6. ...I'm sorry Liam

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Sono ormai qui sul balcone da due ore, seduto sul davanzale, vedendo passare gente dalla porta d'ingresso, per il giardino, addirittura attraverso la porta finestra che ho usato per arrivare dove sono ora.

È tutto molto strano.
Da quando Liam è sparito in lacrime mi sento una merda.
Ho provato a cercarlo da per tutto ma sembra sparito, come se fosse andato via o non ci fosse addirittura mai stato.
Aveva promesso di stare sempre accanto a me e... da come me ne ha parlato Matt, Liam non sembra un tipo che non mantiene promesse.

Devo averlo semplicemente sconvolto.

Ma come? Con una semplicissima domanda?
Forse farò meglio a ricordare per il futuro di non prendere l'argomento Harry, anche se questo mi rendo molto curioso.
Insomma, perché ci sta così male?
Era il suo ragazzo e lo ha lasciato?
Gli ha fatto del male?
O è semplicemente...morto?

Non capisco e mi piacerebbe scoprire di più per riuscire a colmare quei buchi vuoti che adesso sono soltanto coperti da insensatezza e persistente curiosità.

O semplicemente dovrei farmi i fatti miei e vivere la mia vita cercando di non rovinare quella degli altri.

Infondo ci sono già riuscito con quella di Patrick, non posso fare questo a Liam o a chiunque altro incontrerò da adesso in poi.

Non posso anche se quello che successe con Patrick ora è solo un puro ricordo.

Ma questa è un altra storia.

Do un altro sguardo alla periferia che si intravede dal balcone, notando che nonostante non l'ora non sia così tarda, la città sta già dormendo.
Le case con le luci spente, le strade popolate solo da una o due macchine ogni tanto, e il parco proprio di fronte alla villa, animato solo da qualche animaletto che scorrazza qua e là sotto il chiaro della luna, e di qualche lampione sparso per i bordi della strada.

Sospiro penso a quanto deve essere bello essere un animale.
Non fai niente da mattina a sera e l'unico tuo problema è quello di procurare il cibo.
Un po povera come vita certo, prima o poi avresti sentito il bisogno di qualcosa di nuovo, perché nessuno ama la monotonia a meno che non ci si senti sicuro in essa.

"Sei un aspirante suicida o vuoi imparare a volare?"
Una voce a me non molto nuova mi riscuote dai miei pensieri facendomi sobbalzare.
Un ragazzo biondo, con i capelli un po spettinati che vanno da tutte le parti e un piercing luccicante al labbro.
Mi fissa scrutandomi da capo a piedi, quasi volendomi fare una radiografia, per poi sorridere, con un ghigno al quanto inquietante.
So chi è, me lo hanno già presentato, ma ho la memoria di un criceto con stato avanzato di Alzheimer

"Umh, stavo solo... prendendo una boccata d'aria." Dico invaso da uno strano senso di sconforto.

Più lo guardo e più mi mette i brividi, nonostante sia un normalissimo ragazzo

"Permettimi di presentarmi per bene...."Mi porge la mano fissando il suo sguardo nei miei occhi.

"io sono Luke.
Luke Hemmings."

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"Liam, ne abbiamo parlato un centinaio di volte, quante volte ti devo ripetere di non parlare di Harry?"
Lo sguardo di Matthew si alterna tra il preoccupato e il severo ogni volta che incrocia quello di Liam, perso nel vuoto e stanco, con un rossore accentuato dalle sue occhiaie.

Matthew ha portato Liam nel giardino sul retro della villa, dopo averlo trovato in lacrime in uno dei tanti bagni di quell'enorme abitazione, per poter parlare.

Dopo che Liam gli ha raccontato quello che è successo, le sue labbra sono rimaste sigillate per i seguenti e interminabili minuti in cui Matthew ha provato a consolarlo e al contempo provato a ricordare la loro promessa.

"Liam mi stai sentendo? Dio, lo vedi? Devi smetterla di pensarci, non ce la faccio a vedere mentre ti commiseri perché ti dai la colpa di qualcosa che non avresti mai potuto prevedere."
La voce di Matthew è alta e autoritaria.
Quasi sembra un padre che ha trovato il figlio a fumare la sua prima sigaretta.

Ma giusto quelle parole, quelle pronunciate da Matthew, fanno riscuotere Liam.
Per un attimo si sente morire, quasi come se il peso di quelle parole lo avessero schiacciato, lasciandolo senza respiro, e di nuovo sull'orlo delle lacrime.

"Se proprio non ce la fai a vedermi così, beh allora vattene, andatevene tutti, perché se non volete vedermi triste, beh lo sono cazzo, e non saranno di certo delle stupide parole a farmi stare meglio. Delle stupidi e inutili parole non lo porteranno indietro, e tantomeno lo faranno tornare vivo e vegeto!"
La voce di Liam è rotta dal pianto, alcune volte fermata da singhiozzi improvvisi o dall'affanno provocato dall'aria impiegata ad urlare quelle parole.

"Liam... lui non è..."

"Morto? Mi vuoi dire questo? Beh notizia bomba Matth. Harry respira solo a grazie dei fottutissimi tubi. Questa la chiami vita? E anche se fosse, lo sai cosa succede a chi non si sveglia da un coma? Beh, si stacca la spina, si fa la finita."
Ora Liam è seduto con le mani sul viso, e i gomiti sul tavolino freddo di metallo, a reggersi la testa, per paura di un imminente attacco di panico.

Sono anni che non ne viene uno, pensa Matthew sospirando, capendo che un attacco di panico sarebbe stato letale per lui in queste condizioni.

E non sarebbe nemmeno passato inosservato con tutta la gente che si trova in casa, che stranamente non ha sentito nulla riguardo la loro conversazione.

"Liam, mi ... dispiace." La voce prima severa e composta di Matthew, ora ridotta ad un flebile sussurro.

Liam sospira, cercando di calmarsi per la decima volta in quelle poche ore, per poi guardare Matthew, dire "accompagna Louis e Niall al dormitorio, ci vediamo lì." andando verso la villa così da poter raggiungere l'uscita.

Liam continua a camminare, non curante di tutto quello che gli sta capitando intorno, ormai con la vista annebbiata e i suoni ovattati non si rende nemmeno conto di dove mette i piedi, calpestando infatti un paio di mani di ragazzi svenuti per terra, questo finché non va a sbattere contro qualcuno tanto forte da pensare di aver preso il muro.

"Hei attento dove vai coglio..."
La voce di Zayn si blocca immediatamente, dopo aver notato gli occhi gonfi e lucidi di Liam.

"Harry non è il mome..."
Dopo essersi reso conto di aver sbagliato il nome sovrappensiero stringe i denti e assottiglia gli occhi, cercando di non scoppiare in un pianto isterico.

Zayn capendo la situazione sente una stretta al petto, per poi prendere lentamente il polso di Liam.
Quest'ultimo però ritira immediatamente il braccio, andandosene, lasciando Zayn li, da solo con se stesso...
E un profondo senso di colpa.

"... Scusami Liam."




'Cause what about, what about angels?
They will come, they will go, make us special

Don't give me up
Don't give
Me up

Build You Up ×L.S.×Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora