Io e il mio compagno Arnie, dovevamo andare a controllare una vecchia baracca in montagna, per controllare se c'era tutto il necessario nel caso qualcuno si perdesse dentro la foresta di quella montagna.
Io e Arnie eravamo gli unici che si sono offerti per andare a controllare la baracca 12, nessuno voleva andare a controllarla, e solo io e lui non ne sapevamo il motivo.
Era una giornata nevosa, dopo aver fatto il controllo, volevamo tornare nella nostra baracca principale, ma nevicava troppo per rischiare, così rimanemmo là.
Era passata un'ora, la tempesta di neve non cessava.
Sentimmo urla fuori dalla porta, urla che imploravano aiuto, di farlo entrare nella baracca, diceva che qualcosa lo stava attaccando.
Poco dopo il silenzio, due minuti interminabili di silenzio, si udiva solo il rumore del vento della tempesta.
La persona fuori ricominciò a bussare, senza urla, senza dire una parola.
Avevamo paura che non fosse più la stessa persona che chiedeva aiuto prima, così chiudemmo a chiave la porta prima che potesse aprirla.
Vidi dalla fessura della porta, che quella persona non toccava il terreno.
Quella "cosa" stava per entrare, Arnie cercò di nascondersi in un angolo, io pure, intanto la porta stava per cedere ai colpi.
Il silenzio ricominciò, non udimmo più nessun rumore, il silenzio totale.
Arnie si tranquillizzò un attimo, la porta però a nostra insaputa aveva ceduto, la serratura si era rotta, e la porta incominciò ad aprirsi lentamente.
Non ce ne eravamo resi conto, finchè non sentimmo quel cigolio.
Una ventata di aria fredda, assieme a qualche fiocco di neve entrò nella baracca, raggelando il sangue nelle vene di entrambi.
Vedemmo quella sagoma, apparentemente umana, entrare lentamente nella baracca, sembrava una donna, vestita con un lungo abito nero, aveva la pelle grigia e sporca, con capelli lunghi e neri pece che le coprivano il viso.
Notammo che quella "donna" non toccava per terra, dietro di lei, al di fuori della porta, c'era una grande chiazza di sangue.
Entrambi ci siamo nascosti di nuovo, in modo da non vederla più, siamo rimasti minuti così, poi abbiamo dato un'altra occhiata, la vidi avvicinarsi al nascondiglio di Arnie.
Non potevo urlare, se no mi avrebbe scoperto, non sapevo che fare, se salvare la mia vita o quella di Arnie.
Decisi di lanciare un oggetto nella parte opposta della stanza, per distrarla.
Arnie decise di fuggire dalla baracca, si alzò dal suo nascondiglio, e cercò di non far rumore, per non attirare la sua attenzione.
Fu lì che dopo quel fatidico passo, cigolò la trave che stava pestando, la donna si girò di scatto, lo guardò, rimasero immobili tutti e due, io cercavo di sbirciare, ma vedevo lei di spalle e lui con una faccia spaventata, anzi non spaventata, terrorizzata.
Volevo vederla meglio, ma feci rumore, lei si girò verso di me, fortunatamente non mi vide, mi nascosi subito, ma in quella nuova posizione riuscivo a vederla nonostante fossi nascosto.
Non aveva gli occhi, due cavità nere, vuote, il nulla.
Arnie in quel breve attimo di tempo pensò di fuggire, creando però molto rumore, la donna ritornò a seguirlo, stavolta lo rincorse, iniziò a strillare ed Arnie pure, io volevo cercare di aiutare Arnie, ma era impossibile, ogni piccolo movimento quella donna riusciva a sentirlo, anche a metri e metri di distanza.
Arnie cercò rifugio nella foresta, sperando di seminarla, erano abbastanza lontani dalla mia postazione, ma riuscivo comunque a sentirli, o almeno a sentire lei strillare e urlare la frase:
"IL MIO CIBO, CIBO, CIBO, CIBO, CIBO!"
"SEI MIO ORA!"
"IL MIO PRANZO!"
Non vedevo nulla, ma dopo la donna smise di urlare, credevo che Arnie l'avesse uccisa, ma mi sbagliavo.. Sentii un urlo, era di Arnie.
Vidi in lontananza quella donna uscire dalla foresta, per sedersi per finire "la cena", mentre in mano aveva una gamba di Arnie.
Corsi via il più lontano possibile, una volta andato abbastanza lontano iniziai di nuovo a camminare, mi girai nel caso quella donna mi avesse seguito.
Nessuno per fortuna.
Ripresi il percorso, girandomi me la ritrovai davanti dicendomi:
"Non sono ancora sazia".