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Riprovai più volte a cercare di comunicare con lui, ma i risultati non furono eccellenti, ricevevo solo risposte contenute e brevi. La situazione non rimase invariata fino al 17 di dicembre.

Era una serata fresca, la prima neve scendeva candida sui giardini di Hogwarts ed io tornavo dalla Guferia.
Erano da poco passate le sei di sera. La fredda neve mi avvolgeva. Mi sentivo fredda in tutto il corpo, ma un solo pensiero mi riscaldava: James.
Seppi per vie trasverse che si era lasciato con quella ragazzina e la speranza che lui potesse tornare il mio James mi infondeva una sorta di pace interiore.

Sentii il rumore ovattato dalla neva di passi alle mie spalle. Mi voltai e alle mie spalle potei scorgere un gruppetto di serpeverde, in cui potei notare la figura di severus.
Incominciai ad aumentare il passo, non volendo incominciare una lite con quel fresco.

-Stupeficium- la voce acuta e ben nota di Bellatrix si accese in quel silenzio, in cui era avvolto il giardino di Hogwarts -non si saluta Mezzosangue?- fece in tono freddo e insolente.

Io mi ritrovai a terra con il viso nella neve. La mia mano frugò velocemente sotto la divisa alla ricerca della bacchetta, ma non appena la estrassi trovai il gruppo di serpeverde attorno a me.
I loro visi ridevano della mia condizione.

-Severus perché non provi quell'incantesimo che hai inventato su di lei?- fece la voce grave di Lucius.

-non saprei lo devo ancora testare...non è pronto-si scherní lui, forse come unico tentativo di ri-allacciare la nostra amicizia ormai persa da anni.

-fallo Severus, cosí lo testiamo-disse una Bellatrix eccitata dalla situazione

Severus estrasse la bacchetta e io strinsi i denti preparandomi all'incantesimo. Cercai di alzarmi ma il freddo e la paura mi avevano imprigionato. Mi sentivo cone un topo in trappola.
Due dei serpeverde mi costrinsero ad alzarmi.

- sectumsempra- urlò Severus.

La mia prima impressione fu un caldo che proveniva dal mio ventre e pensai che l'incantesimo non aveva avuto successo e che forse Severus era rimasto l'amico di sempre, ma quando abbassai i miei occhi vidi il mio sangue farsi strada sulla divisa fino a cadere e macchiare la candida neve.
I due serpeverde mi lasciarono, forse sotto ordine di Lucius.
Caddí in gibocchio. Non avevo piú controllo del mio corpo. Sentii in lontananza lo sghignazzare dei serpeverde che si allontanavano.
Caddí completamente nella neve, inerme, la paura di morire si faceva largo dentro di me. Il mio corpo incominciò a tremare preso da qualche gemito. Le lacrime si fecero strada sulle mie guanchie riscaldandole.
Cercai di non perdere conoscenza sapendo che quella sarebbe stata la mia rovina. La mia voce era congelata, il mio corpo immobile.
Aprii gli occhi cercando di vedere se qualcuno mi avrebbe potuti aiutare, ma ormai tutti erano nella sala grande, probabilmente a parlare delle vacanze di Natale al calore di quelle ristoranti cibarie.
La vista mi si stava annebbiando, dopo pochi attimi in cui cercavo di resistere a quella tortura persi conoscenza.
Mi immersi in un mondo di sogni e sensazioni, sensazioni di freddo e...potei sentire due braccia che mi sollevavano...ma probabilmente era il mio corpo che stava cedendo e presto sarei morta.

Un amore impossibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora