Zoe

75 4 2
                                    

Ho sempre amato la metro di Milano, mi piace perchè vedo volti sempre diversi, spesso ascolto i discorsi di altri, adoro sentire come le persone mischiano le parole, sentire diversi accenti e lingue.
Mia madre era inglese, mio padre anche, credo, non l'ho mai conosciuto, mia madre è morta quando ero davvero piccola. I miei quindici anni li ho vissuti dagli zii, per loro esisto solo quando bisogna spazzare in cucina, lavare i piatti o fare la lavatrice.
A scuola non va meglio. Il 18 ottobre qualcuno appiccó un grande incendio, non si sa ancora chi e come, ma la mia scuola non c'è più, insieme ad Emma, la mia migliore amica.
Oggi, 21 gennaio, sto usceno di casa per la prima volta dopo tanto tempo, obbligata da zia Clara ad andare in questa nuova scuola, la St. Louis, una scuola inglese.
Ho paura di quello che gli altri penseranno di me, ho paura di essere squadrata, di essere etichettata come "quella strana". Penso sì, di essere diversa dagli altri, ma certo non pazza, anormale, matta, folle, psicopatica, paranoica o schizzofrenica,
aggettivi che mi hanno sempre perseguitata fino dall infanzia.
I miei zii mi trascinavano da uno psicologo diverso ogni mese, mi obbligavano a prendere antibiotici su antibiotici, pastiglie amare e mi riempivano di iniezioni.
Il mio sonno è molto profondo, nessuno riesce a svegliarmi anche se crollasse il mondo, dormo tanto, a volte anche giorni interi. Sogno. I miei sogni sono lunghi, complessi, parlo nel sonno, urlo nel sonno, piango nel sonno.
Non riesco a distinguere tutto quello che è reale da tutto quello che è solo un sogno.

Not a dreamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora