Corio non mi invitò più a casa sua da più di un anno, così decisi di andarlo a trovare, per sapere se stava bene e se avesse finalmente cacciato via quei topi.
Quando sono arrivato, la casa aveva un aspetto tenebroso, come se fosse passato un tornado.
Da quello che ho visto sapevo che non aveva cacciato i topi.
Entrai lo stesso dentro quella "casa", e dopo il primo passo ho sentito il soffitto, o almeno quello che ne restava, scricchiolare.
Volevo andarmene, ma dovevo sapere che Corio stesse bene, così presi coraggio continuai a camminare cautamente e con voce abbastanza alta chiesi:
"Giovanni... sei qui? Giorgio?"
Nessuna risposta.
Andai a controllare in cucina, la mia mente continuava a ripetermi che SAPEVA che mille occhietti a me sconosciuti mi stessero fissando, come se fossi la loro prossima preda... Così decisi di controllare tutte le stanze anche quelle al piano superiore, facendo attenzione alle scale, tutte rovinate e con qualche gradino mancante, il problema poi sarà scendere, se riesco a scendere... Controllai tutte le stanze il più in fretta possibile.
Niente.
Decisi di tornare giù e di andarmene per chiamare la polizia, ma trovai un topino piccolino che mi fissava con quelle piccole pupille...
Sentii un brivido percorrermi tutta la schiena, stavo tremando, all'improvviso sentii anche un respiro sul mio orecchio sinistro, era un altro topino piccolo.
Aspettai che se ne andasse ma invece mi morse il lobo dell'orecchio, e dal dolore urlai.
Mi resi conto immediatamente di aver fatto uno sbaglio enorme, incominciò ad aumentare il numero dei topi.
Mi circondarono, erano arrivati in migliaia, se non in milioni. Iniziai a indietreggiare leggermente, in quel poco spazio che mi avevano lasciato per mettere i piedi.
Inciampai sul tappeto, schiacciai alcuni topi... Gli altri iniziarono ad attaccarmi e a saltarmi addosso.
Alla fine i topi che credevo di aver schiacciato con il mio peso, non erano morti, ma mi sollevarono invece, riuscirono a portarmi al pian terreno. Credevo volessero liberarmi da loro e da quella maledetta casa.
Non fu così, mi portarono nel piano inferiore al pian terreno, la cantina.
Credevo di essere morto, o che lo sarei stato a breve.
I topi si erano tolti da me, mi lasciarono sedermi, e guardarmi attorno, non erano centinaia, ne migliaia, ne milioni, ma miliardi. Tutte quelle pupille mi osservavano, ero immobilizzato.
Sembrava troppo bello, infatti i topi incominciarono a morsicarmi, c'erano topi che non potevano neanche definirsi tali, troppo grandi, con denti troppo spessi e affilati, incominciarono a mangiarmi la pelle, poi via via la carne fino a creare fori, mi mangiarono tutto il copro, tranne la testa, volevano che rimanessi cosciente di quello che mi stavano facendo. Cercai di liberarmi, ma erano troppo pesanti, e il dolore mi impediva di muovermi.
riuscivo a malapena girare la testa a destra e a sinistra, mi bloccai quando mi resi conto di quell'orribile immagine che vidi a destra.
Vidi un gran bel mucchio d'ossa.
Capii che erano Giovanni Corio, sua moglie Elena, il loro figlio Giorgio, e i vari gatti che avevano comprato ai primi avvistamenti di questi topi, diventati ormai invincibili.
Smisi di cercare di liberarmi, avevo capito che per me ormai era giunta la fine.