3 volte in cui Chris vuole andarci piano

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Disclaimer: Ovviamene non possiedo Chris, Darren o qualsivoglia membro del cast di Glee, sarebbe alquanto strano il contrario, e tutto ciò di seguito riportato è frutto della mia mente - purtroppo-.










Farsi accompagnare in giro per Los Angeles da Darren Criss non era stata una buona idea.

Chris avrebbe dovuto immaginarlo, e in realtà l'aveva fatto, ma quella mattina aveva avuto la brillante idea di indire la sua personalissima passeggiata di salute mensile fino agli studios, senza pensare a quanta poca voglia avrebbe poi avuto la sera di tornare indietro, dopo una giornata di interminabili prove.

Per quale assurdo motivo poi aveva pensato che una passeggiata per il centro dell'inquinatissima

Los Angeles potesse giovare alla sua salute?

Un cartello che indicava il limite di velocità sfrecciò a qualche centimetro dalla carrozzeria, specchiandosi nel finestrino su cui teneva poggiata la fronte, lo sguardo appannato che osservava l'esterno.

Scomparve nel buio dopo pochi secondi, ma riuscì comunque a notare la scritta stampata prima che si volatilizzasse. Mosse per abitudine gli occhi verso il conta miglia posizionato dietro al volante, stretto nelle mani del suo riccio compagno di viaggio.

Trattene improvvisamente il fiato, accorgendosi solo in quell'istante di un dettaglio che prima, preso dalla pesantezza delle sue palpebre e dalla sensazione dei suoi arti atrofizzati, non aveva notato: stavano decisamente superando il limite di velocità consentito.

«Darren sei impazzito?» quasi gridò mentre la lancetta sul cruscotto si alzava sempre un po' di più ad ogni secondo che passava.

Le strade intorno a loro erano inspiegabilmente vuote, complice l'ora davvero tarda e il fatto che casa sua non fosse esattamente in centro città, e questo favoriva solo la guida spericolata di Darren, che ora aveva rivolto lo sguardo verso di lui.

Chris si insultò mentalmente, perché, dannazione, anche lì, nell'ombra della notte, con le sole luci dell'abitacolo ad illuminarli, gli occhi di Darren erano uno spettacolo a cui il cuore del tenore non avrebbe mai saputo abituarsi.

Lo sentì compiere qualche capriola nel suo petto per poi salire nella sua gola mentre quelle iridi color nocciola -castano chiaro? Ambra?- continuavano ad osservarlo confuse.

«Che succede Chris?» domandò, il tono del tutto innocente gli fece subito tornare alla mente il motivo per cui aveva portato l'attenzione dell'amico su di lui.

Non guardare troppo i suoi occhi, o le sue labbra, i suoi capelli o le sue mani strette al volante... non immaginare come sarebbero strette-

Oh ma insomma Chris, sei un adulto, contieniti.

Scosse velocemente il capo, come a scacciare i pensieri indesiderati, prima di riportare lo sguardo sul viso dell'altro.

«Darren stai ignorando qualsiasi limite di velocità esistente.» gli fece notare quando quello non accennò a muovere gli occhi dalla sua figura. «E guarda la strada, per l'amor del cielo.» ordinò, allarmato.

«Dio, sento che ci farai schiantare contro qualche macchina, o dentro un burrone.» uggiolò, spaventato. «Non voglio morire dentro un burrone.» sussurrò poi, come rendendosene improvvisamente conto.

«Darren rallenta. Vai piano.» strillò allora, mezzo lanciato verso il sedile del guidatore.

Era pronto a spostare il ragazzo di peso e prendere il controllo dei comandi nel veicolo.

L'amico in tutta risposta rise, forte e sguaiato, quasi con le lacrime agli occhi, scacciando scherzosamente le mani di Chris dal volante, non accennando a diminuire la pressione sull'acceleratore, stava prendendo tutta la vicenda come un simpatico gioco.

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