1 La paura di vivere

66 10 4
                                    

La mia vita. Beh attualmente fa schifo considerando che vivo con uno sballato, ma prima di raccontarvi della mia vita vi spiegherò a che punto siamo.

Da due anni circa, forse di meno, mio padre è morto in un incidente stradale e i risultati ufficiali...beh non ci sono stati. Molti sospettano di omicidio.

Altri di un semplice incidente d'auto causato da un ubriacone...o meglio dire un ubriacona.

Il fatto è che mio padre ha perso la vita, per colpa mia e di questo non me ne e vanto ne coinvolgo gli altri nella mia vita di merda.

Dopo qualche mese mio fratello continuava la sua vita sotto la fase della negazione. Faceva tutto con normalità e quotidianità senza crearsi problemi.

Mia madre...era semplicemente sconvolta e a pezzi, ma ho cambiato idea quando è partita per un viaggio con mia zia Ally e non è più tornata. L'ultimo segno che ho avuto da parte sua è stata una sua foto cha a ha postato su Facebook mentre era in una discoteca a sballarsi e a bere.

E lo so che non si dovrebbero dire queste cose ma ognuno affronta una perdita nel modo che più preferisce e lei ha scelto di abbandonare la sua vita, i suoi figli, eccetera e andare a crearsi una vita da sedicenne intraprendente.

Sono Lily ,ho sedici anni e vivo nei pressi di Los Angeles. È questo che mi faceva ripetere la psicologa dove andavo nei primi mesi, poi...si è suicidata con un colpo di pistola abbandonando sua figlia Emily e suo marito Rox.

Ma del resto è quello che fanno le persone scappare e basta.

Sono Lily ,ho sedici anni, abito nei pressi di Los Angeles e i miei due migliori amici sono Valentina Grace e Jonathan Hall.

Mi sono sempre stati accanto fin da piccola. E allora ho sempre pensato...che forse,sono io quella sbagliata.

Sono Lily, ho sedici anni, abito nei pressi di Los Angeles e mio fratello è un alcolizzato dopo la morte di mio padre.

È per questo mi picchia anche perché, come me sa, che è colpa mia.

Attualmente sono nel mio letto. Non so se sto piangendo o semplicemente guardando fuori. Mi piace quando piove mi ricorda quando da piccola uscivo fuori a saltare nelle pozzanghere. A questo pensiero mi compare un mezzo sorriso sul volto. Sento sbattere la porta al piano di sotto allora mi alzo per andare ad ascoltare i passi. Ma appena poggio i piedi a terra una scarica di dolore mi passa attraverso come una lama.

E purtroppo ricordo pure perché. Avevo fatto tardi perché dovevo comprare della vernice per la bici dato che mio fratello, Edward, l'ha lanciata in mezzo alla strada è dato che non ho abbastanza soldi per ricomprarla ho trovato un amico che me l'ha potuta sistemare ma la vernice la dovevo comprare io.

Appena ho aperto la porta era a petto nudo sul divano.

-Ehm..Edward...ho comprato la vernice..-

Ma lui non mi rispondeva, mi guardava con gli occhi gonfi e rossi dell'ultima bevuta.

-io...- appena capisco che non è in buone condizioni lascio la busta a terra e corro verso le scale ma lui mi afferra per i polpacci e mi tira giù.

-Scommetto che sei andata a fare la troietta ma ora ci penso io a te...-

E con un ghigno sulla faccia ha cominciato a malmenarmi come un sacco da box.

Poi in un attimo di distrazione ho schivato un pugno e sono scappata.

Salendo le scale sputando sangue.

Appena sono arrivata in stanza sono crollata, ed ero lì a piangere appoggiata alla porta della mia stanza.

E poi mi sono buttata sul letto cacciandomi i vestiti e mettendo una maglia bianca che avevo lasciato sulla sedia della scrivania e poi ho iniziato piangere e deprimermi.

E adesso sono qua davanti allo specchio del bagno che guardo il mio labbro spaccato...non me ne ero accorta eppure era colato tanto sangue sul mio mento e sul collo che ora era secco.

Torno in camera e la mia ipotesi si realizza. Anche la federa del cuscino è tutta macchiata.

Lavo via il sangue secco dalla mia pelle, alla federa ci penserò dopo. Fa ancora freddo siamo ancora a novembre. Apro l'armadio e prendo un paio di jeans a vita alta e una felpa bianca corta col cappuccio.

Prendo le converse bianche ingrigite me le metto poi mi sistemo i capelli appuntando i ciuffi davanti e prendo lo zaino dopo essermi lavata i denti.

Senza pensarci due volte prendo il telefono e apro la porta. Per mia grande fortuna lui dorme e mi affretto a uscire di casa ma appena chiuso il portone la porta al piano di sopra sbatte allora cominciò a correre sul marciapiede ma appena arrivo all'angolo della strada sbatto contro qualcuno e alcuni libri escono dallo zaino che non avevo chiuso con la cerniera

Un ragazzo alto moro con gli occhi chiari dal volto familiare.

-Scusa davvero non so dove ho la testa...-
È ...bellissimo?

Ehi non vuol dire che visto che praticamente sono incatenata in casa per colpa di mio fratello gli ormoni della crescita non si fanno sentire.

Comincio a raccogliere i libri caduti dallo zaino e lui mi recupera lo zaino.

Mentre mi alzo noto cucita sul giubbotto J.G.

Non mi viene in mente chi possa essere e faccio un gesto azzardato

-Sono Lilith Stewart piacere...- dico tendendogli la mano

Lui me la stringe -piacere. Jackson Grace- dice facendo un finto inchino

-Vuoi che ti accompagni a scuola?- dice indicando un auto beta a pochi metri da noi

Guardo l'ora e sono già le 7:40

-sarebbe una buona idea grazie..-

Ci avviamo alla macchina e cominciamo a parlare. Ha diciotto anni ha una sorella e si è trasferito da poco.

Poi abbiamo cominciato a parlare dei corsi e ho scoperto che frequenterà con me il corso di psicologia dato che ha dovuto recuperare un anno a causa del trasferimento.

Poi ha cominciato a parlare del caos della città e delle feste eccetera.

Siamo arrivati a scuola e scendendo dall'auto lo ringrazio .

Mi saluta e con un cenno della mano mi indica lo zaino.

Mi ha lasciato il numero di telefono nella tasca esterna.

*****^
Spero vi piaccia a breve pubblicherò il prossimo capitolo continuate a leggere e fatemi sapere se vi piace❤️❤️❤️

Broken DreamsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora