#1 - Nᴇᴠᴇ ɪᴍʙʀᴀᴛᴛᴀᴛᴀ.

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La neve cominciava a cadere copiosamente sul terreno a chiazze verdi d'erba che mano a mano, alla caduta dei candidi fiocchi bianchi, venivano coperti da un manto bianco profumato di gelo. Una piccola figura avvolta in un manto spesso di pelliccia ereditato dalla nonna si muoveva nella nebbia con dei rami tra le braccia, mentre, faticosamente cercava di raggiungere nel modo più veloce possibile quella piccola casa ereditata dal padre, morto da poco più di un mese; il dolore era stato allucinante, era morto senza una valida spiegazione, stroncato da forse l'attacco di un animale delle nevi che gli aveva squarciato il cuore fino a tirarlo fuori dal petto anche se non aveva mai voluto crederci. Era sicura che fossero stati i bruti. Era sempre stato un uomo valoroso, il padre di Merald... Aveva cresciuto da solo sua figlia, data la morte prematura della madre durante il parto. Aveva sopportato tante cose e soprattutto tanti dolori e sconfitte, ma aveva sempre superato tutto! Merald, lo vedeva come esempio, suo papà.

Il vento si faceva sempre più forte e quando la donna riuscì ad arrivare alla porta di casa non esitato a dare un calcio ad essa date le mani impegnate e quando entrò nella piccola casa di povero arredamento rustico lasciò cadere i rametti raccolti vicino al tavolo posto al centro della stanza. Sospirò per il freddo gelido che stava congelando anche quella casa e si affrettò a chiudere la porta, voleva soltanto accendere l'unica cosa che le dava almeno un po di sollievo: il camino che ogni volta che veniva acceso le dava una sensazione di natale, nonostante fosse agosto. Dopo una lunga guerra tra il bene ed il male, cacciatori e presenze demoniache chiamate anche "bruti"... avevano vinto quest'ultime, creando un ambiente a loro favore. Sempre inverno e mai Natale, questa fu la condanna che diedero alle povere persone che non erano ancora state trasformate o erano poveri cacciatori (come tutti). Merald sospirò, ormai persa tra i suoi pensieri e quando si rese contò che cominciava a farsi tardi corse ad accendere il camino sfregando due pezzi di legno tra se e quando una piccola scintilla scoppiò lei continuò fino a quando sfavillò davanti ai suoi occhi una grande e imponente fuoco. Sorrise confortata da quel calore che sin da piccola le era sempre piaciuto guardare trasformarsi e aumentare. Appena esso cominciò a farsi più intenso si tolse la sciarpa ed i guanti di pelle appoggiandoli sul divano consumato dagli anni e quando la pelliccia accompagnò la fine degli altri due indumenti un brivido di freddo le percorse la schiena. Era bella, Merald, ma non abbastanza da far sospirare o parlare. Aveva un corpo formoso e per niente perfetto, con cicatrici e piccole smagliature di adolescenza ma ne andava fiera, li reputava "marchi di una donna"; un volto piccolo e lunghi capelli biondo scuro che si abbinavano agli occhi chiari ormai spenti dalla stanchezza di quella vita che non era mai stata pronta a vivere.

Camminò tranquilla verso il piano cottura della cucina e aprì il mobile trovando l'ultima scatoletta di sugo con pochi grammi di pasta rimasti, ma le sarebbero bastati anche se malinconicamente sospirò con le mani rotte dal freddo e dalle schegge di legno che si incastonavano nella pelle creando piccole ferite da cui sgorgava del sangue che si seccava poco dopo. Mise a preparare la poca pasta che quella sera le toccava, e si sedette poi a tavola osservando legno scoppiettare e bruciare. Un frastuono enorme le fece girare la testa verso la finestra chiusa e sbarrata, si sentiva lo scalpitio di cavalli e urla esattamente demoniache che le fecero girare terrorizzata la testa verso la botola nascosta sotto il letto. Sapeva benissimo che stavano cercando qualcuno, non si erano mai avvicinati così tanto alle Terre del Nord se non per giustiziare qualcuno o per qualche strano rito. Corse, forte a spegnere il fuoco con dell'acqua e poi si infilò sotto il letto sollevando la botola tanto quanto per entrarci. Sotto la botola c'era un nascondiglio escogitato da suo padre e da sua madre e utilizzarlo quando era piccola, subito dopo la guerra era diventato all'ordine del giorno. Non c'era molto, anzi, quasi nulla, delle scorte di bulloni e un piccolo martello arrugginito che se pure avesse voluto difendersi con esso a poco fosse servito. Si inginocchiò nascondendosi dietro un tavolo di plastica e dietro delle balle di fieno che erano servite a dar da mangiare una mucca che aveva da piccola che poi fu venduta per bisogno di soldi. Pregò qualsiasi cosa ci fosse all'aldilà appena sentì la porta della sua modesta casa venire aperta e scoppiò in un pianto silenzioso mettendosi una mano sulla bocca. Voci indistinte parlavano di lei, e si domandavano dove si fosse nascosta; cercavano Merald.

