Guarda le stelle

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Corsi per il ponte sotto il diluvio che ormai aveva rapito Londra. Non sopportavo più la mia vita, era inutile. I miei genitori mi odiavano, il mio ragazzo mi aveva tradito e mio fratello era morto per colpa mia. Le lacrime continuavano a scorrermi per le guancie mentre percorrevo il ponte pieno di pozzanghere. Scivolai in una di esse e caddi a terra, non avrei potuto bagnarti di più dato che ero già fradicia da molto prima ma comunque mi sporcai di fango, non che mi importasse. Mi rialzai e ricominciai a correre. Non avevo un posto in cui andare, semplicemente correvo mentre le immagini tornavano nella mia mente. Mia madre a terra piangente con la lettera che i polizziotti le avevano dato e in cui c'era scritto cos'era successo a mio fratello. Mio padre che mi guardava nostalgico e che diceva le fatidiche parole -è colpa tua. Tutta colpa tua.- Il mio ex che era tornato brillo e aveva sul telefono delle foto scorcentarti di lui e di una di quelle troie della discoteca. Ad ogni pensiero il mio cuore si distruggeva sempre di più, ero arrivata al mio punto di rottura. Scivolai e invece di rialzarmi mi avvicinai strisciando verso il bordo del ponte. Mi aiutai ad alzarmi e mi tolsi velocemente le scarpe. Misi il primo piede sulla superficie ruvida e gelida e infine il secondo, mi tenni ad una colonna che teneva il ponte fermo e infine sospirai. Ripensai a tutti gli avvenimenti della settimana e infine chiusi gli occhi lasciando che il vento mi acarezzasse il viso. Era così semplice, così semplice andarsene e non soffrire più, mi sarebbe bastato spingermi più avanti...  Misi un piede nel vuoto e mi lasciai cadere. A grande velocità precipitai facendomi togliere il respiro e infine l'acqua fredda mi avvolse. Non volevo reagire e lentamente affondai sempre più nell'acqua finché il buio non mi invase. 


Sentivo delle spinte pesanti sul petto e aprii gli occhi sputando un po' d'acqua e tossicchiando sentendo il sapore di sale marino. 

-Ma sei impazzita?- urlò una voce maschile affianco a me. Alzai leggermente lo sguardo scorgendo un ragazzo della mia età guardarmi con degli occhi castano miele profondi. I suoi vestiti erano appiccicati al petto e la stessa cosa valeva per i miei mentre i suoi capelli biondo cenere erano bagnati per via dell'acqua. La rabbia si impossessò di me e senza pensarci due volte gli diedi uno schiaffo. Lui si massaggiò la guancia confuso. 

-Perché?- sbottai mentre le lacrime si univano alle goccie di pioggia e a quelle dei miei capelli. 

-Perché cosa?- chiese il ragazzo visibilmente confuso.

-Perché mi hai salvato? Non mi conosci neppure!- continuai mentre la confusione regnava nella mia mente. Cosa volevi fare? Ucciderti? Solo in quel momento mi accorsi della stupidaggine che avevo comesso, uccidermi non era la soluzione. Avrei dovuto andare avanti e ignorare ciò che gli altri pensavano e ciò che mi faceva soffrire come avevo sempre fatto. 

-Io... non salveresti una persona che sta per uccidersi?- rispose lui con una domanda. Annui e con voce flebile risposi -Grazie.- Lui sorrise e alzò lo sguardo.

Puntò un dito in cielo e poi tornò a guardarmi. -Qualunque cosa ti abbia fatto soffrire... qualsiesi cosa tu abbia passato devi andare avanti. Guarda le stelle, loro sapranno consolarti...- spiegò. Alzai lo sguardo accorgendomi del fatto che alle nuvole si era sostiuito un fantastico cielo stellato. Senti la forza riaccendersi dentro di me guardando il bellissimo spettacolo e ancora una volta tornai a guardare il ragazzo che continuava ad osservare le stelle pensieroso. Scrollai le spalle e gli lasciai un leggero bacio sulla guancia, arrossata per via del colpo che gli avevi dato poco tempo prima, poi corsi via sotto il suo sguardo confuso e allo stesso tempo stupito e incredulo.


***

Ok, allora non ho molto da dire solo che queste sono delle one-shot e se ne volete una in particolare potete scrivermi nei messaggi privati scrivendomi cosa deve succedere nella one-shot. Io cercherò di accontentarvi e scriverò chi mi ha dato l'idea. Quindi ora spero che il capitolo vi sia piaciuto ed evaporo.

Immagina - Thomas Brodie-SangsterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora