INTRODUZIONE
In una notte dove le strade erano buie e l' aria era umida, c' era un ragazzo di nome Jeremy , che passeggiava verso la fermata dell autobus, lui era fanatico di anime tra cui Naruto, Tokyo ghoul e molti altri.
Mentre aspettava l' autobus, vide una faccia nell' ombra. Una faccia familiare... Come se l' avesse già vista...
Forse si stava confondendo con un ombra di una persona... Ma lei non sembrava umana.
CAPITOLO 1: la ragazza
Jeremy quella mattina si era svegliato di mal umore per aver dormito poco a causa del pensiero di quell' ombra... Di quella persona che gli sembrava familiare... "ding" "ding"
Iniziò a suonare l' orologio, era ora di andare a scuola.
"driiiiin" suona la prima companella e tutti gli studenti si recano nelle proprie classi. Ma nel corridoio nota come una presenza... Lui conosceva tutte le persone della scuola, ma non conosceva lei.
Appena entrano in classe, la ragazza si mette vicino a lui. Lui le domanda quale fosse il suo nome, ma lei niente. In classe c'era il silenzio più assoluto, non volava una mosca, si sentiva solamente la voce dell' insegnante.
Jeremy essendo un fanatico di fumetti, ne portava sempre uno con se. Oggi aveva portato il primo volume di Death Note. Nuovo di zecca e ancora avvolto nella plastica.
Un compagno glielo sfilò dalle mani e lo iniziò a scartare ferocemente quasi rompendolo. A quel punto dal Manga uscì uno shinigami che uccise il suo compagno scaraventandolo sulla cattedra. Tutti si spaventarono e la ragazza nuova si mise a piangere.
Jeremy la consolò abbracciandola e lei si accomodò sulla sua spalla.
Alla fine delle lezioni, mentre Jeremy stava per scendere alla sua fermata per tornare a casa, vide che la ragazza lo seguiva.
Lui si fermò e lei disse:- io mi chiamo Ayumi, piacere di conoscerti-
Lui tutto timido disse che lui si chiamava Jeremy.
Lei lo ringraziò per averla consolata e gli regala un amuleto con il simbolo di un anime molto noto ma anche raro. Lei lo spezzò in obliquo e ne diede metà a lui e una metà la tenette lei.
Lui non si spiegava perché lo avesse fatto ma poi senza farsi domande si diresse verso casa.