-"Se non trovate la ragazzina entro dieci minuti vi taglierò la testa in capitale, su un palco, davanti le vostre stesse famiglie! Metteteci più impegno, demoni ingrati! Il re ci ha dato un ordine!" Merald sconvolta si guardò attorno cercando di far udire il meno possibile i suoi respiri o qualsiasi cosa fosse riconducibile a lei. Rumori di mobili che si spostavano e vetri rotti le fecero accapponare la pelle candida quanto la neve.

-"Sir, c'è un piatto di pasta caldo, deve averci sentito arrivare ed è scappata da qui o si è nascosta da qualche parte nella sua piccola dimora." intanto disse una voce piccola e scaltra, un nano rosso che avvicinandosi al tavolo per prendere tra le sue mani sporche il piatto limpidamente pulito se non sporco per le macchie di sugo rosso perfettamente cotto, lasciandolo poi di nuovo lì. Intanto nella casa era il caos e quando spostarono il letto di legno e scovarono la botola una chimera fece segno di far silenzio e con le sue zampe pesanti aprì la botola improvvisamente facendo un grugnito che fece urlare la ragazza spaventata dal mostro dal pelo azzurro e nero.

Un uomo dai capelli corvini e pelle meravigliosamente ambrata saltò giù e appena mise piede nella botola le balle di fieno si spostarono da sole mostrando figura spaventata e tremante di Merald che raggomitolata su se stessa cercava in modo impossibile di premersi il più possibile sulla parete quasi per voler scomparire.

-"Eccoti qui, carissima Merald. Pensavi per caso che nascondendoti in questa gatta buia non ti avremmo trovato? Sono bastati esattamente cinque minuti." si avvicinò a Merald abbassandosi leggermente e quando le prese con un dito il viso alzandoglielo arrogantemente in alto per guardarla, la ragazza chiuse gli occhi senza il coraggio di controbattere, rischiava la vita. "Però, sei carina. Penso che il nostro re abbia fatto una scelta meravigliosa, oh sì... Ora alzati, ci sta aspettando, anzi. Ti sta aspettando." si corresse, e Merald scoppiò in un mare di lacrime appoggiando le mani per terra cercando di rimanere nella sua casa, convincerli di star facendo un errore anche se fosse stata una cosa alquanto improbabile.

Due mantidi e una chimera la presero per le braccia balzando improvvisamente giù nella botola e l'uomo si catapultò sopra la botola fluttuando velocemente. Grugniti e saliva bagnavano la sua pelle mentre lei urlava e cercava di allontanarsi facendosi solo più male date le unghia della chimera quasi incastonate nella carne mentre aveva stracciato involontariamente una delle tre magliette che aveva; poi il buio, Merald svenne o forse si addormentò... non lo seppe mai. Le ultime cose che riuscì a sentire furono parole sconnesse dell'uomo che le aveva fatto sporchi complimenti e dalla sua vista le ultime cose che riuscì a vedere furono delle piccole macchie di sangue che imbrattarono la neve candida. Quando entrò nella carrozza la chimera distrusse la casa e tutti i ricordi che le rimanevano di quella vita fatta di paura e piccoli spazi di affetto dati da quell'uomo ucciso dagli stessi demoni che la stavano rapendo, per portarla chissà dove.

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-"Harry, abbiamo ucciso il padre perché era un cacciatore e assieme ad altri stava mettendo su un piano per distruggere il regno e ti ho aiutato anche ma non possiamo fare lo stesso con la figlia! Non sappiamo se anche lei sia tra i cacciatori e non possiamo permetterci un rischio del ge-"

-"Liam, ti conviene star zitto se non vuoi essere tagliato la lingua." sentenziò Harry girandosi verso Liam, che prima dava le spalle guardando l'enorme finestra di stile gotico dai quadranti di vetro colorati di nero, grigio e rosso. Liam deglutì appena lo sguardo severo e tenebroso del suo Re incontrò il proprio, costringendolo ad abbassare gli occhi sul pavimento di marmo. "Sicuramente sua figlia saprà cosa il padre ha fatto, è un adulta e da quello che ho saputo abbastanza sveglia anche se ha sempre vissuto in una cupola di vetro e da quando il padre è morto nessuno l'ha più vista in giro se non per procurarsi del cibo al villaggio o legna. Sono sicuro di quello che dico, e se non parlerà, mi occuperò personalmente della faccenda." disse con voce profonda spostando la sedia e sedendosi alla sua scrivania antica di legno di ciliegio privilegiato. Quando Liam provò a rispondere secondo le sue idee Harry lo guardò male, facendogli cenno di andare via e così lui fece.


Spazio autrice;
Spero che questa fanfiction sia di vostro gradimento, commenti e critiche costruttive sono sempre ben accette.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 26, 2016 ⏰

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[ Merald ] - Roseum Blanditur, h.s. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora