Fuori c'era un leggero venticello. Amo il vento. L'ho sempre amato, da quando avevo 6 anni. La notte io e mamma uscivamo dal portone di casa e ci sedevamo sulla panchina. Lei mi diceva che la notte è magica... Io anche lo pensavo. Le stelle sono magiche, il vento che ti fa volare i capelli in aria, che ti solletica la pelle, che ti dice qualcosa e tu non riesci a capire, è magico. Io a quell'età credevo che il vento poteva farmi volare, volare in un posto magico. Ma la fantasia dei bambini e ben lontana dalla realtà. A quell'età non pensi ai problemi della vita, pensi alla magia del mondo. Ed erano davvero bei momenti quelli. Mia madre è morta 2 anni fa, aveva un cancro. Io avevo 14 anni, non l'ho presa per niente bene. Il mondo mi è crollato addosso. Io sono figlia unica, ho dovuto iniziare a prendere decisioni a 14 anni. Mio padre è un uomo assente, io e mamma eravamo estranei per lui, non ha mai avuto voglia di coccolarmi o di farmi ridere, riusciva soltanto a far piangere mia madre, nonostante la vita crudele che ha bussato alla sua porta. Lui non ha mai capito niente e continua a farlo. Incolpa me della sua morte ogni santo giorno, e non capisco come riesce a pensare una cosa del genere. Io continuo a lottare, credo di essere forte.
Il vento mi ricorda lei, mi ricorda quelle magiche sere dove ero davvero felice. Mi manca davvero tanto...
Il vento è mia madre. Lei è sempre con me.
Sto andando a scuola, da sola, come sempre. Le cuffie mi fanno compagnia da 2 anni. Una voce, in particolare. Quella del mio idolo, Marco Mengoni. Lui mi ha aiutata a superare la morte di mamma. Io odiavo la musica, non so il perché. Ma nel 2014 tutto è cambiato, in un certo senso anche io. Quando ho visto Marco per la prima volta in tv, ho capito che sarebbe diventato parte di me.
Il vento mi porterà da lui un giorno, per poterlo ringraziare.
Sto entrando in classe, ho ancora le cuffie, mi aiutano a non sentire gli altri, a non sentire quelle stupide parole, però per il mio cuore non sono stupide. Feriscono abbastanza. Se mia madre era ancora viva avrebbe fatto qualcosa per farli stare zitti, ma sono sola e dovrò sopportare, tanto ho Marco, anche se non fisicamente,lui c'è e mi aiuta, proprio come mamma.
Il vento si è calmato, lo vedo dagli alberi, il mio banco è attaccato alla finestra, e questo mi rende felice. Le foglie danzano leggermente, chissà come si sentono in questo momento... Vorrei tanto essere una foglia e volare lontana da tutti.
Il professore entra ed io mi alzo di scatto, come tutti, e dico -"Buongiorno Professore"-. Non ho un compagno/a di banco, nessuno vuole leggermi dentro, e sinceramente a me non importa, non sanno cosa si perdono.
Il prof inizia a far lezione. Io oggi non riesco a seguire, stanotte non ho dormito per niente. Succede spesso, per non dire sempre. Ho un mal di testa orribile, gli altri urlano, come ogni giorno, ed io vorrei tanto mandarli a quel paese. Vengono a scuola per urlare, io posso sembrare stupida, ma vengo qui perchè amo studiare. Sono sempre stata brava a scuola, ne sono fiera, almeno valgo a qualcosa. Il mio sguardo è altrove e credo proprio che il prof se ne sia accorto:-" Signorina Deborah, può ripetere ciò che ho spiegato fino ad ora?"- io non sapevo cosa rispondere. -" Professore, mi scusi. Non la stavo ascoltando"-. Il prof mi fulminò con lo sguardo, i miei "compagni" scoppiarono a ridere in un modo impressionante, li odio.
Finalmente la campanella annunciò la pausa. Finalmente sono libera di respirare senza essere presa in giro.
Stavo uscendo dalla classe quando una ragazza entrò... Non l'avevo mai vista in questa scuola, era semplice. Continuai a camminare senza farci troppo caso. Come ogni giorno nel momento della pausa vado fuori, da sola. Vorrei tanto avere una migliore amica, una ragazza che non se la tiri. Una ragazza che cerca di leggere dentro di me, che mi capisca, che mi faccia ridere e che mi aiuti a non pensare a niente, ma purtroppo il mio difetto è quello di sognare troppo, non arriverà mai. Il tempo è passato in fretta, devo tornare in classe, ma sono abbastanza felice, vi chiederete perchè? Perchè le ore scolastiche stanno per terminare. Mi sento osservata da tutti e vi giuro che è una cosa insopportabile, loro di certo non sono migliori di me, ma mi fanno sentire inesistente. È da parecchio tempo che vengo trattata così e non riesco a capire il perché. Mentre mi avvicino alla porta della mia classe sento una voce ben troppo familiare, era la voce di Marco. Quando entro in classe vedo due idioti in possesso del mio cellulare, ed io come una scema non l'ho portato con me. "- Uhuh che voce insopportabile, ma come fai ad ascoltare Marcuccio? È il cantante più stupido che io possa conoscere. Fai schifo in tutto Deborah cara."-. Mi ritrovo il cellulare in mano, La canzone non è ancora finita.."Fra miliardi di persone ho visto solo te..".
Io non riesco a non piangere, tutto possono dirmi, ma offendere Marco non possono assolutamente farlo.
Non so il coraggio da dove mi è sbucato, ma so solamente che ho detto"- Sentite, voi non sapete la mia storia, non sapete niente di me. Io non sono come voi. Io un cuore c'è l'ho. Io non sono come voi, che vi divertite dal mattino alla notte, io ho una casa da portare avanti, perchè sono completamente SOLA. Voi non sapete cosa possa significare perdere una madre all'età di 14 anni, non potete saperlo. Ridete pure del mio Idolo, voi non sapete niente. Non sapete NIENTE. mi fate solamente ridere, avete 2 anni. "-. Avevo gli occhi rossi. Le mani sudate ed il cuore distrutto.
Mi sono seduta ed ho guardato il cielo in cerca di mia madre... "Anche se non puoi tu sorridimi".
Ed il cielo mi ha sorriso.
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Ad occhi chiusi hai scelto me⚫
Fanfiction"Non è un sogno. È capitato proprio a lei, a quella ragazza riservata e fragile." Deborah è una ragazza riservata. Dentro di sè ha un mondo magico, fatto di musica. La musica per lei è tutto, la musica non la giudica. Con la musica si sente libera...