..sentii un fruscio alle mie spalle, impaurita entrai lentamente e iniziai a gridare aiuto, subito nessuno rispose, allora mi ero seduta su un masso enorme in preda al panico e alla disperazione, sul mio collo sentii una leggera alitata di un odore marcio, lentamente sentii che qualcosa o qualcuno aveva afferrato la mia spalla, spaventata guardai che cosa mi avesse toccato e con un occhiata di terrore vidi una mano sporca di fango che mi accarezzava la spalla, era una mano dalle dita ossute e lunghe che pareva mi penetrassero nella pelle dal tanto che quella creatura stringeva; ed era una mano completamente sporca e graffiata, dalle unghie affilate, una mano che aveva dovuto passare qualcosa di non molto bello, una mano sofferente.
Presa dallo spavento iniziai a urlare e corsi immediatamente fuori dalla grotta.
A quel punto, armata di coraggio rientrai, in effetti era la mia unica speranza per aiutare papá, in quel momento la persona di poco fa (almeno credevo fosse una persona) fece un forte lamento, quasi un grido che però non riusciva a pronunciare, come se avessa una membrana sulla bocca che ostacolava la fuoriuscita di un grido; io gli chiesi chi era e cosa voleva presa dal terrore, lui mi rispose con una voce molto cupa, e disse che non sapeva più chi era che credeva di essere morto e non sapeva dove si trovava, voleva soltanto qualcuno che lo aiutasse.
Allora io gli chiesi di mostrarsi a me e di raccontarmi la sua storia...Lui mi venne in contro da dietro e dolcemente mi spinse in avanti, così si mostrò, io scoprii che quella creatura era un ragazzo, non molto piu' alto di me,(d'altronde nessuno mi batteva in altezza infatti nella mia classe ero la più alta), il ragazzo aveva due grandi pietre chiarissime come occhi e i suoi capelli parevano bianchi dal tanto che erano chiari, il suo viso era sporco di una strana melma, era di una carnagione stranamente scura, un colore cangiante, pareva quasi un miscuglio di terra e rena rossa (proveniente dalla cava che si trovava poco distante dalla grotta) era tutto graffiato e malconcio, ma si potevano notare moltissimo le sue lentiggini che ricoprivano il suo volto interamente, era proprio un ragazzo carino, nonostante le sue disavventure.
Allora anch'io mi presentai, lui mi strinse la mano e così feci pure io, subito mi fece sciogliere con un bellissimo sorriso che aveva un luccichio particolare.
Si vedeva che dietro di sè non aveva una bella storia..Così mi iniziò a raccontare tutto quello che aveva passato, ma prima di iniziare mi disse che la sua storia non l'aveva mai raccontata a nessuno ed ero la prima, ma si era subito fidato di me e aveva davvero bisogno di aiuto, dunque iniziò.
Così lentamente dalle sue labbra uscì prima un sibilio e poi lentamente iniziò a parlare:
" Ecco..ehm..il mio nome credo sia Lucas, o almeno così mi chiamavano tutti, io sono un ragazzo orfano, a cui era stato nascosto tutto il passato, non sapevo chi ero, da dove venivo o chi fossero i miei genitori, tutti mi chiamavano il bambino strano, non ho mai saputo il perché, tutti mi stavano lontani e bisbigliavano cattiverie su di me all'orecchio, come ad esempio che ero sporco e che avevo i pidocchi, ma la cosa che mi dava più fastidio dei miei compagni di scuola era che in ogni discorso facevano di tutto per tirar fuori la storia della mia infanzia solitaria e senza genitori; dicevano cose tra di loro sottovoce, ma sapevano benissimo che io gli stavo ascoltando, lo facevano proprio per questo, per farmi stare male, infatti sembrava che piú io soffrivo piú loro godevano e ridevano di me.
