CAPITOLO 2

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La noiosa e infruttuosa notte di caccia sta finalmente per concludersi. Devo restarmene sdraiata a guardare il cielo ancora per una ventina di minuti e poi finalmente potrò andarmene a dormire.
Il bisogno di riposo è una cosa che ho ereditato dagli umani ma che avrei preferito non avere. Normalmente al mio organismo bastano quattro ore di sonno per recuperare completamente, ma non dormo da due giorni e inizio a sentirmi stanca.
Un fruscio seguito dal crepitio di arbusti spezzati mi fa sobbalzare.
Mi concentro ma non percepisco nessuna presenza, ma potevo evitare di usare il mio potere, il rumore sembra solo a pochi passi da me; mi bastava usare gli occhi.
Non c'è nessuno.
I rumori continuano e se ne aggiunge un terzo: il lento ticchettio della pioggia.
Mi alzo di scatto e continuo a guardarmi intorno, niente nuvole in cielo e nessuna presenze in terra.
Solamente quando il dolce suono di un'arpa fa il suo ingresso in quella strana sinfonia, mi accorgo di aver dimenticato di mettere il mio cellulare in modalità silenziosa.
Rispondo al telefono maledicendomi per aver scelto una suoneria new age.
«Cosa stai facendo?» mi domanda una voce maschile.
«Ballo nuda sodo la luna.»
«Senza di me?»
«Non sei voluto venire» mi lamento.
«Sai benissimo che non posso. Il mio compito non è...»
Qualcosa mi colpisce alla nuca, il cellulare mi scivola dalle mani e cado a terra mentre sento la voce al telefono chiedere cosa sta succedendo.
Mi volto immediatamente per capire cosa mi ha colpito e vedo due figure scure con occhi rossi. Vampiri.
Dietro di me sento dei passi, almeno tre persone si stanno lentamente avvicinando.
Non ho il tempo per domandarmi perché non li ho percepiti, è accaduto, ora devo lottare.
Le due figure davanti a me restano immobili in attesa di una mia mossa. Sono in posizione di difesa, si aspettano un attacco. Capisco il loro piano, distrarmi mentre i tre dietro si lanciano su di me e mi fanno la festa.
Guardo dritto negli occhi di uno dei due vampiri, mi alzo lentamente e vedo la sua bocca allargarsi in un ghigno grottesco.
Mi sta aspettando. Bene, che aspetti pure.
Di scatto mi volto e mi lancio contro uno dei tre alle mie spalle. Lo afferro per la testa e, con un movimento rapido e deciso, gliela stacco dal collo. Prima che il suo corpo tocchi terra mi sono già avventata sul vampiro che prima mi fissava dritta negli occhi.
Lui indietreggia con un salto e io finisco a terra. Lo vedo ridere mentre sento le mani gelide dei suoi compagni afferrarmi per i fianchi e sollevarmi. Sento altre mani bloccarmi la testa.
So cosa sta per succedere, mi morderà.
Non temo il loro veleno, su di me non è pericoloso come sugli umani, ma è parecchio fastidioso. Tutto dipende dalle dosi.
Il morso rapido di un singolo vampiro mi indebolirebbe, ma riuscirei comunque a combattere e vincere, ma se indugerebbe inizierei a trovarmi in difficoltà. La testa inizierebbe a girare e la vista a offuscarsi.
Se solo due di questi riuscissero a immobilizzarmi e a mordermi a lungo, io perderei i sensi e sarebbe la fine, mi ucciderebbero.
Non morirei dissanguata perché il mio sangue è più velenoso di quanto lo sia il loro per me. I vampiri percepiscono cosa sono e quindi si limiterebbero a far penetrare la loro saliva nei tagli creati dai loro denti fino a farmi crollare a terra svenuta, dopodiché mi ucciderebbero.
Allungo le braccia sopra la mia testa e trovo quella del vampiro, tiro con forza e sento le sue mani scivolare via da me.
Meno due. Grida vittorioso il mio ego.
Non faccio in tempo a lasciar cadere la sua testa che un dolore pungente mi paralizza il braccio sinistro: uno di loro è riuscito a mordermi.
Muovo freneticamente il braccio nel vano tentativo di fargli mollare la presa e questo è l'errore che mi costerà la vita.
Concentrarsi su un unico vampiro durante un attacco di gruppo è la prima cosa che si impara a non fare. Mai dare le spalle, mai restare ferma nel centro.
Gli altri due sono subito su di me, una fitta alla gamba destra e poi un morso deciso sul collo che mi fa urlare, più di rabbia che di dolore.
Inizio a sentirmi debole, cerco di reagire e scrollarmeli di dosso, ma il loro veleno è veloce, lo sento scorrere nelle mie vene e raggiungere ogni organo del mio corpo.
La mia testa inizia a girare e, un attimo prima che tutto diventi buio e indefinito, mi sembra di sentire delle voci ovattate, come se fossero distanti anni luce.


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