio per l'emozione, sono più carica che mai.

Pago il biglietto e mi siedo in uno dei tanti posti liberi. Dopo pochi secondi, vedo salire sull'autobus il ragazzo che mi sedeva accanto in aereo. Si siede qualche posto dietro di me e, in circa 10 secondi, il pullman è già partito.

Nelle orecchie ho Fix You dei Coldplay a ripetizione. Adoro questa canzone.
Giocherello nervosamente con i pollici, non sapendo più cos'altro fare per passare il tempo.
Da ciò che ho capito, la mia fermata è una delle ultime, quindi il tempo che trascorrerò qui dentro sarà tanto.

Ancora prima che io possa accorgermene, nel bus ci siamo solo io, quel ragazzo e altre tre persone.
Sto iniziando ad inquietarmi. Mi sta pedinando per caso?
Due persone scendono alla fermata successiva, ora ne siamo solo in tre. È davvero una cosa inquietante. Non ci avevo fatto caso prima, eppure questo tizio mi sta letteralmente seguendo da quando ho messo piede sull'aereo, a Londra. Ma chi è? È vero che potrebbe essere una coincidenza, ma io non credo nelle coincidenze.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 04, 2017 ⏰

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