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3 settembre 1939.

- urgente conunicato da parte delle autorità polacche.
Quello che vi parla è il comandante delle forze d'attacco.
Signori, siamo sotto attacco, ripeto siamo sotto attacco, ordino immediatamente l'evacuazione dal paese - Aleksander spense la radio furioso urlando:

- COME POTETE CREDERE ALLE PAROLE DI QUESTO TIZIO!!
IO FINCHÈ NON RICEVO UN COMUNICATO SCRITTO NON MI MUOVO DI QUI - tutti eravamo impauriti, quando Aleksander diventava furioso era peggio di una belva con la rabbia, tutti sapevamo di non dover fiatare in quei momenti.

Dopo un paio di minuti mio padre si calmò dicendo che andava a riposare e quindi di fare silenzio.

Io intanto rimuginavo su quello che avevo appreso; era in atto una guerra e anche se non sapevo propriamente cosa fosse, sapevo che sarebbe stata pericolosa per la nostra vita.
Nonostante tutte le parole spese per convincere la gente che andava tutto bene, io sapevo che non andava bene niente, saremmo potuti morire tutti da un momento all'altro e se la mia "famiglia" non voleva guardare in faccia alla realtà, allora avrebbe cercato la libertà da un'altra parte, doveva solo attraversare il confine.

Capito di passaggio.
Vi piace la storia? #_#

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