Hai mai avuto la sensazione di sentirti soffocare pensando a qualcuno?
Hai mai voluto tornare indietro nel tempo per rivivere ogni istante con quella persona?
Hai mai voluto avere più tempo da passare con una persona?
Hai mai voluto fermare il tempo per capire cosa sta succedendo intorno a te?
Io sì, tutti i giorni.
Sono sdraiata qui, sul lettino dello psichiatra, a raccontare qualcosa che mai capirà.
Ricordi del passato che non riuscirò mai a rimuovere.
Non perché sia difficile, non perché siano infilati nella mia mente come dei tasselli incollati, ma semplicemente perché, per quanto siano tristi, non voglio dimenticare.
Non voglio dimenticare cosa significa amare, perché l'amore non è tutto rose e fiori come molti film lo descrivono e spesso non c'è nemmeno un lieto fine, ma un finale triste e cupo.
Ecco, questa è la teoria che oggi ho esposto a Mr. Anderson, lo psichiatra appunto.
Non ho ricevuto risposta però, non ha fatto nessun cenno con la testa, nessuno sguardo, nessun "E perché?"... Niente.
Si è limitato a fissare il suo dannato block notes e a prendere appunti.
Lo guardai mentre prendeva appunti, cosa stava scrivendo di tanto importante da nemmeno rivolgermi uno sguardo mentre parlavo?
Tossisco sperando di attirare la sua attenzione, ma lui continuava a scrivere
- È tutto per oggi signorina Fawn, può andare- disse senza alzare gli occhi dal block notes
- Ma come, di già?-
- Sì, vada a casa e si riposi, oggi è stata una seduta molto impegnativa per lei, a Giovedì prossimo-
- Va bene, a Giovedì allora- presi il mio giubbotto nero, pronta ad uscire da quella stanza così piena di segreti che nessuno può sapere, che nessuno deve sapere.
Mr. Anderson alzò gli occhi verso di me, emettendo un verso per farmi fermare e voltare, così lo feci
- Signorina Fawn, ha acquistato ciò che le avevo suggerito?- domandò mordicchiando il tappo della penna
- Intende il diario?-
- Esattamente-
- Sì, mamma me l'ha comprato sta mattina-
- Bene, allora cominci a svolgere il compito che le ho assegnato- abbozzò un sorriso, ricambiai a fatica
- Okay, comincerò da sta sera... Arrivederci- senza nemmeno aspettare una sua risposta mi avviai verso l'uscita del suo studio.
Appena arrivai a casa salii in camera mia, chiudendomi la porta alle spalle e piazzandomi sulla mia scrivania.
Guardai il diario e lo aprii, tirando fuori una penna dall'astuccio.
Fissai per parecchi minuti il foglio bianco che avevo davanti, cosa dovevo scrivere?
Come potevo cominciare? Non avevo mai avuto un diario, non sono la tipica ragazza che ama confidarsi con qualcuno.... Nemmeno se questo qualcuno era un fottuto foglio bianco.
Sospirai amareggiata e poggiai la testa sul braccio
- Aaaah, fanculo, devo farlo... -.
Tirai su la penna e cominciai a scrivere, magari man mano che scrivevo le cose mi venivano in mente... Infondo dovevo solo aprire il mio cuore (ad un foglio).
STAI LEGGENDO
Il diario di una lesbica
RomanceClaire Fawn, una ragazza del tutto normale -o quasi-, si ritrova ad essere costretta dai genitori a fare una vacanza lontana da casa e tra fin troppe persone, per i suoi gusti. Lì farà diverse conoscenze, ma solo una riuscirà a colpirla davvero e la...