Mi chiamavano <<sfigato>> o altre simili offese, dicevano che avevo una malattia al sangue perchè ero bianchissimo in viso, io facevo finta di non ascoltarli e così andavo avanti, ignorandoli ...ma dentro mi sentivo morire..All'orfanatrofio mi trattavano tutti malissimo ero il piu piccolo di tutti e i più grandi mi prendevano in giro, anche se molto meno dei miei compagni di scuola; forse perché avevamo tutti cose in comune, come la sofferenza di un passato sconosciuto e la solitudine, così molte sere ci ritrovavamo alle due di notte al falò che i più grandi facevano nel giardino di nascosto, lì parlavamo delle nostre storie passate e presenti, molti di loro avevano una ragazza ed erano molto bravi a scuola, un altro motivo per cui venivo escluso era che ero l'unico ma proprio l'unico che non sapeva nulla sui suoi genitori.
Un giorno chiesi alla mia suora preferita, la mia migliore amica Marie, delle notizie sulla mia famiglia, ma purtroppo mi disse soltanto che mi avevano trovato in un quartiere isolato di Greeacetown (a pochi isolati da qui) stavo piangendo a schuarciagola ed ero in terra a gambe all'aria..solo, solo e basta...così mi trovò Suor Cristina (la superiora di un convento di suore) durante un convegno prestigioso.
Subito lei credeva che fossi albino, per questo dovevo fare dei controlli e test per provare ciò, che però non ho mai fatto, vista la poca attenzione e amore che mi davano tutti.
Umilmente mi raccolse da terra e si prese cura di me, mi disse che sin da subito ero un bimbo speciale e nei miei occhi vide qualcosa di insolito, di particolare, così teneramente mi volle da subito bene..lei mi chiamava "il dono di Dio" poichè credeva che fosse stato lo stesso Dio a volere che lei si prendesse cura di me.." a un certo punto si fermò e disse:"scusami se ti sto annoiando con la mia storia...raccontami un po di te.."Io allora lo pregai di continuare, perché mi stavo davvero appassionando alla storia.
Lui continuò dicendo:" però alcune suore piu vecchie mi iniziarono a trattare male e a dire che Suor Cristina doveva lasciarmi morire lá dov'ero perché la mia esistenza era inutile ..così finii in un abisso profondo un abisso senza fine, dal quale non uscii più.
Una sera in fin delle mie speranze poiché mi sentivo sbagliato, nessuno mi voleva, non avevo amici o persone che tenessero a me oltre a Marie, io scappai..scappai spudoratamente dal tetto della casa, durante il falò delle due di notte ..nessuno si accorse di me, o almeno credo; nessuno mi venne mai a cercare, così capii che per loro non valevo davvero niente e smettei di credere all'esistenza di Dio, perché mi ha dato una vita davvero sfortunata e tristissima..e continuando a correre dal mondo ingiusto, da un mondo che non mi voleva io continuavo a andare avanti alla ricerca della felicità, io corsi per giorni, per settimane e infine per mesi, fino a questo momento credevo di essere morto, non ho mai piu parlato con nessuno fino a oggi, così trovai questa grotta e mi ci rifugiai, molte volte pensai di uccidermi, perché non aveva davvero senso la mia esistenza non avendo nessuno, ma non lo feci, speravo sempre che tutto migliorasse e speravo davvero di trovare qualcuno che mi volesse..così sei arrivata tu..""Ora raccontami la tua storia, ti prego"..mi disse
E così io gli raccontai la mia..
Ve la racconterò successivamente questa parte del mio passato..posso solo dirvi che da quel giorno diventammo buoni amici ed è proprio da lì, quando mi aiutò a salvare mio padre che inizia la nostra storia....____________________________________
____________________________________Ecco qui il terzo capitolo, la storia finalmente sta proseguendo e tra poco inizierá davvero, questi tre capitoli dovevano essere infatti di introduzione, spero che non vi siate annoiati perché adesso arriva la parte più bella ..scusate per l'attesa..
Ciao a tutti Alessia♡
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La Prima Volta Che Mi Innamorai
RomanceQuesta storia parla del costante contrasto tra momenti di gioia e altri di tristezza, parla di una ragazza diversa dalle altre; che ha vissuto un passato molto tormentato, nonostante la sua vita sia piena di moment66i bui e di diverse cadute, lei...